Andrew Wells
Politiche monetarie spingono obbligazionario emergente e ad alto rendimento
26 Agosto 2014 09:05
l'inflazione resterà a livelli ridotti, le obbligazioni dovrebbero continuare a rappresentare una buona fonte di reddito, grazie anche alle politiche monetarie espansive adottate dalle Banche Centrali” afferma Andrew Wells, CIO obbligazionario di Fidelity, per il quale le azioni adottate dai principali istituto di credito centrali supportano le prospettive dell'obbligazionario, mentre l'Europa e la Cina non costituiscono oggi motivi di preoccupazione.
“Nell'ambito del reddito fisso, l'Europa rappresenta un caso molto interessante: a fronte dell'ondata di notizie negative riferite al mercato del lavoro, alla stagnazione dell'economia e all'inflazione ridotta, nel 2013 l'high yield europeo ha reso l'8%: ci attendiamo una conferma di questi solidi rendimenti anche nel prossimo futuro. Sebbene oggi siano molti gli investitori alla ricerca di soluzioni basate sul reddito disposti a investire su tutta la curva e nei mercati creditizi, l’Europa potrebbe non apparire particolarmente appetibile in ragione degli attuali tassi ridotti. Tuttavia, come abbiamo sperimentato in passato nel caso degli USA e del Giappone, l'avvio di operazioni di quantitative easing è molto favorevole ai mercati obbligazionari. In attesa di poter valutare appieno gli effetti dei tagli dei tassi e delle misure di incentivazione alternative, come i TLTRO, non è infatti da escludere che in futuro venga lanciato un esteso programma di quantitative easing e acquisto di asset” puntualizza Andrew Wells che poi spiega perché resta ottimista in merito alle prospettive della Cina nel lungo periodo.
“Il paese si propone principalmente di raggiungere la stabilità economica e, nello specifico, mira a disporre di una forza lavoro stabile e a mostrare una crescita costante nel lungo periodo. Il fatto che il tasso di crescita della Cina possa scendere dall'8% al 7,5% non assume un particolare rilievo dato che il nuovo tasso di crescita si riferisce a una base economica decisamente superiore. La Cina appare altresì ben attenta a evitare bolle immobiliari e creditizie, tanto che in questi settori stiamo assistendo a un aumento della regolamentazione: certamente una buona notizia in un'ottica di lungo periodo”.
In questo scenario, per Andrew Wells le obbligazioni high yield rappresentano ancora una opportunità, grazie a fondamentali solidi e ad un margine di ulteriore compressione degli spread.
“Nell'ambito del reddito fisso, l'high yield continua a registrare buone performance e, a dispetto di occasionali periodi di volatilità, quest'asset class, grazie a una duration media contenuta offre una protezione adeguata da eventuali incrementi dei tassi di interesse. In un contesto di costante ridimensionamento dei bilanci bancari, ritengo che proseguiranno le emissioni di titoli high yield con un margine di ulteriore compressione degli spread” fa presente Andrew Wells che poi conclude parlando dell’altra asset class obbligazionaria ricca di opportunità: “Una delle aree che riteniamo potrebbe riaccendere sempre più l'interesse degli investitori è quella delle obbligazioni dei mercati emergenti. Nonostante il forte deflusso di fondi dai paesi in via di sviluppo registrato nel 2013 e a dispetto degli evidenti problemi strutturali a cui sono esposti alcuni mercati come la Russia, l'Ucraina e il Venezuela, altri paesi risultano interessanti. Alcuni mercati del sud-est asiatico offrono ad esempio un buon valore e prospettive particolarmente attraenti”.
“Nell'ambito del reddito fisso, l'Europa rappresenta un caso molto interessante: a fronte dell'ondata di notizie negative riferite al mercato del lavoro, alla stagnazione dell'economia e all'inflazione ridotta, nel 2013 l'high yield europeo ha reso l'8%: ci attendiamo una conferma di questi solidi rendimenti anche nel prossimo futuro. Sebbene oggi siano molti gli investitori alla ricerca di soluzioni basate sul reddito disposti a investire su tutta la curva e nei mercati creditizi, l’Europa potrebbe non apparire particolarmente appetibile in ragione degli attuali tassi ridotti. Tuttavia, come abbiamo sperimentato in passato nel caso degli USA e del Giappone, l'avvio di operazioni di quantitative easing è molto favorevole ai mercati obbligazionari. In attesa di poter valutare appieno gli effetti dei tagli dei tassi e delle misure di incentivazione alternative, come i TLTRO, non è infatti da escludere che in futuro venga lanciato un esteso programma di quantitative easing e acquisto di asset” puntualizza Andrew Wells che poi spiega perché resta ottimista in merito alle prospettive della Cina nel lungo periodo.
“Il paese si propone principalmente di raggiungere la stabilità economica e, nello specifico, mira a disporre di una forza lavoro stabile e a mostrare una crescita costante nel lungo periodo. Il fatto che il tasso di crescita della Cina possa scendere dall'8% al 7,5% non assume un particolare rilievo dato che il nuovo tasso di crescita si riferisce a una base economica decisamente superiore. La Cina appare altresì ben attenta a evitare bolle immobiliari e creditizie, tanto che in questi settori stiamo assistendo a un aumento della regolamentazione: certamente una buona notizia in un'ottica di lungo periodo”.
In questo scenario, per Andrew Wells le obbligazioni high yield rappresentano ancora una opportunità, grazie a fondamentali solidi e ad un margine di ulteriore compressione degli spread.
“Nell'ambito del reddito fisso, l'high yield continua a registrare buone performance e, a dispetto di occasionali periodi di volatilità, quest'asset class, grazie a una duration media contenuta offre una protezione adeguata da eventuali incrementi dei tassi di interesse. In un contesto di costante ridimensionamento dei bilanci bancari, ritengo che proseguiranno le emissioni di titoli high yield con un margine di ulteriore compressione degli spread” fa presente Andrew Wells che poi conclude parlando dell’altra asset class obbligazionaria ricca di opportunità: “Una delle aree che riteniamo potrebbe riaccendere sempre più l'interesse degli investitori è quella delle obbligazioni dei mercati emergenti. Nonostante il forte deflusso di fondi dai paesi in via di sviluppo registrato nel 2013 e a dispetto degli evidenti problemi strutturali a cui sono esposti alcuni mercati come la Russia, l'Ucraina e il Venezuela, altri paesi risultano interessanti. Alcuni mercati del sud-est asiatico offrono ad esempio un buon valore e prospettive particolarmente attraenti”.