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Google Baseline, l’high-tech conquista il settore biomedico
18 Agosto 2014 09:10
le risorse tecnologiche collaborano al servizio delle ricerche in ambito biologico e, nello specifico, medico, occorre sempre avere molta cautela, cercando il giusto equilibrio tra progresso ed etica. Google ha appreso questo insegnamento a sue spese, e ad oggi è in grado di stupire ed incuriosire, rendendo i suoi progetti sfacciati ed ambiziosi.
È il caso del nuovo progetto firmato Google X, laboratorio di ricerca che ha presentato recentemente la sua nuova iniziativa, chiamata Google Baseline. Un team composto da un centinaio di ricercatori tra medici e scienziati potranno attingere ad un nutrito database di informazioni generiche, dati genetici e molecolari arrivando a delineare il profilo di un essere umano perfettamente in salute. Attraverso questo studio i ricercatori sperano di riuscire ad individuare le cause più diffuse di malattie mortali e studiarne la comparsa a partire dallo stadio embrionale.
Il modello di raccolta dati di Baseline non è unico nel suo genere, anzi: può essere paragonabile a quello impiegato dalla UK Biobank, un ente non a scopo di lucro del Regno Unito, ospitato dall'Università di Manchester e sostenuto dal Servizio Sanitario Nazionale, che tra il 2006 e il 2010 ha reclutato 500.0000 persone di età compresa tra i 40 e 69 anni con l’obiettivo di migliorare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di una vasta gamma di malattie gravi, come cancro, malattie cardiache, ictus, diabete, osteoporosi e molte altre. Come nel caso di Google Baseline, i dati in possesso di UK Biobank sono estratti da campioni di vario genere, come lacrime, saliva e urina, raccolti da soggetti volontari che hanno deciso di partecipare al progetto.
L’interesse di Google per il mondo della salute appare sempre più evidente dagli ultimi progetti annunciati: le lenti a contatto misura glucosio, la compagnia “Calico”, che studia nuovi metodi per allungare la vita umana, ed ora Google Baseline. Il colosso del web vuole espandere il proprio business, e lo sta facendo mettendo il proprio DNA, la tecnologia, al servizio di nuovi settori profittevoli.
Con Baseline, Google mira a costituire una raccolta di dati che potrebbe risultare preziosa in futuro. La scelta di restringere il campo di ricerca agli individui sani è strategica, e trova una sua spiegazione non nell’obiettivo del progetto – lo studio di un corpo umano perfettamente in salute – ma nell’analisi di fattibilità del progetto stesso: i dati inerenti a soggetti malati sono protetti da rigidissime norme sulla privacy, mentre quelli riguardanti soggetti sani sono di più facile accesso. Il crescente utilizzo di applicazioni e dispositivi dedicati alla salute, all’alimentazione e allo sport raccolgono informazioni che possono essere utilizzate per studiare lo stato di salute di un individuo sano.
Questo settore ha catalizzato l’attenzione anche di altri colossi della tecnologia, come nel caso di Apple, che di recente ha annunciato Health, un’applicazione che unisce i dati di tutte le app utilizzate per la salute e il fitness. In America inoltre, l’azienda di Cupertino si è garantita il libero accesso alle informazioni mediche grazie alla partnership con Epic, una delle maggiori aziende statunitensi specializzata in cartelle mediche elettroniche. I potenziali impieghi di Health sono molteplici: valori come battito cardiaco, calorie bruciate, glicemia e colesterolo potranno essere monitorati costantemente dagli utenti e inviate al proprio medico curante. Con Healt Kit gli sviluppatori di applicazioni per iOS potranno inoltre utilizzare i dati riguardanti la salute, resi disponibili dagli utenti previa autorizzazione, per creare nuove app in grado di scambiare informazioni con altre app gia installate sui propri dispositivi.
Come risposta diretta al lancio di Health, Google ha creato Google Fit, che sarà integrato nella prossima versione del sistema operativo Android L in arrivo in autunno. Questa piattaforma raggrupperà tutti i dati ottenuti dal rilevamento delle attività fisiche, integrando al suo interno tutte le app impiegate a tale scopo: una rete di informazioni che al momento non prevede fasi successive. Già nel 2008 Google aveva tentato di fare il suo ingresso nel settore della biomedica lanciando Google Health, una piattaforma pensata per raccogliere e conservare dati di natura medica, al servizio dei pazienti e dei medici. L’iniziativa del gigante di Mountain View si rivelò un insuccesso, e nel 2011 venne chiusa a causa dei mancati consensi e interesse da parte delle utenze.
La battaglia tra Google ed Apple potrebbe espandersi ad altri settori; una competitività che al momento non conosce confini certi, se non la tregua firmata dalle due società lo scorso maggio su tutti i ricorsi legali ancora pendenti al di fuori degli Stati Uniti.
