esportazioni
L’Italia spera che la Russia non violi le sanzioni UE
24 Settembre 2014 15:45
erscambio commerciale che nel 2013 ha toccato i 30,7 miliardi di euro, 20 dei quali di importazioni (prevalentemente gas) e 10,7 di export. Presenze turistiche russe in Italia quasi raddoppiate dal 2009 a oggi con un giro d’affari complessivo di 1,3 miliardi di euro, preceduto soltanto dai turisti americani. Investimenti diretti, da Mosca a Roma, in continua ascesa sia nel settore immobiliare (in particolare in Versilia e in Costa Smeralda) e sia in quello finanziario: basti pensare che le partecipazioni russe nelle società quotate in Piazza Affari hanno superato il miliardo di euro.
Sono questi i numeri che inquadrano quanto sia delicata la «questione Russia» per il nostro paese in questa fase che vede il conflitto russo–ucraino in una situazione alquanto instabile. La buona notizia, almeno finora, è che le ultime sanzioni UE comminate a Mosca non sono state violate dal Cremlino e questo fa sperare l’Italia che avrebbe molto da perdere da un’esclation del conflitto e delle relative sanzioni. Un recente studio di Sace, l’Ente Pubblico economico che assume in assicurazione e/o in riassicurazione i rischi a cui sono esposte le aziende italiane nelle loro transazioni internazionali e negli investimenti all'estero, ha stimato in poco meno di un miliardo l’impatto negativo sul nostro export verso la Russia per il biennio 2014-2015 nello scenario base che si sta delineando fino ad oggi e una ricaduta negativa massima che arriverebbe a sfiorare i 2,4 miliardi nella situazione peggiore.
La vicenda Ucraina ha spinto i legami tra la Russia e l'Occidente al punto peggiore dalla fine della Guerra Fredda, ma che effetti ci potrebbero essere nelle prossime settimane in Russia dopo le ultime sanzioni occidentali? E come giudicano le mosse del presidente Vladimir Putin i cittadini russi?
Per Hugo Bain, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, di ritorno dal suo viaggio in Russia, rivela che la situazione a Mosca non è così male come potrebbe sembrare dall’esterno.
"È la Russia più unita che abbia mai visto nei miei 15 anni da professionista specializzato sugli investimenti nei mercati emergenti. In virtù di uno dei tassi di disoccupazione più bassi nella storia e di un migliorato tenore di vita, sembra che le questioni politiche contino in questo momento per il popolo di più rispetto all'economia" ha commentato Hugo Bain aggiungendo che la tenuta dell'accordo di cessate il fuoco tra i due contendenti (Russia e Ucraina) potrebbe segnare l'inizio di una fine del conflitto, e riverberare un effetto profondamente positivo sull'economia della Russia: uno scenario non ancora scontato dagli investitori.
Sono questi i numeri che inquadrano quanto sia delicata la «questione Russia» per il nostro paese in questa fase che vede il conflitto russo–ucraino in una situazione alquanto instabile. La buona notizia, almeno finora, è che le ultime sanzioni UE comminate a Mosca non sono state violate dal Cremlino e questo fa sperare l’Italia che avrebbe molto da perdere da un’esclation del conflitto e delle relative sanzioni. Un recente studio di Sace, l’Ente Pubblico economico che assume in assicurazione e/o in riassicurazione i rischi a cui sono esposte le aziende italiane nelle loro transazioni internazionali e negli investimenti all'estero, ha stimato in poco meno di un miliardo l’impatto negativo sul nostro export verso la Russia per il biennio 2014-2015 nello scenario base che si sta delineando fino ad oggi e una ricaduta negativa massima che arriverebbe a sfiorare i 2,4 miliardi nella situazione peggiore.
La vicenda Ucraina ha spinto i legami tra la Russia e l'Occidente al punto peggiore dalla fine della Guerra Fredda, ma che effetti ci potrebbero essere nelle prossime settimane in Russia dopo le ultime sanzioni occidentali? E come giudicano le mosse del presidente Vladimir Putin i cittadini russi?
Per Hugo Bain, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, di ritorno dal suo viaggio in Russia, rivela che la situazione a Mosca non è così male come potrebbe sembrare dall’esterno.
"È la Russia più unita che abbia mai visto nei miei 15 anni da professionista specializzato sugli investimenti nei mercati emergenti. In virtù di uno dei tassi di disoccupazione più bassi nella storia e di un migliorato tenore di vita, sembra che le questioni politiche contino in questo momento per il popolo di più rispetto all'economia" ha commentato Hugo Bain aggiungendo che la tenuta dell'accordo di cessate il fuoco tra i due contendenti (Russia e Ucraina) potrebbe segnare l'inizio di una fine del conflitto, e riverberare un effetto profondamente positivo sull'economia della Russia: uno scenario non ancora scontato dagli investitori.
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