Andrew Harmstone
Il temuto spettro di un ciclo di rialzo dei tassi
19 Agosto 2014 09:00
sibile che la straordinaria vitalità del mercato USA sia animata da una forza “oscura”, capace di “stregare” la Fed e indurla ad alzare i tassi d’interesse prima del previsto? A questa domanda, Andrew Harmstone, Managing Director Portfolio Manager Global Balanced Risk Controlled (GBaR) Strategy, ha risposto che sarà necessario verificare i contenuti delle minute della Federal Reserve che saranno rese note il 20 agosto, per conoscere i dettagli del dibattito all’interno della banca centrale USA sulla politica monetaria americana dei prossimi trimestri, e seguire con attenzione tutti i dati macro degli States fino alla prossima riunione del Comitato prevista per il 16-17 settembre.
“L’ondata di volatilità abbattutasi sui mercati azionari globali tra fine luglio e inizio agosto potrebbe essere stata causata dai timori degli investitori sulla politica monetaria della Fed e dalla paura che nuove forze (oscure?) si stiano agitando proprio all’interno della stessa Banca centrale” puntualizza Andrew Harmstone.
Il verbale della riunione del Comitato per le operazioni di mercato aperto della Fed (Fomc) pubblicato il 30 luglio ha infatti evidenziato il dissenso del presidente della Federal Reserve Bank di Filadelfia Charles Plosser nei confronti dell’indicazione, espressa nelle previsioni ufficiali della Fed, che il tasso di riferimento verrà mantenuto all’attuale livello dello 0,00-0,25% “per un periodo considerevole dopo la conclusione del programma di acquisto di attivi”.
“Secondo Plosser questa frase contiene infatti “un’indicazione temporale che non tiene conto del notevole progresso economico compiuto verso il raggiungimento degli obiettivi del Comitato (di massima occupazione e inflazione al 2%). Da molti mesi le decisioni di politica monetaria federale del Fomc venivano prese sempre con l’unanimità dei voti dei suoi membri. In particolare era stato chiaramente detto che la fine del programma di acquisto di attivi, che la Federal Reserve sta gradualmente riducendo, non sarebbe coincisa con l’inizio di una fase di rialzo dei tassi” argomenta Andrew Harmstone per il quale il dissenso di Plosser è già di per sé un’importante cambiamento.
Il verbale integrale della riunione, che verrà diffuso il 20 agosto, fornirà maggiori indicazioni sulla portata del dibattito.
“In tutti i casi, se la Fed effettivamente decidesse di alzare i tassi prima di quanto annunciato le conseguenze per i mercati globali potrebbero essere gravi. Maggiori investimenti, maggiori consumi e/o una crescita economica più rapida potrebbero sembrare cose desiderabili, ma per i mercati finanziari potrebbero invece rivelarsi infausti auspici” sottolinea Andrew Harmstone.
La prossima riunione del Comitato è in programma per il 16-17 settembre. Nel frattempo, secondo Andrew Harmstone, è probabile che i nuovi dati continueranno a corroborare la solidità e l’ampiezza della ripresa statunitense.
“Per il momento, in questa prima fase d’agosto sembra quindi ragionevole attendersi che al prossimo incontro del Fomc Plosser non sarà l’unica voce di dissenso, e pertanto gli investitori potrebbero temere che presto si materializzi il temuto spettro di un ciclo di rialzo dei tassi” conclude Andrew Harmstone.
“L’ondata di volatilità abbattutasi sui mercati azionari globali tra fine luglio e inizio agosto potrebbe essere stata causata dai timori degli investitori sulla politica monetaria della Fed e dalla paura che nuove forze (oscure?) si stiano agitando proprio all’interno della stessa Banca centrale” puntualizza Andrew Harmstone.
Il verbale della riunione del Comitato per le operazioni di mercato aperto della Fed (Fomc) pubblicato il 30 luglio ha infatti evidenziato il dissenso del presidente della Federal Reserve Bank di Filadelfia Charles Plosser nei confronti dell’indicazione, espressa nelle previsioni ufficiali della Fed, che il tasso di riferimento verrà mantenuto all’attuale livello dello 0,00-0,25% “per un periodo considerevole dopo la conclusione del programma di acquisto di attivi”.
“Secondo Plosser questa frase contiene infatti “un’indicazione temporale che non tiene conto del notevole progresso economico compiuto verso il raggiungimento degli obiettivi del Comitato (di massima occupazione e inflazione al 2%). Da molti mesi le decisioni di politica monetaria federale del Fomc venivano prese sempre con l’unanimità dei voti dei suoi membri. In particolare era stato chiaramente detto che la fine del programma di acquisto di attivi, che la Federal Reserve sta gradualmente riducendo, non sarebbe coincisa con l’inizio di una fase di rialzo dei tassi” argomenta Andrew Harmstone per il quale il dissenso di Plosser è già di per sé un’importante cambiamento.
Il verbale integrale della riunione, che verrà diffuso il 20 agosto, fornirà maggiori indicazioni sulla portata del dibattito.
“In tutti i casi, se la Fed effettivamente decidesse di alzare i tassi prima di quanto annunciato le conseguenze per i mercati globali potrebbero essere gravi. Maggiori investimenti, maggiori consumi e/o una crescita economica più rapida potrebbero sembrare cose desiderabili, ma per i mercati finanziari potrebbero invece rivelarsi infausti auspici” sottolinea Andrew Harmstone.
La prossima riunione del Comitato è in programma per il 16-17 settembre. Nel frattempo, secondo Andrew Harmstone, è probabile che i nuovi dati continueranno a corroborare la solidità e l’ampiezza della ripresa statunitense.
“Per il momento, in questa prima fase d’agosto sembra quindi ragionevole attendersi che al prossimo incontro del Fomc Plosser non sarà l’unica voce di dissenso, e pertanto gli investitori potrebbero temere che presto si materializzi il temuto spettro di un ciclo di rialzo dei tassi” conclude Andrew Harmstone.