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Servizi di streaming, parte la sfida tra le grandi aziende
18 Luglio 2014 09:10
appassionati di musica non è mai stato così complesso, così stimolante ed impegnativo: nell’attuale panorama musicale i fan, i curiosi, coloro che si divertono a scovare gruppi appena nati e promettenti, acquisiscono un ruolo sempre più attivo e partecipativo.
L’era del download si sta chiudendo, cedendo il passo a quella più immediata, esplorativa e social dello streaming: a confermarlo i dati diffusi da Nielsen dei primi sei mesi del 2014. Le vendite di musica digitale sono scese del 15% per gli album e del 13% per le singole canzoni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a favore di piattoafrome dedicate allo streaming.
Oggi le piattaforme streaming a disposizione sono molteplici: permettono di ascoltare tracce di album appena usciti, che siano queste famose o ai più sconosciute, offrono servizi in grado di essere equiparati a radio personalizzate, che intuiscono i gusti musicali delle persone, consentendo di affinare la playlist durante l’ascolto.
Tra i più conosciuti ricordiamo Songza, Deezer e ovviamente Spotify, valutata oggi tra i 7 e gli 8 miliardi di dollari.
Questi servizi stanno cambiando l’industria musicale, attirando un’attenzione sempre maggiore da parte dei colossi della tecnologia.
È recente la notizia secondo la quale Google avrebbe acquistato Songza, per una somma pari a 39 milioni di dollari.
Songza, è un servizio di streaming con la particolarità di poter generare automaticamente playlist personalizzate in base ai gusti musicali degli utenti, non attraverso l’utilizzo di sofisticati algoritmi, ma attraverso la selezione dei brani da parte di specialisti del settore.
Quella attuale è una vera e propria sfida evolutiva del settore musicale, che non poteva non coinvolgere anche Apple. L’azienda di Cupertino ha infatti da poco acquistato Beats, società che si focalizza su due principali linee di business: da una parte la produzione di cuffie per la riproduzione musicale, che recentemente sono apparse in tv attraverso testimonial d’eccezione del mondo dello sport; dall’altra parte la divisione Music che prevede un servizio di abbonamento di musica in streaming. Il costo dell’operazione è di circa 3 miliardi di dollari e la transazione verrà finalizzata nel quarto trimestre dell’anno.
Uno scenario sempre più competitivo e complesso, nel quale grandi aziende come Google, Apple e Amazon sono determinate a conquistare fette di mercato attraverso acquisizioni di realtà minori dalle grandi potenzialità di sviluppo ed espansione.
Un grande cambiamento nello stile di vita delle persone ridefinendo l’idea di possesso alla luce della sharing economy.
Una rivoluzione che come prevedibile coinvolge anche i social network, divenuti sempre di più catalizzatori di interessi economici.
Proprio su questo fronte è Twitter la piattaforma che si è messa in gioco più delle altre, attraverso una partnership con Billboard, nota rivista dedicata a musica e video: un'iniziativa che ha visto nascere un sistema di classificazione social.
Grazie infatti a real time chart, vengono create classifiche musicali interattive, che mostrano i brani di artisti famosi o emergenti in base alla frequenza con la quale vengono menzionati nei tweet.
Una cosa è certa: la rincorsa dei grandi colossi del hi-tech ai servizi di streaming più promettenti è appena cominciata. Solo il tempo potrà definire il risultato degli ingenti investimenti per il mercato digitale della musica online e gli analisti studiano ormai con attenzione l'evolversi degli scenari di un settore che ha ritrovato nuova vita dopo anni di sofferenza.
L’era del download si sta chiudendo, cedendo il passo a quella più immediata, esplorativa e social dello streaming: a confermarlo i dati diffusi da Nielsen dei primi sei mesi del 2014. Le vendite di musica digitale sono scese del 15% per gli album e del 13% per le singole canzoni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a favore di piattoafrome dedicate allo streaming.
Oggi le piattaforme streaming a disposizione sono molteplici: permettono di ascoltare tracce di album appena usciti, che siano queste famose o ai più sconosciute, offrono servizi in grado di essere equiparati a radio personalizzate, che intuiscono i gusti musicali delle persone, consentendo di affinare la playlist durante l’ascolto.
Tra i più conosciuti ricordiamo Songza, Deezer e ovviamente Spotify, valutata oggi tra i 7 e gli 8 miliardi di dollari.
Questi servizi stanno cambiando l’industria musicale, attirando un’attenzione sempre maggiore da parte dei colossi della tecnologia.
È recente la notizia secondo la quale Google avrebbe acquistato Songza, per una somma pari a 39 milioni di dollari.
Songza, è un servizio di streaming con la particolarità di poter generare automaticamente playlist personalizzate in base ai gusti musicali degli utenti, non attraverso l’utilizzo di sofisticati algoritmi, ma attraverso la selezione dei brani da parte di specialisti del settore.
Quella attuale è una vera e propria sfida evolutiva del settore musicale, che non poteva non coinvolgere anche Apple. L’azienda di Cupertino ha infatti da poco acquistato Beats, società che si focalizza su due principali linee di business: da una parte la produzione di cuffie per la riproduzione musicale, che recentemente sono apparse in tv attraverso testimonial d’eccezione del mondo dello sport; dall’altra parte la divisione Music che prevede un servizio di abbonamento di musica in streaming. Il costo dell’operazione è di circa 3 miliardi di dollari e la transazione verrà finalizzata nel quarto trimestre dell’anno.
Uno scenario sempre più competitivo e complesso, nel quale grandi aziende come Google, Apple e Amazon sono determinate a conquistare fette di mercato attraverso acquisizioni di realtà minori dalle grandi potenzialità di sviluppo ed espansione.
Un grande cambiamento nello stile di vita delle persone ridefinendo l’idea di possesso alla luce della sharing economy.
Una rivoluzione che come prevedibile coinvolge anche i social network, divenuti sempre di più catalizzatori di interessi economici.
Proprio su questo fronte è Twitter la piattaforma che si è messa in gioco più delle altre, attraverso una partnership con Billboard, nota rivista dedicata a musica e video: un'iniziativa che ha visto nascere un sistema di classificazione social.
Grazie infatti a real time chart, vengono create classifiche musicali interattive, che mostrano i brani di artisti famosi o emergenti in base alla frequenza con la quale vengono menzionati nei tweet.
Una cosa è certa: la rincorsa dei grandi colossi del hi-tech ai servizi di streaming più promettenti è appena cominciata. Solo il tempo potrà definire il risultato degli ingenti investimenti per il mercato digitale della musica online e gli analisti studiano ormai con attenzione l'evolversi degli scenari di un settore che ha ritrovato nuova vita dopo anni di sofferenza.
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