Christine Lagarde
Ultimo trimestre 2014, i 3 fattori da tenere d'occhio
14 Ottobre 2014 16:30
e si presenta l’ultimo trimestre dell’anno?” Una domanda di grande attualità soprattutto alla luce di una settimana di forti correzioni dei mercati che ha ricordato come i livelli dei prezzi siano sostenibili solo con una crescita economica convincente. Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di Swiss & Global nel commento analitico L’Alpha e Beta del 13 ottobre 2014 giunge ad una risposta articolata in tre ambiti.
In primis, è necessario osservare i fattori dell’economia, cioè la qualità e forza della ripresa globale. Ulteriori dati di debolezza potrebbero far scivolare ancora le borse, rendendo ancora più nervosi gli investitori che navigano sulle onde di listini a massimi storici.
In secondo luogo, saranno fondamentali i comportamenti delle banche centrali. La Fed è consapevole degli effetti globali del dollaro forte e dell’inversione dei tassi di interessi, in particolare sulle economie emergenti. Draghi e la BCE, invece, non smetteranno l’azione di contrasto alla deflazione e di sostegno alle imprese con il programma di acquisto di ABS.
Infine, e siamo al terzo punto, le valutazioni dei listini sopra la media storica non costituiscono un chiaro segnale di vendita: "gli attuali livelli dell’indice non sono così estremi da anticipare una conclusione drammatica", puntualizza Robert Shiller (l’ideatore l’indice CAPE ,Cyclically Adjusted Price/Earnings, famoso anche come indice di Shiller), che rivela peraltro di avere circa il 50% del proprio patrimonio investito in azioni.
Per Carlo Benetti nessuno può dunque dire oggi la natura della correzione e cosa accadrà domani mentre il fatto certo è che, a fronte di questi livelli dei rendimenti dei titoli governativi, le azioni restano la scelta preferibile, non per aspettative di performance a doppia cifra quanto piuttosto come ragionevole fonte di rendimento per il portafoglio. “Molte società presentano un dividend yield (rapporto tra il dividendo del titolo e il suo prezzo) attorno al 3% oltre al potenziale apprezzamento del proprio valore in Borsa. I gestori azionari possono approfittare di una ripresa della volatilità per prendere posizioni non-direzionali, in relativo. Le attese degli utili delle società europee sono passate dal 13% di inizio anno all’attuale 7%, ma il deprezzamento dell’euro costituisce nuovo fattore di forza. Inoltre, non mancano società che operano in nicchie relativamente al sicuro dalla bassa crescita o che hanno conti in ordine e dunque non risentono del difficile accesso al credito” spiega Carlo Benetti che conferma il valore relativo delle azioni sulle obbligazioni, del dollaro (e del dollaro canadese) sull’euro, delle obbligazioni societarie ed emergenti rispetto ai titoli pubblici.
In tutti i casi, resta importante sapere dove si vuole andare per poter decidere quale strada imboccare perché, come ha avuto modo di ricordare di recente Christine Lagarde, il futuro dipende dalle scelte che si fanno nel presente, nelle grandi decisioni di politica economica come nelle decisioni sui portafogli di investimento. Un approccio corretto non può prescindere dall’analisi della situazione economica e dall’attenta osservazione del comportamento dei banchieri centrali, fino ad oggi i veri king maker sulla scena globale, ma non può assolutamente trascurare la psicologia che spiega i comportamenti degli operatori.
“Non è un caso che abbiamo voluto celebrare le prime 100 Lezioni de «I soldi in testa» del professor Legrenzi con la loro fascicolazione in formato e-book: gli essere umani si comportano con irrazionalità, soprattutto nei risparmi. La nostra mente è il risultato di una storia dell’evoluzione di migliaia di anni, conserviamo i tratti delle reazioni istintive, ad esempio la paura, che ci hanno fatto sopravvivere nella lotta contro le fiere ma non sono di aiuto nella gestione razionale dei portafogli. Non riusciremo mai ad eliminare dalla nostra mente le illusioni cognitive, spiega il professor Legrenzi, ma è ben possibile attenuare i loro effetti controllando le nostre emozioni, riflettendo a lungo su ogni singola scelta, confrontandoci con un esperto” conclude Carlo Benetti.
