Banca Mondiale
La crescita globale ridotta non è una brutta notizia
12 Giugno 2014 11:27
ca Mondiale ha tagliato ieri le sue previsioni di crescita globale.
L'istituto di credito con sede a Washington prevede che l'economia mondiale si espanderà del 2,8 per cento quest'anno, a fronte di una proiezione gennaio del 3,2 per cento.
La previsione degli Stati Uniti è stato ridotta al 2,1 per cento dal 2,8 per cento mentre sono state anche abbassate le prospettive per Brasile, Russia, India e Cina.
Le battute d'arresto dovrebbero essere temporanee: la stima 2015 per la crescita economica mondiale è rimasta infatti invariata al 3,4 per cento.
Nel suo report sulle prospettive economiche globali, la Banca Mondiale ha detto che l'economia globale ha subito degli impatti dal maltempo negli Stati Uniti, dalle turbolenze dei mercati finanziari e dalla crisi russo – ucraina ma, nonostante la debolezza iniziale, la crescita dovrebbe riprendere velocità nel corso dell'anno.
Gli economisti della Banca Mondiale hanno poi sottolineato come, a fronte di un andamento tendenzialmente positivo per le economie sviluppate, dove la domanda interna sta migliorando in funzione del calo della pressione fiscale e del recupero dei mercati del lavoro, le economie in via di sviluppo non riescano invece ad accelerare: la Banca Mondiale stima infatti che la crescita in Cina e in Brasile rallenterà quest'anno proseguendo il trend iniziato nel 2013.
La Banca ha mantenuto la sua previsione di quest'anno per l'area dell'euro, che si sta ancora riprendendo dalla crisi del debito, all’1,1% mentre la previsione per il Giappone è stata ridotta all’1,3 dall’1,4% precedente.
Per il 2015, la banca mondiale ha aumentato le sue previsioni per gli Stati Uniti, l'area dell'euro e il Giappone, che potrebbero sostenere la crescita nei mercati emergenti.
Paradossalmente, il taglio della crescita mondiale annunciato dalla Banca mondiale, non è una brutta notizia per i mercati finanziari, sebbene ieri gli investitori ne abbiano approfittato per incassare i profitti sui guadagni realizzati nelle settimane precedenti. Vediamo perché.
L’attuale contesto dei mercati è caratterizzato da tassi di interesse vicini allo zero, inflazione minima, ed economie in crescita inferiore alla media storica.
Se la crescita economica fosse più accelerata accentuerebbe le pressioni sulle banche centrali delle principali economie ad aumentare i tassi: cosa che forse non avverrebbe subito ma sarebbe anticipata rispetto alle attuali aspettative con il pericolo che possa poi essere più ripida e meno graduale di quanto scontino oggi i mercati.
Ne deriva che una crescita economica positiva, ma ancora meno dinamica del previsto, allontana la data dell’inizio dell’aumento dei tassi lasciando immutato l’attuale contesto favorevole alle asset class più rischiose come le azioni e i bond ad alto rendimento (in primis gli high yield e gli emerging markets bond)
L'istituto di credito con sede a Washington prevede che l'economia mondiale si espanderà del 2,8 per cento quest'anno, a fronte di una proiezione gennaio del 3,2 per cento.
La previsione degli Stati Uniti è stato ridotta al 2,1 per cento dal 2,8 per cento mentre sono state anche abbassate le prospettive per Brasile, Russia, India e Cina.
Le battute d'arresto dovrebbero essere temporanee: la stima 2015 per la crescita economica mondiale è rimasta infatti invariata al 3,4 per cento.
Nel suo report sulle prospettive economiche globali, la Banca Mondiale ha detto che l'economia globale ha subito degli impatti dal maltempo negli Stati Uniti, dalle turbolenze dei mercati finanziari e dalla crisi russo – ucraina ma, nonostante la debolezza iniziale, la crescita dovrebbe riprendere velocità nel corso dell'anno.
Gli economisti della Banca Mondiale hanno poi sottolineato come, a fronte di un andamento tendenzialmente positivo per le economie sviluppate, dove la domanda interna sta migliorando in funzione del calo della pressione fiscale e del recupero dei mercati del lavoro, le economie in via di sviluppo non riescano invece ad accelerare: la Banca Mondiale stima infatti che la crescita in Cina e in Brasile rallenterà quest'anno proseguendo il trend iniziato nel 2013.
La Banca ha mantenuto la sua previsione di quest'anno per l'area dell'euro, che si sta ancora riprendendo dalla crisi del debito, all’1,1% mentre la previsione per il Giappone è stata ridotta all’1,3 dall’1,4% precedente.
Per il 2015, la banca mondiale ha aumentato le sue previsioni per gli Stati Uniti, l'area dell'euro e il Giappone, che potrebbero sostenere la crescita nei mercati emergenti.
Paradossalmente, il taglio della crescita mondiale annunciato dalla Banca mondiale, non è una brutta notizia per i mercati finanziari, sebbene ieri gli investitori ne abbiano approfittato per incassare i profitti sui guadagni realizzati nelle settimane precedenti. Vediamo perché.
L’attuale contesto dei mercati è caratterizzato da tassi di interesse vicini allo zero, inflazione minima, ed economie in crescita inferiore alla media storica.
Se la crescita economica fosse più accelerata accentuerebbe le pressioni sulle banche centrali delle principali economie ad aumentare i tassi: cosa che forse non avverrebbe subito ma sarebbe anticipata rispetto alle attuali aspettative con il pericolo che possa poi essere più ripida e meno graduale di quanto scontino oggi i mercati.
Ne deriva che una crescita economica positiva, ma ancora meno dinamica del previsto, allontana la data dell’inizio dell’aumento dei tassi lasciando immutato l’attuale contesto favorevole alle asset class più rischiose come le azioni e i bond ad alto rendimento (in primis gli high yield e gli emerging markets bond)
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