BlackRock
Maggiore cautela nel breve termine nell’equity
4 Settembre 2014 15:30
forzamento dell'economia, la bassa inflazione e i rendimenti ai minimi dei Treasury suggeriscono che le Borse possono (e probabilmente dovrebbero) muoversi verso l'alto entro la fine dell'anno. Tuttavia, nel breve termine, la stagionalità negativa e i crescenti rischi geopolitici consigliano agli investitori di esercitare una maggiore cautela. È questo il messaggio che Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock, lancia nel commento ai mercati del 2 settembre.
“In autunno la tendenza ad un incremento della volatilità potrebbe continuare. Le azioni possono avanzare ulteriormente, ma gli investitori potrebbero preferire una maggiore cautela: una politica monetaria meno espansiva e i rischi geopolitici potrebbero innescare una maggiore volatilità proprio mentre si sta entrando nel mese storicamente più debole dell'anno per le Borse” sottolinea Russ Koesterich.
Dopo un inizio del mese difficile, i mercati azionari hanno registrato un deciso rialzo in agosto. A livello globale le Borse hanno guadagnato circa il 2,50%, con gli indici degli Stati Uniti e dei mercati emergenti che hanno trainato le performance: la settimana scorsa l'S&P500 ha chiuso sopra la soglia dei 2.000 punti per la prima volta, 16 anni dopo aver superato il livello dei 1.000. Un aiuto all’equity USA è arrivato dai robusti dati economici come quelli pubblicati la scorsa settimana che hanno evidenziato un recupero dell'economia statunitense.
La maggior parte dei dati degli Stati Uniti si sono attestati su livelli sostenuti, con l’eccezione delle spese dei consumatori che, nel mese di luglio, sono inaspettatamente scese per la prima volta da gennaio. Tuttavia, nel secondo trimestre, il prodotto interno lordo (PIL) è stato rivisto al rialzo, con gli investimenti fissi che hanno registrato il tasso di aumento più rapido dal terzo trimestre del 2011. Inoltre i tassi ipotecari più bassi stanno sostenendo il mercato immobiliare. In questo contesto, Wall Street ha inoltre beneficiato delle continue operazioni di fusioni e acquisizioni e dei tassi di interesse ostinatamente bassi ancora per un lungo termine.
Detto questo, per Russ Koesterich, gli investitori devono essere consapevoli di due questioni.
In primo luogo, le condizioni sono mature per un ulteriore aumento della volatilità. La volatilità media giornaliera era superiore di circa il 15% nel mese di agosto rispetto ai tre mesi precedenti, anche se poi è stata riassorbita nel corso del mese. Nel momento in cui proseguirà la striscia di dati economici positivi, c’è da aspettarsi, come effetto collaterale, un incremento delle possibilità di un rialzo dei tassi iniziale da parte della Federal Reserve: condizioni monetarie più restrittive sostengono, di solito, la tendenza ad un incremento della volatilità.
Inoltre, i rischi geopolitici sono tutt’altro che ridimensionati. Gli investitori prestano sempre attenzione all’evoluzione del conflitto in Ucraina e, qualora la situazione dovesse continuare a peggiorare, si potrebbe innescare una brusca inversione di tendenza per l’equity.
“In secondo luogo, ci stiamo avvicinando a un periodo storicamente debole per i mercati azionari. In generale, non diamo grande importanza alle statistiche stagionali. Il mese di settembre, tuttavia, sembra essere diverso. Guardando indietro a oltre 100 anni di dati degli Stati Uniti, il nono mese dell’anno si distingue come un periodo che vanta il non invidiabile record delle più deboli performance azionarie. Quello che è interessante notare è che questa tendenza non si verifica soltanto a Wall Street, ma anche in mercati lontani come la Germania, il Regno Unito e persino il Giappone” conclude Russ Koesterich.
“In autunno la tendenza ad un incremento della volatilità potrebbe continuare. Le azioni possono avanzare ulteriormente, ma gli investitori potrebbero preferire una maggiore cautela: una politica monetaria meno espansiva e i rischi geopolitici potrebbero innescare una maggiore volatilità proprio mentre si sta entrando nel mese storicamente più debole dell'anno per le Borse” sottolinea Russ Koesterich.
Dopo un inizio del mese difficile, i mercati azionari hanno registrato un deciso rialzo in agosto. A livello globale le Borse hanno guadagnato circa il 2,50%, con gli indici degli Stati Uniti e dei mercati emergenti che hanno trainato le performance: la settimana scorsa l'S&P500 ha chiuso sopra la soglia dei 2.000 punti per la prima volta, 16 anni dopo aver superato il livello dei 1.000. Un aiuto all’equity USA è arrivato dai robusti dati economici come quelli pubblicati la scorsa settimana che hanno evidenziato un recupero dell'economia statunitense.
La maggior parte dei dati degli Stati Uniti si sono attestati su livelli sostenuti, con l’eccezione delle spese dei consumatori che, nel mese di luglio, sono inaspettatamente scese per la prima volta da gennaio. Tuttavia, nel secondo trimestre, il prodotto interno lordo (PIL) è stato rivisto al rialzo, con gli investimenti fissi che hanno registrato il tasso di aumento più rapido dal terzo trimestre del 2011. Inoltre i tassi ipotecari più bassi stanno sostenendo il mercato immobiliare. In questo contesto, Wall Street ha inoltre beneficiato delle continue operazioni di fusioni e acquisizioni e dei tassi di interesse ostinatamente bassi ancora per un lungo termine.
Detto questo, per Russ Koesterich, gli investitori devono essere consapevoli di due questioni.
In primo luogo, le condizioni sono mature per un ulteriore aumento della volatilità. La volatilità media giornaliera era superiore di circa il 15% nel mese di agosto rispetto ai tre mesi precedenti, anche se poi è stata riassorbita nel corso del mese. Nel momento in cui proseguirà la striscia di dati economici positivi, c’è da aspettarsi, come effetto collaterale, un incremento delle possibilità di un rialzo dei tassi iniziale da parte della Federal Reserve: condizioni monetarie più restrittive sostengono, di solito, la tendenza ad un incremento della volatilità.
Inoltre, i rischi geopolitici sono tutt’altro che ridimensionati. Gli investitori prestano sempre attenzione all’evoluzione del conflitto in Ucraina e, qualora la situazione dovesse continuare a peggiorare, si potrebbe innescare una brusca inversione di tendenza per l’equity.
“In secondo luogo, ci stiamo avvicinando a un periodo storicamente debole per i mercati azionari. In generale, non diamo grande importanza alle statistiche stagionali. Il mese di settembre, tuttavia, sembra essere diverso. Guardando indietro a oltre 100 anni di dati degli Stati Uniti, il nono mese dell’anno si distingue come un periodo che vanta il non invidiabile record delle più deboli performance azionarie. Quello che è interessante notare è che questa tendenza non si verifica soltanto a Wall Street, ma anche in mercati lontani come la Germania, il Regno Unito e persino il Giappone” conclude Russ Koesterich.