Android
Aiuto, ho l’auto piena di hacker!
1 Luglio 2014 14:15
ama Android Auto ed è il nuovo sistema operativo per automobili annunciato da Google. Per gli esperti è il primo passo verso veicoli che saranno veri e propri smartphone su quattro ruote.
Lo riporta Market Watch che si chiede: l’hackeraggio sarà la nuova versione del furto d’auto?
Le prime auto equipaggiate con Android Auto dovrebbero essere disponibili già quest’anno: i guidatori, si fa per dire, potranno controllare la navigazione, i sistemi di comunicazione e di musica con ordini vocali, oppure rispondendo a messaggini.
Il veicolo contiene circa 60 microprocessori con oltre 10 milioni di linee di software.
Per capire cosa vuol dire, un Boeing BA 787 Dreamliner utilizza 18 milioni di linee di software.
Negli Stati Uniti sono già in strada oltre 26 milioni di auto in qualche modo connesse in rete e si stima che diventeranno 152 milioni nel 2020. Ma c’è un punto interrogativo sulla crescita esponenziale: più di metà degli utilizzatori di auto temono che la nuova generazione di veicoli sia vulnerabile ai furti da parte degli hacker, secondo un sondaggio condotto da Seapine Software. E non solo ai furti. Gli hacker possono prendere il controllo del volante, dei freni, del motore, dell’acceleratore, e via dicendo.
Magari operando da un pc in qualche angolo dell’Indonesia!
Il problema riguarda le auto di oggi più di quelle del futuro: se vengono messe in rete sono totalmente esposte agli hacker perché non sono state pensate per essere protette, mentre nei prototipi di Google tutte le comunicazioni da e verso l’esterno sono criptate e impermeabili al controllo remoto.
Lo riporta Market Watch che si chiede: l’hackeraggio sarà la nuova versione del furto d’auto?
Le prime auto equipaggiate con Android Auto dovrebbero essere disponibili già quest’anno: i guidatori, si fa per dire, potranno controllare la navigazione, i sistemi di comunicazione e di musica con ordini vocali, oppure rispondendo a messaggini.
Il veicolo contiene circa 60 microprocessori con oltre 10 milioni di linee di software.
Per capire cosa vuol dire, un Boeing BA 787 Dreamliner utilizza 18 milioni di linee di software.
Negli Stati Uniti sono già in strada oltre 26 milioni di auto in qualche modo connesse in rete e si stima che diventeranno 152 milioni nel 2020. Ma c’è un punto interrogativo sulla crescita esponenziale: più di metà degli utilizzatori di auto temono che la nuova generazione di veicoli sia vulnerabile ai furti da parte degli hacker, secondo un sondaggio condotto da Seapine Software. E non solo ai furti. Gli hacker possono prendere il controllo del volante, dei freni, del motore, dell’acceleratore, e via dicendo.
Magari operando da un pc in qualche angolo dell’Indonesia!
Il problema riguarda le auto di oggi più di quelle del futuro: se vengono messe in rete sono totalmente esposte agli hacker perché non sono state pensate per essere protette, mentre nei prototipi di Google tutte le comunicazioni da e verso l’esterno sono criptate e impermeabili al controllo remoto.
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