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Tesla Motors: elettricità on the road

19 Agosto 2014 09:05

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(s)regolatezza a rendere genio Nikola Tesla. Ha contribuito al progresso anche andando contro le regole comuni e sostituendole con le proprie ossessioni (Tesla ne aveva molte, dai volatili al numero 3). Tesla pensò alla possibilità di usare la corrente alternata invece della corrente continua per distribuire l’energia elettrica su lunghe distanze, e cambiò il mondo.

Elon Musk, il CEO di Tesla Motors, potrebbe porsi concettualmente sulla scia dello scienziato di cui la casa automobilistica porta il nome. Imprenditore brillante e fuori dagli schemi, nonché co-fondatore di Paypal, ha fatto discutere di sé lo scorso giugno per una scelta inusuale in un contesto socio-economico spesso ristagnante, ossia quella di condividere con i competitor i brevetti della società sulle tecnologie delle auto elettriche.

"Tesla Motors è stata creata per accelerare l'avvento del trasporto sostenibile. Se liberiamo il cammino per la creazione di validi veicoli elettrici, ma poi posiamo le mine della proprietà intellettuale alle nostre spalle per bloccare gli altri, noi agiamo in modo contrario rispetto all'obiettivo": una policy chiara, riportata su un comunicato dell’azienda. In realtà la scelta è dettata da motivi economici: la diffusione di case automobilistiche che utilizzano le stesse tecnologie potrebbe portare ad un abbassamento dei prezzi dei materiali, generando vantaggi a Tesla stessa.

Quella di Tesla per le auto elettriche è l’“ossessione” che i due illusionisti rivali avevano in The Prestige. Musk lavora più sulla magia che sull’illusione, in nome di un nuovo grande giro di boa, la corrente on the road. Le auto di Tesla si stanno evolvendo rapidamente. Il modello S è una berlina sul mercato dal 2012 (in Europa dal 2013) e ha un’autonomia di 390 km. Al momento la produzione è stata interrotta per dare spazio alla fabbricazione del modello X, il primo SUV elettrico che sarà disponibile da inizio 2015. Invece il modello 3, su cui Musk e collaboratori stanno lavorando, sarà una berlina compatta e uscirà nel 2016.

La rivoluzione elettrica gira proprio sul fulcro del nuovo “carburante”: pochi giorni fa, la notizia della collaborazione tra Tesla e Panasonic per la costruzione della “batteria perfetta”, al litio. Proprio per questo accordo è stata prevista la costruzione di una fabbrica ad hoc per la produzione in serie delle batterie, la “Gigafactory”, che impiegherà 6.500 persone e potrebbe sorgere in New Mexico, Arizona, California, Nevada o Texas. Musk e Panasonic hanno davanti mesi e anni di lavoro frenetico per rispettare le consegne: Panasonic fabbricherà la batterie con celle agli ioni di litio (una specie di “pile” ottimizzate per auto), Tesla le adatterà in pacchetti adatti all’uso su strada. L’investimento previsto è di 5 miliardi di dollari da qui al 2020 con l’obiettivo di produzione di 100.000 vetture l’anno. Le economie di scala funzionano come modello di business per aiutare il contenimento delle spese per il 2017, anno in cui la fabbrica dovrebbe lavorare a pieno regime.

Tra le perplessità sulle auto elettriche, gli interrogativi riguardano anche la gestione sul lungo periodo. La manutenzione sarà a cura della società e Musk assicura che “nella maggior parte dei casi, non ci si accorgerà neppure che siamo intervenuti”.

Mentre ci si chiede se e quando l’auto elettrica sostituirà parzialmente o completamente quelle a benzina, diesel e GPL, i piani di Musk devono confrontarsi con la realtà. Nonostante Tesla, che al momento è ancora una piccola realtà, abbia chiuso il secondo trimestre in perdita, il titolo a Wall Street riscuote successi, confermando la fiducia degli investitori verso una casa automobilistica di dimensioni contenute che vuole scommettere sul futuro. Tesla guarda avanti e procede verso la rivoluzione.
Verso, forse, un mondo fatto di strade elettriche.

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