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Fed e crescita cinese rassicurano i mercati

19 Giugno 2014 11:15

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mine che potrebbero far deragliare la tendenza positiva dei mercati finanziari nei prossimi trimestri figurano in prima fila le decisioni della Fed, la banca centrale USA, e l’andamento della crescita economica cinese.
Ieri, da entrambi i fronti, sono arrivare notizie piuttosto rassicuranti per i mercati.

Parlando in occasione di una visita a Londra, il premier cinese Li Keqiang ha dichiarato di aspettarsi che l'economia cinese, la seconda più grande dopo quella degli Stati Uniti, cresca almeno del 7,5% e che l'inflazione aumenti non oltre il 3,5%. Il premier, pur escludendo il ricorso di Pechino a stimoli economici e monetari robusti, si è dichiarato convinto che l'economia cinese possa mantenere un tasso di crescita da medio ad elevato nel lungo periodo.
La Fed, dal canto suo, ha dichiarato ieri di voler proseguire il tapering (la riduzione di acquisto di titoli obbligazionari a medio lungo termine) sottolineando però che nel lungo termine il livello del costo del denaro dovrebbe essere più basso rispetto a quanto indicato nelle recedenti riunioni.

La concreta possibilità che l’economia cinese possa quindi evitare il tanto temuto atterraggio duro e la sensazione che la regia della Fed resti orientata a mantenersi accomodante in tema di politica monetaria ancora per molto tempo, ha fornito nuovo carburante ai mercati: andamento positivo a Wall Street, dove l’S&P500 ha chiuso al massimo storico, e in Asia ,dove i principali indici, a cominciare dal Nikkei 225 e dal Topix di Tokyo, hanno messo a segno rialzi superiori al punto e mezzo percentuale.

I motivi di questo ritrovato ottimismo da parte degli investitori è comprensibile.
Se la seconda più importante economia al mondo, quella cinese, che è di gran lunga la più importante in termini di contributo alla crescita mondiale, mantiene la propria velocità di crociera intorno a un +7,5% di crescita del PIL, tutti i più importanti paesi emergenti e l’Europa, orientata sempre più all’export, possono ipotizzare una uscita più veloce dalla crisi e, a loro volta, immaginare tassi di crescita meno anemici.
Se la Fed americana rassicura gli investitori che i tassi di interesse cresceranno ma con la massima gradualità e a partire dal 2015, vuol dire che si sono ancora diversi mesi durante i quali sarà possibile intavolare strategie d’investimento capaci di sfruttare il carry, l’extra rendimento delle valute emergenti e degli high yield per ricavare rendimenti più generosi, e l’equity che resterà più attraente, in termini relativi, rispetto ai bond.

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