Sapere individuare i segmenti di mercato più promettenti, sfruttare le circostanze a proprio vantaggio: capacità che accomunano i due colossi dell’high-tech, con identità estremamente differenti. L’interesse nei confronti del settore della biomedica si inscrive in questo approccio, pronto ad ammettere competizioni e alleanze, con la sola condizione che non si smetta di guardare al futuro.
È il caso del nuovo progetto firmato Google X, laboratorio di ricerca che ha presentato recentemente la sua nuova iniziativa, chiamata Google Baseline. Un team composto da un centinaio di ricercatori tra medici e scienziati potranno attingere ad un nutrito database di informazioni generiche, dati genetici e molecolari arrivando a delineare il profilo di un essere umano perfettamente in salute. Attraverso questo studio i ricercatori sperano di riuscire ad individuare le cause più diffuse di malattie mortali e studiarne la comparsa a partire dallo stadio embrionale.
Il modello di raccolta dati di Baseline non è unico nel suo genere, anzi: può essere paragonabile a quello impiegato dalla UK Biobank, un ente non a scopo di lucro del Regno Unito, ospitato dall'Università di Manchester e sostenuto dal Servizio Sanitario Nazionale, che tra il 2006 e il 2010 ha reclutato 500.0000 persone di età compresa tra i 40 e 69 anni con l’obiettivo di migliorare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di una vasta gamma di malattie gravi, come cancro, malattie cardiache, ictus, diabete, osteoporosi e molte altre. Come nel caso di Google Baseline, i dati in possesso di UK Biobank sono estratti da campioni di vario genere, come lacrime, saliva e urina, raccolti da soggetti volontari che hanno deciso di partecipare al progetto.
L’interesse di Google per il mondo della salute appare sempre più evidente dagli ultimi progetti annunciati: le lenti a contatto misura glucosio, la compagnia “Calico”, che studia nuovi metodi per allungare la vita umana, ed ora Google Baseline. Il colosso del web vuole espandere il proprio business, e lo sta facendo mettendo il proprio DNA, la tecnologia, al servizio di nuovi settori profittevoli.
Con Baseline, Google mira a costituire una raccolta di dati che potrebbe risultare preziosa in futuro. La scelta di restringere il campo di ricerca agli individui sani è strategica, e trova una sua spiegazione non nell’obiettivo del progetto – lo studio di un corpo umano perfettamente in salute – ma nell’analisi di fattibilità del progetto stesso: i dati inerenti a soggetti malati sono protetti da rigidissime norme sulla privacy, mentre quelli riguardanti soggetti sani sono di più facile accesso. Il crescente utilizzo di applicazioni e dispositivi dedicati alla salute, all’alimentazione e allo sport raccolgono informazioni che possono essere utilizzate per studiare lo stato di salute di un individuo sano.
Questo settore ha catalizzato l’attenzione anche di altri colossi della tecnologia, come nel caso di Apple, che di recente ha annunciato Health, un’applicazione che unisce i dati di tutte le app utilizzate per la salute e il fitness. In America inoltre, l’azienda di Cupertino si è garantita il libero accesso alle informazioni mediche grazie alla partnership con Epic, una delle maggiori aziende statunitensi specializzata in cartelle mediche elettroniche. I potenziali impieghi di Health sono molteplici: valori come battito cardiaco, calorie bruciate, glicemia e colesterolo potranno essere monitorati costantemente dagli utenti e inviate al proprio medico curante. Con Healt Kit gli sviluppatori di applicazioni per iOS potranno inoltre utilizzare i dati riguardanti la salute, resi disponibili dagli utenti previa autorizzazione, per creare nuove app in grado di scambiare informazioni con altre app gia installate sui propri dispositivi.
Come risposta diretta al lancio di Health, Google ha creato Google Fit, che sarà integrato nella prossima versione del sistema operativo Android L in arrivo in autunno. Questa piattaforma raggrupperà tutti i dati ottenuti dal rilevamento delle attività fisiche, integrando al suo interno tutte le app impiegate a tale scopo: una rete di informazioni che al momento non prevede fasi successive. Già nel 2008 Google aveva tentato di fare il suo ingresso nel settore della biomedica lanciando Google Health, una piattaforma pensata per raccogliere e conservare dati di natura medica, al servizio dei pazienti e dei medici. L’iniziativa del gigante di Mountain View si rivelò un insuccesso, e nel 2011 venne chiusa a causa dei mancati consensi e interesse da parte delle utenze.
La battaglia tra Google ed Apple potrebbe espandersi ad altri settori; una competitività che al momento non conosce confini certi, se non la tregua firmata dalle due società lo scorso maggio su tutti i ricorsi legali ancora pendenti al di fuori degli Stati Uniti.
Sapere individuare i segmenti di mercato più promettenti, sfruttare le circostanze a proprio vantaggio: capacità che accomunano i due colossi dell’high-tech, con identità estremamente differenti. L’interesse nei confronti del settore della biomedica si inscrive in questo approccio, pronto ad ammettere competizioni e alleanze, con la sola condizione che non si smetta di guardare al futuro.
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