Azad Zangana

Meeting BCE, ecco cosa dicono i principali asset manager

8 Settembre 2014 09:50

financialounge -  Azad Zangana BCE Chris Ames Maria Paola Toschi Tanguy Le Saout
isioni annunciate giovedi scorso dalla BCE non hanno deluso le aspettative del mercato. Su questo punto sono d’accordo praticamente tutti i commentatori più autorevoli, che tuttavia, poi si dividono sui possibili impatti delle decisioni e sulle prossime mosse dell’Eurotower.

Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management, nell’articolo "Draghi non delude i mercati e continua la lotta alla deflazione" afferma: “Resta un pò di scetticismo sull’efficacia delle nuove misure di intervento. I tassi infatti sono già estremamente bassi e un’ulteriore limatura al ribasso rischia di essere un’arma un pò spuntata. Il potere maggiore delle decisioni annunciate è ancora legato alla cosiddetta forward guidance (cioè l’esercizio del proprio potere in politica monetaria al fine di condizionare, con le proprie previsioni, le aspettative dei mercati sui futuri livelli dei tassi di interesse, ndr). È possibile che le decisioni della BCE lascino ancora una volta la porta aperta e siano propedeutiche, al lancio di ulteriori misure di allentamento quantitativo. Non possiamo esattamente sapere in quale forma e modo, ma non possiamo neanche escludere che una versione europea di allentamento quantitativo alla fine possa arrivare”.

Opinione sulla quale restano più scettici sia Azad Zangana, European Economist di Schroders e Chris Ames, Senior FI Portfolio Manager di Schroders, che anche Tanguy Le Saout Head of European Fixed Income di Pioneer Investments. Subito dopo l’annuncio delle decisioni della BCE, fanno notare i due esperti di Schroders nell’articolo “Dopo le mosse di Draghi gli investitori vogliono di più”, gli asset rischiosi hanno risposto positivamente alle notizie provenienti da Francoforte: le borse europee hanno chiuso in rialzo, i rendimenti dei titoli di Stato si sono mossi in discesa e l’euro si è deprezzato ulteriormente.
Ma, secondo loro, si è trattato di un movimento che sottintende una precisa aspettativa: gli investitori stanno chiaramente scommettendo sulla probabilità che a breve l’Eurotower approvi ulteriori stimoli.

“Le limitazioni del mercato degli ABS hanno naturalmente spinto gli investitori ad arrivare alla conclusione che la BCE sarà alla fine obbligata a comprare altri asset e, in particolare, titoli di Stato, come fatto in passato dalla Fed e dalla Bank of England. Per adesso, questo punto non è nell’agenda della BCE e se le proiezioni dello staff dell’Eurotower sono corrette nel vedere una ripresa della crescita e dell’inflazione nel 2015, l’Istituto di Francoforte potrebbe non doversi mai impegnare in questa controversa operazione” tengono a precisare i due esperti di Schroders che poi concludono: “Vale la pena sottolineare che Draghi ha rivelato come alcuni membri del Consiglio direttivo volessero attuare uno stimolo maggiore rispetto a quello poi deciso, mentre una minoranza si è espressa in senso contrario ai provvedimenti varati. Ciò suggerisce che c’è ancora molta resistenza al QE (quantitative easing, allentamento quantitativo), ma anche che opzioni più aggressive sono ancora disponibili” ribadiscono infatti Azad Zangana, e Chris Ames.

Tesi condivisa da Tanguy Le Saout nell’articolo “Bene la BCE, ma il QE sul debito sovrano resta improbabile”: “Le misure annunciate dalla BCE sono tutte positive e dovrebbero anche contribuire a ravvivare la crescita e l’inflazione, specialmente nel 2015 e 2016. Questo a sua volta dovrebbe favorire le strategie in grado di beneficiare di una maggiore inflazione a livello europeo nel corso dei prossimi anni. Per questo crediamo anche che le aspettative di maggiore crescita e inflazione rendano meno probabile il ricorso ad un vero e proprio programma di QE, a maggior ragione se si tiene conto del fatto che Draghi ha ammesso il persistere di opposizioni tra i membri del consiglio".

Pure Morgan Stanley Research ha confermato la propria convinzione dopo la conferenza stampa di Draghi di giovedi scorso: le prospettive di QE (cioè un grande programma di acquisto su vasta scala di titoli di Stato dei paesi euro) restano limitate. Ma ammette che, nonostante la controversa decisione del meeting della BCE (alcuni membri si sono schierati contro le azioni avviate da Draghi), il Consiglio direttivo ha lasciato la porta aperta per l'azione politica aggiuntivo nel futuro, ma probabilmente non nel breve termine.

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