Fineco
I gestori fanno posto in portafoglio a Fineco
17 Giugno 2014 16:36
a nessuno ne parla apertamente. Anche perché è un fenomeno relativo solo all’ultima settimana.
Resta il fatto che qualche osservatore attento ha notato che tra lunedi 7 giugno e ieri, i titoli del risparmio gestito quotati in Piazza Affari hanno perso molto di più non soltanto rispetto all’indice di mercato ma anche rispetto all’indice del settore bancario. In particolare, il titolo Azimut ha lasciato sul parterre di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, il 6,78% del suo valore, il titolo Banca Generali il 5,85% e il titolo Mediolanum l’8%: in media, i tre titoli dell’asset management italiano hanno perso il 6,88%.
Nella stessa settimana esaminata, l’indice FTSE MIB è arretrato del 2,21% e l’indice MIB bancario del 4,33%. Eppure non ci sono state né notizie cattive provenienti dall’industria del risparmio gestito in Italia e in Europa e neppure profit warning (un allarme sul fatturato, sui margini o gli utili aziendali) di settore e tantomeno delle tre imprese italiane esaminate.
Ma allora perché le quotazioni hanno perso tanto terreno nell’ultima settimana?
C’è la convinzione che siano iniziate le grandi manovre tra i gestori di fondi e sicav per fare posto ai titoli di Fineco, la banca multicanale di Unicredit che dovrebbe sbarcare sul listino di Piazza Affari il prossimo 2 luglio.
Fineco, il cui management proprio ieri ha iniziato il roadshow di presentazione presso gli investitori a Francoforte e che proseguirà oggi a Milano per poi spostarsi a Londra e quindi negli Stati Uniti, dovrebbe avere, in funzione della forchetta di prezzo delle azioni e del numero di titoli offerti nella Ipo (initial public offering), una capitalizzazione di Borsa compresa tra i 2,1 e i 2,6 miliardi di euro.
Un valore di Borsa che si confronta con i 2,5 miliardi di Banca Generali, i 2,9 miliardi di Azimut e i 4,5 miliardi di Mediolanum, che sono i tre player di mercato comparabili, per tipo di attività, a Fineco: i gestori, quindi, dovranno alleggerire le posizioni dei tre titoli dell’asset management italiano già quotati per ricavare uno spazio adeguato a Fineco entro il prossimo 2 luglio e avrebbero cominciato a muoversi già nell’ultima settimana.
Resta il fatto che qualche osservatore attento ha notato che tra lunedi 7 giugno e ieri, i titoli del risparmio gestito quotati in Piazza Affari hanno perso molto di più non soltanto rispetto all’indice di mercato ma anche rispetto all’indice del settore bancario. In particolare, il titolo Azimut ha lasciato sul parterre di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, il 6,78% del suo valore, il titolo Banca Generali il 5,85% e il titolo Mediolanum l’8%: in media, i tre titoli dell’asset management italiano hanno perso il 6,88%.
Nella stessa settimana esaminata, l’indice FTSE MIB è arretrato del 2,21% e l’indice MIB bancario del 4,33%. Eppure non ci sono state né notizie cattive provenienti dall’industria del risparmio gestito in Italia e in Europa e neppure profit warning (un allarme sul fatturato, sui margini o gli utili aziendali) di settore e tantomeno delle tre imprese italiane esaminate.
Ma allora perché le quotazioni hanno perso tanto terreno nell’ultima settimana?
C’è la convinzione che siano iniziate le grandi manovre tra i gestori di fondi e sicav per fare posto ai titoli di Fineco, la banca multicanale di Unicredit che dovrebbe sbarcare sul listino di Piazza Affari il prossimo 2 luglio.
Fineco, il cui management proprio ieri ha iniziato il roadshow di presentazione presso gli investitori a Francoforte e che proseguirà oggi a Milano per poi spostarsi a Londra e quindi negli Stati Uniti, dovrebbe avere, in funzione della forchetta di prezzo delle azioni e del numero di titoli offerti nella Ipo (initial public offering), una capitalizzazione di Borsa compresa tra i 2,1 e i 2,6 miliardi di euro.
Un valore di Borsa che si confronta con i 2,5 miliardi di Banca Generali, i 2,9 miliardi di Azimut e i 4,5 miliardi di Mediolanum, che sono i tre player di mercato comparabili, per tipo di attività, a Fineco: i gestori, quindi, dovranno alleggerire le posizioni dei tre titoli dell’asset management italiano già quotati per ricavare uno spazio adeguato a Fineco entro il prossimo 2 luglio e avrebbero cominciato a muoversi già nell’ultima settimana.
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