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L’azionario Asia merita una maggiore esposizione

6 Agosto 2014 11:35

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può sapere se il picco di volatilità raggiunto la scorsa settimana a Wall Street sia temporaneo o suscettibile di nuove brusche virate all’insù.
Tuttavia, proprio lo scenario che si è determinato la scorsa settimana, con correzioni pronunciate in tutti i listini azionari europei e americani, fa ritenere interessante un posizionamento in asset asiatici, compresi cinesi e giapponesi.

Si può sintetizzare così la lettura settimanale dei mercati da parte di Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock, che nel suo commento ai mercati, partendo dalla ripresa economica degli Stati Uniti in accelerazione, parla di ironia della sorte:

“La scorsa settimana una serie di notizie economiche positive hanno dato slancio alle previsioni economiche USA, a cominciare dal forte incremento trimestrale del prodotto interno lordo (PIL). I dati sull'occupazione luglio anche mostrato che sono stati creati più di 200.000 nuovi posti di lavoro netti per il sesto mese consecutivo: un'ulteriore conferma che gli Stati Uniti hanno pienamente recuperato dalla contrazione economica del primo trimestre: nonostante tutto questo l’equity USA è però sceso” afferma Russ Koesterich.

Hanno prevalso, infatti, una serie di problemi: dal secondo default dell’Argentina dal 2001 alla necessità di una robusta ricapitalizzazione della banca portoghese Banco Espirito Santo, dalle nuove sanzioni che Stati Uniti ed Europa hanno inflitto alla Russia alla delusione degli investitori per alcune trimestrali aziendali molto al di sotto delle aspettative come, per esempio quelle di Samsung, Adidas e Lufthansa.

L’insieme di queste avversioni al rischio ha provocato un sell-off pronunciato (vendita generalizzata ed emotiva di titoli sul mercato senza badare troppo alle valutazioni e al prezzo) nell'ultimo giorno del mese spingendo il mercato azionario in territorio negativo a luglio, con particolari contraccolpi soprattutto per le azioni europee e le small cap statunitensi: quest'ultima asset class, per esempio, è scesa di oltre il 6% il mese scorso, registrando la più ampia perdita mensile in più di due anni.

Nel frattempo si è configurato anche il tanto atteso picco di volatilità: l’indice Vix, che misura la volatilità implicita dell’indice S&P500, è salito del 27% giovedi 31 luglio, cioè al suo livello più alto dal mese di aprile. In parallelo, le obbligazioni statunitensi sono state prima vendute bruscamente, in concomitanza del rilascio dei dati del PIL del secondo trimestre, per poi essere in parte ricomprati il giorno successivo dopo i numeri dell'occupazione di luglio, un po’ al di sotto delle aspettative.

“Tuttavia, anche con quei numeri, la nostra opinione è che il mercato del lavoro statunitense stia compiendo passi significativi. In media, circa 245.000 posti di lavoro sono stati aggiunti in ciascuno degli ultimi sei mesi, un trend significativamente superiore al livello di poco più di 200.000 visto spesso in precedenti periodi di recupero. Oltretutto, il dato di luglio è degno di nota in quanto le assunzioni tendono in genere a rallentare in estate” sottolinea Russ Koesterich che poi passa ad analizzare nel complesso i dati della scorsa settimana:

“La Federal Reserve potrebbe alzare i tassi di interesse prima di quanto i mercati si aspettano, nonostante il tono generale accomodante nelle dichiarazioni fatte da funzionari della Fed la scorsa settimana. Questo dovrebbe mettere rinnovata pressione sulle obbligazioni a breve scadenza (quelli con scadenze da due a cinque anni), che riteniamo saranno le più colpite da un rialzo dei tassi anticipato”.

In questo scenario, Russ Koesterich ritiene che l’economia cinese possa crescere ad un ritmo sostenuto e suggerisce una maggiore allocazione in titoli azionari asiatici, compresi quelli in Cina e Giappone.

“La scorsa settimana, un indicatore chiave dell'attività manifatturiera cinese è migliorato per il quinto mese consecutivo. Numeri economici forti come questi hanno contribuito al rialzo dell’8% delle azioni cinesi a luglio. Non solo. I guadagni si sono estesi alla Corea del Sud e al Giappone, beneficiari indiretti della ripresa dell'economia cinese” ricorda Russ Koesterich che poi conclude: “È difficile prevedere se il picco di volatilità Stati Uniti visto la scorsa settimana sarà di breve durata. Ma se anche fosse trovo che, in virtù del miglioramento dell’economia cinese, ci siano buoni motivi per assumere un’esposizione più ampia in azioni asiatiche, comprese quelli in Cina e Giappone”.

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