Chiara Bellon

Fondi high yield, quando la valuta fa la differenza

24 Settembre 2014 15:00

financialounge -  Chiara Bellon dollaro euro High Yield mercati valutari Regno Unito tassi di interesse USA
i obbligazionari specializzati sul rating non investment grade ad alto rendimento sono risultati tra i più bersagliati dalle vendite negli ultimi mesi dagli investitori europei: solo nel mese luglio, in base ai dati raccolti da Lipper, hanno accusato deflussi netti mensili per circa 6 miliardi di euro.

La principale ragione di questo improvviso cambio di umore dei sottoscrittori verso una delle asset class obbligazionarie più redditizie in assoluto degli ultimi tre anni è l’aumento dell’avversione al rischio maturato tra luglio e metà agosto sui mercati che ha causato disinvestimenti da tutte le principali asset class più rischiose e cioè sia dai fondi ad indirizzo azionario che dagli high yield bond. Per questi ultimi, inoltre, ha influito anche il timore di un rialzo dei tassi di interesse.

Tuttavia, se per i fondi obbligazionari high yield euro la mossa tattica di alleggerire le posizioni si è rivelata tutto sommato non del tutto sbagliata, non è stato affatto così per quanto riguarda i fondi di questa asset class focalizzati sulle emissioni in dollari USA e, soprattutto, su emittenti asiatici. Infatti, negli ultimi tre mesi, i fondi high yield euro evidenziano una performance media di categoria del +0,09% che si confronta con il +5,39% degli omologhi in dollari USA e il +7,97% dei fondi high yield Asia.
Come mai questa marcata differenza di rendimento in un periodo di tempo non eccessivamente lungo?

La principale motivazione è nella valuta. Infatti mentre i fondi high yield euro investono quasi esclusivamente in bond alto rendimento denominati nella divisa unica europea, quelli USA impiegano gli attivi in alto rendimento in dollari americani (che si sono rivalutati del 7% rispetto all’euro dal minimo di maggio) e quelli Asia selezionano titoli high yield di emittenti asiatici (che , oltre alla rivalutazione delle monete rispetto all’euro, vantano anche rendimenti nominali superiori).

"Le obbligazioni high yield negli ultimi tre mesi sono state interessate per la prima volta, dopo molto tempo, da flussi in vendita che hanno fatto pensare alla fine di un periodo prolungato di guadagni e bassa volatilità. In generale gli spread sono arrivati a livelli storicamente molto bassi, in alcuni casi al livello pre-crisi 2008, per cui una presa di profitto è ragionevole. Tuttavia non è ancora terminato secondo noi il trend positivo dell’asset class, visto che il contesto di tassi bassi nell’area euro durerò ancora per un pò” commenta Chiara Bellon, Head of Portfolio Management Italy di Vontobel per la quale, tuttavia, è diverso il discorso negli Stati Uniti o nel Regno Unito.

“Infatti anche nelle performance degli ultimi mesi si è registrato un differente comportamento dell’asset class a seconda dell’area geografica” puntualizza Chiara Bellon che poi aggiunge: “In Europa ha pesato la crisi Ucraina/Russia, mentre nei mercati emergenti l’allontanarsi delle preoccupazioni per il rialzo dei tassi della Fed ha rinvigorito la ricerca di rendimento. In Asia in particolare il mercato high yield si sta sviluppando in un contesto di crescita e di miglioramento costante della qualità del sistema finanziario. Da non sottovalutare che se si è investito in high yield in dollari USA (quindi anche quelli dei mercati emergenti) o in sterline (GBP), il guadagno derivante dall’apprezzamento contro euro è stato significativo. Infine da rilevare come negli ultimi mesi i guadagni dall’investimento in titoli high yield è venuto più da una riduzione dei tassi sui titoli governativi che dalla riduzione degli spread, che in realtà sono rimasti ai livelli di giugno e possono quindi rappresentare ancora oggi un’opportunità".

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