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Coca Cola e Pepsi, meno zuccheri in Francia

22 Ottobre 2014 15:13

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ola e PepsiCo hanno deciso di abbassare la quantità di zucchero nelle loro bevande e di accettare anche il limite massimo di pubblicità destinata ai bambini in Francia entro il 2015.

È quanto emerge da un comunicato del Ministero dell'Agricoltura francese di venerdi 10 ottobre nel quale si legge che le filiali francesi di Coca-Cola, Pepsi, e Orangina Schweppes e i succhi di frutta Refresco Gerber BV hanno firmato un accordo per tagliare la percentuale di zucchero nelle bevande analcoliche in media del 5 per cento nel periodo 2010-2015. La Francia ha in corso una campagna per incoraggiare un'alimentazione più sana e nel 2011 ha introdotto norme più stringenti per migliorare la qualità nutrizionale dei pasti nelle mense scolastiche. L’obesità degli adulti nel paese è più che raddoppiata tra il 1990 e il 2010, secondo i dati dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico: l'obesità in Francia, in particolare, è aumentata dal 5,8% del 1990 al 12,9 per cento della popolazione adulta del 2010 secondo i dati OCSE. Percentuale che, tuttavia, risultava ancora al di sotto della maggior parte degli altri paesi dell'Unione europea, tra cui la Germania (14,7%) e, soprattutto, il Regno Unito (26,1%).

"L'impegno preso dalle aziende del settore riflette la volontà dei produttori di migliorare l’offerta di cibo offerto ai consumatori francesi, nella consapevolezza che le bevande analcoliche contribuiscono tra il 6 e l'8 per cento circa al consumo di zuccheri", ha dichiarato una fonte del ministero che ha anche reso noto che alle società che hanno firmato l'accordo fa capo più dell’80 per cento della quota di mercato francese dei soft-drink. Le aziende che hanno sottoscritto l’accordo hanno inoltre convenuto di interrompere la pubblicità in televisione o Internet, dove il 35 per cento o più del pubblico è costituito da bambini sotto i 12. Si tratta di una decisone molto importante: uno studio del 2010 ha rivelato che le bevande analcoliche in Francia sono la causa di un 2 per cento medio dell'apporto calorico giornaliero per i bambini dai tre ai 14 anni e del 4 per cento per quelli tra i 15 e i 20.

“Il sovrappeso e l’obesità compromettono la buona salute. Negli Stati Uniti l’obesità è una condizione cronica che riguarda circa il 30% della popolazione, negli ultimi vent’anni è raddoppiato il numero delle persone affette da questa patologia. Ma è sorprendente scoprire che l’obesità si sta diffondendo nei grandi centri urbani dei paesi emergenti dove la nuova ricchezza spinge ad emulare le abitudini alimentari occidentali” sottolinea Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di Swiss & Global. L’obesità non è più, infatti, una caratteristica dei soli paesi industrializzati, sta diventando motivo di allarme anche nelle economie emergenti. Educazione e corretta informazione sono indispensabili, nei paesi avanzati come in quelli emergenti, perché il sovrappeso cronico ha conseguenze sui sistemi sanitari (e sui costi), in quanto favorisce lo sviluppo di condizioni croniche come diabete, ipertensione, cardiopatie.

“Una corretta educazione alimentare o terapie finalizzate alla diminuzione di peso sono vantaggiosi non solo ai pazienti ma anche ai sistemi di welfare per i risparmi che ne deriverebbero in termini di assistenza clinica” fa sapere Carlo Benetti che poi aggiunge: “L’approvazione da parte delle autorità americane di due nuovi prodotti, Qsymia e Belviq, ha riportato l’attenzione degli investitori sul settore dell’healthcare e dei servizi alla salute. Stimiamo che la vendita di farmaci per la cura dell’obesità sia destinata a crescere dai 200 milioni di dollari del 2012 a 1,6 miliardi di dollari nel 2018. L’innovazione nel trattamento farmacologico di patologie come l’obesità, il diabete o l’ipertensione resta il fattore cruciale di una crescita nel tempo sostenibile e profittevole”.

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