Cerved
Cosa sta frenando la corsa di Piazza Affari
27 Giugno 2014 09:36
ultimi 15 giorni, per la precisione dal 10 al 25 giugno l’indice Ftsemib di Piazza Affari ha lasciato sul terreno oltre cinque punti percentuali mentre l’indice Eurostoxx, rappresentativo di tutti i listini azionari di Eurolandia, ha limitato le perdite all’1,7%.
Dal momento che non ci sono stati eventi e fattori di rilievo che possono giustificare questa divergenza di performance, ci si è limitati a dire che gli investitori hanno preferito prendere profitto sulle ottime plusvalenze realizzate visto che l’azionario Italia è in testa, in termini di performance, nella zona euro da inizio anno.
L’annotazione ha senza dubbio un fondo di verità ma, secondo gli operatori più avvertiti, sarebbero altre le vere ragioni che stanno fungendo da freno alle performance di Piazza Affari.
Le prime due si riferiscono agli aumenti di capitale delle banche e alle tre Ipo (initial public offering) di Fineco, Cerved e Fincantieri, lanciate in questi giorni: l’insieme di queste operazioni comporta una richiesta di capitali freschi per il mercato superiore ai 10 miliardi di euro. Si tratta di una cifra molto importante per il listino di Piazza Affari e che in molti casi ha determinato nei portafogli degli investitori e dei gestori di fondi e sicav la vendita di titoli per far posto ai nuovi ingressi in Borsa (vedi articolo “I gestori fanno posto in portafoglio a Fineco") o alle nuove azioni derivanti dagli aumenti di capitale.
La terza ragione, invece, riguarda l’introduzione della nuova tassazione delle rendite finanziarie: molti investitori si sono mossi e lo faranno entro il 30 giugno, per liquidare le posizioni dove hanno accumulato significative plusvalenze in modo da pagare l’aliquota corrente del 20% anziché quella del 26% che scatterà dal prossimo primo luglio. Si tratta, come è intuibile, di tre aspetti tecnici e contingenti che nelle prossime settimane dovrebbero essere archiviati consentendo alla Borsa italiana di proseguire nel suo naturale percorso senza freni e ostacoli.
Dal momento che non ci sono stati eventi e fattori di rilievo che possono giustificare questa divergenza di performance, ci si è limitati a dire che gli investitori hanno preferito prendere profitto sulle ottime plusvalenze realizzate visto che l’azionario Italia è in testa, in termini di performance, nella zona euro da inizio anno.
L’annotazione ha senza dubbio un fondo di verità ma, secondo gli operatori più avvertiti, sarebbero altre le vere ragioni che stanno fungendo da freno alle performance di Piazza Affari.
Le prime due si riferiscono agli aumenti di capitale delle banche e alle tre Ipo (initial public offering) di Fineco, Cerved e Fincantieri, lanciate in questi giorni: l’insieme di queste operazioni comporta una richiesta di capitali freschi per il mercato superiore ai 10 miliardi di euro. Si tratta di una cifra molto importante per il listino di Piazza Affari e che in molti casi ha determinato nei portafogli degli investitori e dei gestori di fondi e sicav la vendita di titoli per far posto ai nuovi ingressi in Borsa (vedi articolo “I gestori fanno posto in portafoglio a Fineco") o alle nuove azioni derivanti dagli aumenti di capitale.
La terza ragione, invece, riguarda l’introduzione della nuova tassazione delle rendite finanziarie: molti investitori si sono mossi e lo faranno entro il 30 giugno, per liquidare le posizioni dove hanno accumulato significative plusvalenze in modo da pagare l’aliquota corrente del 20% anziché quella del 26% che scatterà dal prossimo primo luglio. Si tratta, come è intuibile, di tre aspetti tecnici e contingenti che nelle prossime settimane dovrebbero essere archiviati consentendo alla Borsa italiana di proseguire nel suo naturale percorso senza freni e ostacoli.
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