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International Editor's Picks - 14 luglio 2014

14 Luglio 2014 10:10

financialounge -  Airbnb Blackberry Europa International Editor's Picks sharing economy uber USA
ova vita per il BlackBerry?
Secondo CNBC la risposta è sì, dopo aver interpellato molti protagonisti dell’industria, a cominciare dal CEO di AOL Tim Armstrong che ha tessuto le lodi del precursore degli smartphone alla conferenza annuale di Allen & Co. a Sun Valley: per me il Blackberry è un’utility, e il futuro sono le utility. Di fatto il BlackBerry si sta letteralmente re-inventando con un focus sulle imprese e sulle piattaforme software piuttosto che sulle funzionalità da smartphone. E il mercato apprezza, da quando il CEO John Chen ha preso il commando e lanciato il nuovo corso a novembre il titolo è salito del 47%. La strada per tornare in vetta resta lunghissima: quando era il re degli smartphone a metà 2008 BlackBerry capitalizzava $78,4 miliardi contro $6 miliardi oggi.

Sharing economy e “surge pricing”, fa discutere la mossa di Uber
FOXBusiness si chiede se la pratica del “surge pricing”, cioè aumentare i prezzi quando aumenta la domanda (ma anche abbassarli quando scende), annunciata a sorpresa da Uber, l’operatore alternativo di trasporto a pagamento che sta facendo infuriare i tassisti di tutto il mondo, possa diventare uno standard anche in settori diversi dalla sharing economy. Questa volta non si sono arrabbiati i tassisti, ma i clienti. E anche le autorità locali. Tanto che la startup della sharing economy, che ormai vale (sulla carta) $ 17 miliardi, ha dovuto scendere ai patti con il procuratore generale di New York Eric Schneiderman (by the way, lo stesso che vuol costringere l’altra star della sharing economy, AirBnB, a sottomettersi almeno in parte alle regole che disciplinano gli alberghi tradizionali) e metter un tetto agli aumenti delle corse in caso di emergenze. Secondo FOX il modello dei prezzi flessibili che si sta diffondendo su Internet potrebbe contagiare presto anche attività tradizionali, come ristoranti, eventi sportivi e concerti.

Banche americane in ritardo su quelle europee?
John Gapper sul Financial Times si diverte a ribaltare un luogo comune che vede il Vecchio Continente sempre in ritardo: in US usano ancora gli assegni cartacei (4 volte di più che in UK), le carte di credito continuano ad affidarsi alla tecnologia della strisciata e della firma, vecchia di 40 anni, mentre il chip è uno sconosciuto, negli autobus si paga ancora con le monetine mentre a Londra non si sale neppure senza carta magnetica, etc. etc. etc. Ma, c’è sempre un ma. Gapper nota che vent’anni fa gli US accusavano un ritardo analogo nei telefonini, mentre l’Europa si affidava allo standard universale del GSM e inventava Skype. Poi nel 2007 Apple ha lanciato il primo iPhone e il primato della telefonia mobile ha traslocalo in America. La cosa divertente è che secondo il columnist del giornale della City una delle ragioni del primato europeo nei servizi di pagamento è merito dei regolatori di Bruxelles che impongono standard sempre più elevati all’industria. Un inglese che tifa Europa!

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