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Fondi immobiliari cinesi, pericolo di fallimenti a catena
23 Giugno 2014 15:33
i immobiliari cinesi dovranno affrontare rimborsi record il prossimo anno in un mercato immobiliare che si raffredda: uno scenario che sta alimentando la speculazione tra i fondi obbligazionari che prevedono il fallimento di diversi costruttori immobiliari. I trust del real estate, che in Cina rappresentano il canale finanziario sia per le persone benestanti che per i costruttori più piccoli che hanno difficoltà a ottenere finanziamenti tradizionali, devono restituire 203,5 miliardi di renminbi (circa 24 miliardi di euro) nel 2015, in base a uno studio di Use Trust, una società di ricerca cinese. Si tratta di un controvalore quasi doppio rispetto ai 109 miliardi di renminbi (12,8 miliardi di euro) dovuti quest'anno.
"Le inadempienze da parte dei trust aumenteranno in numero significativo", ha previsto Fiona Cheung, responsabile per il credito in Asia presso la Manulife Asset Management che ha poi aggiunto: "Non sarà sorprendente se ci dovessero essere altri fallimenti di società immobiliari cinesi. Queste aziende soffrono infatti di volumi di vendite deboli, hanno acquistato terreni in modo troppo aggressivo lo scorso anno, finanziando le operazioni con il debito avendo tuttavia scarso accesso ai mercati dei capitali: è inevitabile che saranno esposte a forti pressioni sui flussi di cassa".
Gli esperti di JPMorgan Chase & Co. sono infatti convinti che il settore immobiliare rappresenti il più grande rischio a breve termine per la crescita della seconda più grande economia del mondo dopo che i prezzi delle nuove case sono scesi in molte città il mese scorso. Le quotazioni, in particolare, sono diminuite in 35 delle 70 città monitorate dal governo nel mese di aprile, in base a un sondaggio del National Bureau of Statistics il 18 giugno, e si tratta della più alta percentuale di arretramento dal maggio 2012.
"E 'inevitabile che diversi fondi immobiliari vadano in default quest’anno e il prossimo" ha affermato sibillino Yao Wei, economista di Hong Kong presso Societe Generale SA che ha poi precisato: "L'industria è arrivata a un punto di svolta: lo squilibrio tra domanda e offerta è così grande che sono necessari aggiustamenti".
La Cina sta cercando di attuare un giro di vite sul sistema finanziario fuori bilancio dei prestiti patrimoniale conosciuto come sistema bancario ombra, che comprende le società fiduciarie e di prodotti di gestione patrimoniale non emessi da banche: un’industria stimata a fine 2013 da Barclays in 38.800 miliardi di renminbi (4.480 miliardi di euro).
La speranza è che le autorità di Pechino abbiano il polso del mercato e non si facciano sfuggire la situazione di mano altrimenti le ripercussioni sui mercati finanziari di tutto il mondo potrebbero essere molto negative.
"Le inadempienze da parte dei trust aumenteranno in numero significativo", ha previsto Fiona Cheung, responsabile per il credito in Asia presso la Manulife Asset Management che ha poi aggiunto: "Non sarà sorprendente se ci dovessero essere altri fallimenti di società immobiliari cinesi. Queste aziende soffrono infatti di volumi di vendite deboli, hanno acquistato terreni in modo troppo aggressivo lo scorso anno, finanziando le operazioni con il debito avendo tuttavia scarso accesso ai mercati dei capitali: è inevitabile che saranno esposte a forti pressioni sui flussi di cassa".
Gli esperti di JPMorgan Chase & Co. sono infatti convinti che il settore immobiliare rappresenti il più grande rischio a breve termine per la crescita della seconda più grande economia del mondo dopo che i prezzi delle nuove case sono scesi in molte città il mese scorso. Le quotazioni, in particolare, sono diminuite in 35 delle 70 città monitorate dal governo nel mese di aprile, in base a un sondaggio del National Bureau of Statistics il 18 giugno, e si tratta della più alta percentuale di arretramento dal maggio 2012.
"E 'inevitabile che diversi fondi immobiliari vadano in default quest’anno e il prossimo" ha affermato sibillino Yao Wei, economista di Hong Kong presso Societe Generale SA che ha poi precisato: "L'industria è arrivata a un punto di svolta: lo squilibrio tra domanda e offerta è così grande che sono necessari aggiustamenti".
La Cina sta cercando di attuare un giro di vite sul sistema finanziario fuori bilancio dei prestiti patrimoniale conosciuto come sistema bancario ombra, che comprende le società fiduciarie e di prodotti di gestione patrimoniale non emessi da banche: un’industria stimata a fine 2013 da Barclays in 38.800 miliardi di renminbi (4.480 miliardi di euro).
La speranza è che le autorità di Pechino abbiano il polso del mercato e non si facciano sfuggire la situazione di mano altrimenti le ripercussioni sui mercati finanziari di tutto il mondo potrebbero essere molto negative.
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