fusioni e acquisizioni
Le fusioni rilanciano le quotazioni del settore pharma
18 Luglio 2014 10:25
che non è riuscito a Pfizer qualche settimana fa, nel tentativo di acquisire AstraZeneca, si è invece concretizzato per un’altra big pharma americana, la Abb Vie. Quest’ultima si è infatti aggiudicata il controllo della rivale britannica Shire per un controvalore di 53 miliardi di dollari. Proprio il titolo Shire (+59% nel secondo trimestre di quest’anno), insieme ai titoli Allergan (+36%) e Akorn (+51%) sono risultate le partecipazioni migliori in portafoglio, in termini di performance, del comparto Pictet Generics, fondo specializzato sulle società che producono e sviluppano farmaci generici, a dimostrazione di come anche i piccoli risparmiatori possano partecipare al gran movimento del settore healthcare con un profilo di rischio ridotto rispetto all’investimento diretto in singole azioni.
“Prevediamo una buona performance delle società farmaceutiche dei mercati emergenti (Asia, area MENA, America Latina e Russia), grazie alla forte crescita interna trainata dai generici di marca. Gli incentivi del governo giapponese per aumentare l’uso dei generici nel Paese dovrebbero continuare a far progredire il mercato. Dovrebbe inoltre proseguire la fase di consolidamento del settore, in quanto le aziende produttrici di generici stanno cercando di aumentare di dimensioni, conquistare nuovi mercati e realizzare strutture di costo più efficienti. Il settore continua a presentare valutazioni interessanti, pari a 17 volte gli utili stimati per il 2014, con una crescita attesa di fatturato e utili pari al 10- 15% annuo per i prossimi 5 anni” ha dichiarato Stephan Patten, co gestore del comparto Pictet Generics, che investe in modo selettivo in società che beneficiano della crescita nei mercati caratterizzati da una scarsa penetrazione di generici oltre che in società farmaceutiche dei Paesi emergenti: nei mercati già consolidati del settore i gestori puntano invece sui titoli di qualità superiore e sui produttori di farmaci specialistici e di nicchia.
La ripartenza della cosiddetta febbre da fusioni nel settore healthcare rilancia anche il biotech da sempre nel mirino delle big pharma che da un lato hanno ingenti risorse liquide in cassa e, dall’altro, sono alla disperata ricerca di società innovative con farmaci in avanzato stato di test e potenzialmente papabili ad essere approvati nei prossimi anni, in modo da rimpiazzare i farmaci in procinto di perdere il brevetto. Benché i titoli biotech siano ancora sotto pressione (proprio l’altro ieri il presidente della Fed li ha etichettati come un po’ cari), le loro prospettive a medio lungo termine restano positive.
“La recente approvazione di diversi “blockbuster” (farmaci da oltre un miliardo di fatturato annuo) e i progressi nella sperimentazione di nuovi farmaci favoriscono la crescita del settore nonostante le difficoltà sul fronte dei prezzi e dei rimborsi. Per le società biotecnologiche prevediamo uno sviluppo significativamente superiore a quello del mercato farmaceutico, con un aumento medio del fatturato del 20% nei prossimi tre anni. I progressi delle vendite, l’approvazione di nuovi importanti farmaci e l’esito delle sperimentazioni offrono inoltre un ottimo potenziale di rialzo nel medio-lungo periodo.
Dopo la recente correzione, i titoli biotecnologici dovrebbero evidenziare movimenti laterali finché non tornerà la fiducia. I dati clinici di prossima pubblicazione e i risultati del secondo trimestre potrebbero essere i nuovi motori della performance” tiene a precisare Michael Sjöström gestore del comparto Pictet Biotech che, relativamente alla strategia di portafoglio continuerà ad investire in modo selettivo in società all’inizio di nuovi cicli di prodotto, essenzialmente a media e alta capitalizzazione.
“Prevediamo una buona performance delle società farmaceutiche dei mercati emergenti (Asia, area MENA, America Latina e Russia), grazie alla forte crescita interna trainata dai generici di marca. Gli incentivi del governo giapponese per aumentare l’uso dei generici nel Paese dovrebbero continuare a far progredire il mercato. Dovrebbe inoltre proseguire la fase di consolidamento del settore, in quanto le aziende produttrici di generici stanno cercando di aumentare di dimensioni, conquistare nuovi mercati e realizzare strutture di costo più efficienti. Il settore continua a presentare valutazioni interessanti, pari a 17 volte gli utili stimati per il 2014, con una crescita attesa di fatturato e utili pari al 10- 15% annuo per i prossimi 5 anni” ha dichiarato Stephan Patten, co gestore del comparto Pictet Generics, che investe in modo selettivo in società che beneficiano della crescita nei mercati caratterizzati da una scarsa penetrazione di generici oltre che in società farmaceutiche dei Paesi emergenti: nei mercati già consolidati del settore i gestori puntano invece sui titoli di qualità superiore e sui produttori di farmaci specialistici e di nicchia.
La ripartenza della cosiddetta febbre da fusioni nel settore healthcare rilancia anche il biotech da sempre nel mirino delle big pharma che da un lato hanno ingenti risorse liquide in cassa e, dall’altro, sono alla disperata ricerca di società innovative con farmaci in avanzato stato di test e potenzialmente papabili ad essere approvati nei prossimi anni, in modo da rimpiazzare i farmaci in procinto di perdere il brevetto. Benché i titoli biotech siano ancora sotto pressione (proprio l’altro ieri il presidente della Fed li ha etichettati come un po’ cari), le loro prospettive a medio lungo termine restano positive.
“La recente approvazione di diversi “blockbuster” (farmaci da oltre un miliardo di fatturato annuo) e i progressi nella sperimentazione di nuovi farmaci favoriscono la crescita del settore nonostante le difficoltà sul fronte dei prezzi e dei rimborsi. Per le società biotecnologiche prevediamo uno sviluppo significativamente superiore a quello del mercato farmaceutico, con un aumento medio del fatturato del 20% nei prossimi tre anni. I progressi delle vendite, l’approvazione di nuovi importanti farmaci e l’esito delle sperimentazioni offrono inoltre un ottimo potenziale di rialzo nel medio-lungo periodo.
Dopo la recente correzione, i titoli biotecnologici dovrebbero evidenziare movimenti laterali finché non tornerà la fiducia. I dati clinici di prossima pubblicazione e i risultati del secondo trimestre potrebbero essere i nuovi motori della performance” tiene a precisare Michael Sjöström gestore del comparto Pictet Biotech che, relativamente alla strategia di portafoglio continuerà ad investire in modo selettivo in società all’inizio di nuovi cicli di prodotto, essenzialmente a media e alta capitalizzazione.
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