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La volatilità genera opportunità

16 Giugno 2014 12:15

financialounge -  banche centrali livello di rischio orizzonte temporale tassi di interesse volatilità
chio non equivale alla volatilità quanto piuttosto alla perdita permanente del capitale: la volatilità, invece, genera opportunità.
Questo concetto risulta piuttosto contro intuitivo, almeno rispetto alla convinzione della maggior parte degli investitori che identifica il rischio con la volatilità di mercato: un’equazione che in molti contesti ha senso mentre in altri non ne ha affatto. Il team di Ethenea cerca di spiegare perché e, soprattutto, quanto sia rilevante distinguere correttamente il vero rischio di portafoglio dalla volatilità.

Se si considerano i rendimenti annualizzati dell’S&P 500 su periodi d’investimento di 1, 5, 10, 15, 20 e 25 anni (dal 1929 al 2013) si può constatare che un investimento su un anno presenta una probabilità di rendimenti elevati, ma anche il rischio di una perdita molto pesante. Allungando i periodi di conservazione, le fluttuazioni si riducono, il rischio di perdita diminuisce e i rendimenti seguono molto più da vicino le medie a lungo termine.
Con la nascita della moderna teoria del portafoglio, che presume una correlazione positiva tra il rischio (definito come volatilità) e il rendimento, un’intera industria è stata fondata sulla misurazione del rischio finanziario in termini di volatilità. Per la maggior parte, l’introduzione di queste misure non solo è stata di aiuto, ma in effetti anche abbastanza positiva per il panorama dei servizi finanziari. Occorre tuttavia tenere conto che ogni teoria ha i propri limiti, e che si tende a trascurare il semplice fatto che il rischio che conta veramente alla fine è il reale ritorno degli investimenti (o piuttosto la perdita).
A questo proposito, il team di Ethenea ci tiene a ricordare che fino al 1990 il mercato azionario giapponese aveva attirato un numero sproporzionato di sostenitori della moderna teoria del portafoglio, dato che la volatilità realizzata nel mercato azionario giapponese era molto bassa rispetto agli altri mercati: sfortunatamente l’ottimismo degli investitori era malriposto, e nei primi nove mesi di quell’anno il mercato è sceso di quasi il 50%, mentre gli altri mercati con volatilità simili o superiori hanno registrato cali molto più contenuti. Ma c’è di più.

Studi sulle serie di lungo periodo di mercato dimostrano che a lungo termine gli asset a bassa volatilità possono produrre risultati assoluti migliori rispetto a quelli a elevata volatilità. Come bisogna quindi interpretare gli attuali bassi livelli di volatilità?
In primo luogo, i valori attuali rappresentano in effetti i minimi da anni, ma non devono essere visti con sorpresa né costituire causa di preoccupazioni o compiacenza esagerate.
Negli ultimi mesi le banche centrali hanno tolto molta volatilità dai mercati, ed è nel loro interesse tenerla bassa. Inoltre, un ambiente caratterizzato da tassi d’interesse molto bassi spesso porta a strategie in cui la volatilità è sistematicamente venduta alla ricerca di un rendimento aggiuntivo, facendo così abbassare ulteriormente la volatilità.
E anche se la volatilità è bassa, non ha certamente raggiunto i minimi assoluti – e la storia ha dimostrato che una volatilità bassa può perdurare molto a lungo. Ciò non vuol dire che non si debba prestare attenzione.

“Anziché concentrarsi esclusivamente sulla volatilità di un singolo investimento come indice della sua rischiosità, è più importante puntare a un approccio d’investimento equilibrato che tenga conto del rischio relativo di un asset all’interno del portafoglio complessivo, laddove per rischio s’intende una performance negativa assoluta” sottolinea il team di Ethenea.
Talvolta ciò comporta che un asset con volatilità estremamente bassa (come la liquidità) risulti molto più interessante di altri, mentre talvolta un’allocation sovradimensionata su uno strumento abbastanza volatile può adattarsi perfettamente al profilo di rischio del portafoglio.
Dagli attuali bassi livelli di volatilità si evince che è diventato molto importante mantenere un approccio agli investimenti equilibrato. Pertanto un possibile aumento della volatilità non deve spaventare gli investitori fintanto che bilancino i propri rischi di conseguenza.

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