Per ulteriori informazioni, visita il sito https://my.swissglobal-am.it
In primis, è necessario osservare i fattori dell’economia, cioè la qualità e forza della ripresa globale. Ulteriori dati di debolezza potrebbero far scivolare ancora le borse, rendendo ancora più nervosi gli investitori che navigano sulle onde di listini a massimi storici.
In secondo luogo, saranno fondamentali i comportamenti delle banche centrali. La Fed è consapevole degli effetti globali del dollaro forte e dell’inversione dei tassi di interessi, in particolare sulle economie emergenti. Draghi e la BCE, invece, non smetteranno l’azione di contrasto alla deflazione e di sostegno alle imprese con il programma di acquisto di ABS.
Infine, e siamo al terzo punto, le valutazioni dei listini sopra la media storica non costituiscono un chiaro segnale di vendita: "gli attuali livelli dell’indice non sono così estremi da anticipare una conclusione drammatica", puntualizza Robert Shiller (l’ideatore l’indice CAPE ,Cyclically Adjusted Price/Earnings, famoso anche come indice di Shiller), che rivela peraltro di avere circa il 50% del proprio patrimonio investito in azioni.
Per Carlo Benetti nessuno può dunque dire oggi la natura della correzione e cosa accadrà domani mentre il fatto certo è che, a fronte di questi livelli dei rendimenti dei titoli governativi, le azioni restano la scelta preferibile, non per aspettative di performance a doppia cifra quanto piuttosto come ragionevole fonte di rendimento per il portafoglio. “Molte società presentano un dividend yield (rapporto tra il dividendo del titolo e il suo prezzo) attorno al 3% oltre al potenziale apprezzamento del proprio valore in Borsa. I gestori azionari possono approfittare di una ripresa della volatilità per prendere posizioni non-direzionali, in relativo. Le attese degli utili delle società europee sono passate dal 13% di inizio anno all’attuale 7%, ma il deprezzamento dell’euro costituisce nuovo fattore di forza. Inoltre, non mancano società che operano in nicchie relativamente al sicuro dalla bassa crescita o che hanno conti in ordine e dunque non risentono del difficile accesso al credito” spiega Carlo Benetti che conferma il valore relativo delle azioni sulle obbligazioni, del dollaro (e del dollaro canadese) sull’euro, delle obbligazioni societarie ed emergenti rispetto ai titoli pubblici.
In tutti i casi, resta importante sapere dove si vuole andare per poter decidere quale strada imboccare perché, come ha avuto modo di ricordare di recente Christine Lagarde, il futuro dipende dalle scelte che si fanno nel presente, nelle grandi decisioni di politica economica come nelle decisioni sui portafogli di investimento. Un approccio corretto non può prescindere dall’analisi della situazione economica e dall’attenta osservazione del comportamento dei banchieri centrali, fino ad oggi i veri king maker sulla scena globale, ma non può assolutamente trascurare la psicologia che spiega i comportamenti degli operatori.
“Non è un caso che abbiamo voluto celebrare le prime 100 Lezioni de «I soldi in testa» del professor Legrenzi con la loro fascicolazione in formato e-book: gli essere umani si comportano con irrazionalità, soprattutto nei risparmi. La nostra mente è il risultato di una storia dell’evoluzione di migliaia di anni, conserviamo i tratti delle reazioni istintive, ad esempio la paura, che ci hanno fatto sopravvivere nella lotta contro le fiere ma non sono di aiuto nella gestione razionale dei portafogli. Non riusciremo mai ad eliminare dalla nostra mente le illusioni cognitive, spiega il professor Legrenzi, ma è ben possibile attenuare i loro effetti controllando le nostre emozioni, riflettendo a lungo su ogni singola scelta, confrontandoci con un esperto” conclude Carlo Benetti.
Per ulteriori informazioni, visita il sito https://my.swissglobal-am.it