Chiara Bellon

Rischio correzione per azioni e bond nei prossimi 3 mesi

29 Luglio 2014 10:30

financialounge -  Chiara Bellon correzione di borsa Fondi obbligazionari inflazione mercati azionari sell off titoli di stato USA
oni globali e le obbligazioni potrebbero subire una correzione nei prossimi tre mesi, con l’equity esposto a una breve sell-off (vendite indiscriminate di titoli sul mercato senza limitazione di prezzo), e l'aumento dell'inflazione che spinge in alto i rendimenti dei bond (i cui prezzi si muovo in direzione opposta).

È quello che emerge dall’ultimo rapporto di strategia trimestrale firmato da una importante banca d’affari USA. Quest’ultima, in una nota ai clienti, ha tagliato il rating sui titoli azionari portandoli a neutro, l'equivalente di attesa, per i prossimi tre mesi: gli esperti dell’istituto di credito hanno anche abbassato i bond societari a sottopeso ed hanno previsto che i rendimenti dei titoli di Stato aumenteranno (con ripercussioni negative sui valori dei titoli governativi in portafoglio).

"Siamo preoccupati che un sell-off in titoli di Stato possa portare a un sell-off temporaneo anche sulle azioni in linea con quello che abbiamo visto la scorsa estate, anche se l’ampiezza dei movimenti è probabile che sia più piccola dal momento che la necessità di rialzo dei rendimenti dei titoli obbligazionari è stavolta più contenuta" ha affermato nella relazione un gruppo di 11 strategist. Si ricorda che l’'indice MSCI All-Country World Index, rappresentativo delle Borse di tutto il mondo, ha perso l’8,8 per cento dal 21 maggio - 24 giugno 2013, un periodo nel quale i rendimenti a 10 anni del Tesoro USA sono aumentati fino al 2,54 per cento dall’1,93 per cento: attualmente il rendimento a 10 anni è di circa 2,46 per cento ora.

La banca d’affari USA prevede che il rendimento possa salire al 3 per cento entro la fine del 2014 e al 4 per cento entro la fine del 2017. Gli strategist dell’istituto di credito hanno scritto nel report che i rendimenti obbligazionari aumenteranno a causa di "una forte crescita e un'accelerazione dell'inflazione negli Stati Uniti; la nostra aspettativa è che, non appena la Fed concluda il programma di acquisto di obbligazioni nel mese di ottobre 2014, e le prospettive macro si rafforzino, il mercato diventerà più aggressivo rispetto alla tempistica, la velocità e la dimensione del ciclo di restrizione monetaria da parte della Fed". La banca d’affari consiglia agli investitori di alleggerire le posizioni in titoli di Stato, perché i rendimenti probabilmente aumenteranno con l'inflazione degli Stati Uniti in accelerazione e la Fed ferma nei suoi acquisti di obbligazioni nel mese di ottobre.

Nel report, però, gli strategist ribadiscono la loro visione positiva a lungo termine per l’azionario: ecco perché suggeriscono un sovrappeso sulle azioni globali a 12 mesi, citando il potenziale apprezzamento trainato da una crescita economica sostenuta. In particolare per l’istituto di credito USA l’indice S&P500 dovrebbe attestarsi a 2.050 punti entro la fine del 2014, a 2.100 nel 2015 e a 2.200 punti nel 2016. Resta il fatto che molti investitori mostrano preoccupazione circa le valutazioni azionarie. L’S&P500 tratta attualmente a 18 volte gli utili, vicino al livello più alto dal marzo 2010: tale livello è aumentato di oltre il 4 per cento nel 2014 e si attesta al 14 per cento al di sopra della media di cinque anni (15,7). Che fare?

Alcuni preziosi suggerimenti li fornisce a FinanciaLounge Chiara Bellon, Head of Portfolio Management Italy di Vontobel: “Dato il nostro scenario di base di una ripresa economica globale sincronizzata, ci aspettiamo che i tassi di interesse continueranno ad aumentare leggermente nei prossimi mesi, rendendo poco attraenti le obbligazioni governative dei paesi sviluppati. Al contrario, le obbligazioni high-yield e convertibili continueranno a beneficiare di una forte ripresa negli Stati Uniti. Tuttavia, l’investimento obbligazionario più interessante al momento riteniamo sia costituito dai paesi emergenti, in divisa locale. Sul versante azionario, la volatilità ha toccato i nuovi minimi a giugno grazie al persistere delle politiche monetarie espansive da parte delle maggiori banche centrali mondiali. L’estremo ottimismo, combinato con mercati azionari generalmente a livelli storicamente elevati, costituisce un rischio e temiamo che il mercato sia più vulnerabile a notizie negative. Per questo abbiamo consigliato di proteggere una parte del sovrappeso azionario sui portafogli, che è comunque giustificato dal contesto economico positivo, con delle strategie in opzioni nel breve termine”.

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