carry trade
Non è il momento di essere ribassisti sui mercati emergenti
30 Giugno 2014 09:00
e le condizioni restino difficili e non tutti i problemi che hanno portato alla correzione dello scorso anno siano stati risolti, non è il momento di essere ribassisti sui mercati emergenti.
Ne è convinto Steve Ellis, gestore di Fidelity Wolrdwide Investment per il mercato emergente obbligazionario (FF Emerging Market Debt Fund e FF Emerging Market Local Currency Debt Fund) che individua ora interessanti storie di "turnaround" in paesi che sono stati colpiti più duramente lo scorso anno. Dopo la forte correzione dell’estate scorsa, quando gli investitori erano preoccupati per i disavanzi delle partite correnti e il finanziamento dei saldi con l'estero, i mercati obbligazionari emergenti in valuta forte sono stati protagonisti di un buon recupero da inizio anno guidato dalla contrazione dello spread sui titoli governativi americani.
Negli emerging market bond in valuta locale, i rendimenti sono stati invece prevalentemente guidati dal carry. Ciò è dovuto all’appetito per le fonti di reddito da parte degli investitori internazionali che favorisce il debito emerging markets capace di offrire cedole più ricche. Tuttavia, il carry può essere efficace solo in chiave tattica. Pertanto anche nella gestione di strumenti di investimento in valuta locale riteniamo che il carry trade sia una strategia da utilizzare con cautela.
D’altra parte è opportuno sottolineare come il miglioramento delle economie sviluppate non ha ancora fatto sentire i suoi benefici sulle economie emergenti. Gli investitori lungimiranti in emerging markets dovrebbero guardare a questa dinamica dei mercati sviluppati come ad una luce positiva anche per i mercati in via di sviluppo. Infatti in qualsiasi normale ciclo economico a beneficiare della forza delle economie sviluppate sono proprio i paesi emergenti che possono sfruttare la crescita della domanda nei paesi sviluppati.
“Detto questo, preferiamo comunque essere molto selettivi nel valutare e investire in ciò che vediamo come storie di turnaround. In Colombia e in Sud Africa, le banche centrali stanno cercando di spingere i tassi di interesse reali a livelli più elevati per attrarre flussi di capitali e gli investitori spesso sottovalutano la velocità di una svolta quando la politica si sta muovendo nella giusta direzione. Nel caso della Turchia, il disavanzo delle partite correnti si è ridotto dal 7-8% dello scorso anno a circa il 4% quest'anno” argomenta Steve Ellis che, nelle obbligazioni in valuta locale, osserva accuratamente il premio al rischio per riuscire ad identificare alcune delle più interessanti fonti di alpha.
“Attualmente i premi per il rischio nei bond emerging market in valuta locale sono su livelli molto elevati: la ragione di questo è che gli investitori vogliono ancora essere ampiamente compensati per l’alta volatilità cui ancora sono associati i titoli del debito EM in valuta locale. Ma questo offre interessanti opportunità per la gestione selettiva e attiva dei titoli” riferisce Steve Ellis per il quale proprio il difficile contesto dello scorso anno, si è rivelato un buon banco di prova per il suo approccio d’investimento al debito emergente. “Nonostante le condizioni difficili dei mercati nel corso dell’ultimo anno, i fondi che gestisco, FF Emerging Market Debt Fund e FF Emerging Market Local Currency Debt Fund, hanno saputo mostrare buone performance, anche in ottica rischio/rendimento, riuscendo a superare molti dei loro competitor di categoria” precisa Steve Ellis.
Risultati che non si raggiungono per caso ma che sono la risultante dell’esperienza accumulata in decenni sui mercati. Fidelity, infatti, investe nei mercati emergenti da oltre 20 anni ed ha raggiunto un volume complessivo di 8 miliardi di dollari di masse gestite nell’obbligazionario emergente con un team del reddito fisso composto da oltre 100 professionisti.
Ne è convinto Steve Ellis, gestore di Fidelity Wolrdwide Investment per il mercato emergente obbligazionario (FF Emerging Market Debt Fund e FF Emerging Market Local Currency Debt Fund) che individua ora interessanti storie di "turnaround" in paesi che sono stati colpiti più duramente lo scorso anno. Dopo la forte correzione dell’estate scorsa, quando gli investitori erano preoccupati per i disavanzi delle partite correnti e il finanziamento dei saldi con l'estero, i mercati obbligazionari emergenti in valuta forte sono stati protagonisti di un buon recupero da inizio anno guidato dalla contrazione dello spread sui titoli governativi americani.
Negli emerging market bond in valuta locale, i rendimenti sono stati invece prevalentemente guidati dal carry. Ciò è dovuto all’appetito per le fonti di reddito da parte degli investitori internazionali che favorisce il debito emerging markets capace di offrire cedole più ricche. Tuttavia, il carry può essere efficace solo in chiave tattica. Pertanto anche nella gestione di strumenti di investimento in valuta locale riteniamo che il carry trade sia una strategia da utilizzare con cautela.
D’altra parte è opportuno sottolineare come il miglioramento delle economie sviluppate non ha ancora fatto sentire i suoi benefici sulle economie emergenti. Gli investitori lungimiranti in emerging markets dovrebbero guardare a questa dinamica dei mercati sviluppati come ad una luce positiva anche per i mercati in via di sviluppo. Infatti in qualsiasi normale ciclo economico a beneficiare della forza delle economie sviluppate sono proprio i paesi emergenti che possono sfruttare la crescita della domanda nei paesi sviluppati.
“Detto questo, preferiamo comunque essere molto selettivi nel valutare e investire in ciò che vediamo come storie di turnaround. In Colombia e in Sud Africa, le banche centrali stanno cercando di spingere i tassi di interesse reali a livelli più elevati per attrarre flussi di capitali e gli investitori spesso sottovalutano la velocità di una svolta quando la politica si sta muovendo nella giusta direzione. Nel caso della Turchia, il disavanzo delle partite correnti si è ridotto dal 7-8% dello scorso anno a circa il 4% quest'anno” argomenta Steve Ellis che, nelle obbligazioni in valuta locale, osserva accuratamente il premio al rischio per riuscire ad identificare alcune delle più interessanti fonti di alpha.
“Attualmente i premi per il rischio nei bond emerging market in valuta locale sono su livelli molto elevati: la ragione di questo è che gli investitori vogliono ancora essere ampiamente compensati per l’alta volatilità cui ancora sono associati i titoli del debito EM in valuta locale. Ma questo offre interessanti opportunità per la gestione selettiva e attiva dei titoli” riferisce Steve Ellis per il quale proprio il difficile contesto dello scorso anno, si è rivelato un buon banco di prova per il suo approccio d’investimento al debito emergente. “Nonostante le condizioni difficili dei mercati nel corso dell’ultimo anno, i fondi che gestisco, FF Emerging Market Debt Fund e FF Emerging Market Local Currency Debt Fund, hanno saputo mostrare buone performance, anche in ottica rischio/rendimento, riuscendo a superare molti dei loro competitor di categoria” precisa Steve Ellis.
Risultati che non si raggiungono per caso ma che sono la risultante dell’esperienza accumulata in decenni sui mercati. Fidelity, infatti, investe nei mercati emergenti da oltre 20 anni ed ha raggiunto un volume complessivo di 8 miliardi di dollari di masse gestite nell’obbligazionario emergente con un team del reddito fisso composto da oltre 100 professionisti.