CoCo bond Danimarca
La Danimarca vieta i CoCo bond ai piccoli risparmiatori
23 Ottobre 2014 09:25
rosso della Danimarca ai CoCo bond. Il governo di Copenhagen ha dichiarato che può essere troppo pericoloso vendere al pubblico retail i COnvertible COntingent Bond.
Questi ultimi sono obbligazioni ibride convertibili che, in condizioni prefissate (per esempio quando il core tier 1 ratio, il maggiore indicatore della solidità patrimoniale delle banche, cade al di sotto di un livello predefinito), si trasformano in azioni, quindi in capitale della banca che li ha emessi, alleggerendone sostanzialmente l’esposizione debitoria: in cambio di questo maggiore rischio che l’investitore si assume sono previsti dei rendimenti più elevati.
"È il debito e bail-in e convertibile (ovvero il principio che coinvolge anche i soggetti privati nel fallimento di una banca)" che sono in questione” ha dichiarato Michael Dithmer, sotto segretario di stato che ha poi aggiunto: "I piccoli risparmiatori probabilmente non riuscirebbero a comprendere tutte le implicazioni dell’investimento in questi titoli che sono davvero troppo complicati". Anche nel Regno Unito, l'Autorità di gestione finanziaria hanno vietato le vendite dei CoCo bond agli investitori retail.
Questi titoli, messi a punto per assorbire le perdite patrimoniali permettendo alle banche di utilizzarli per riempire i buffer di capitale aggiuntivo per garantire i parametri richiesti dalla regolamentazione bancaria in caso di stress test di mercato, si stanno diffondendo sul mercato in quanto gli istituti di credito cercano di soddisfare requisiti patrimoniali più severi e gli investitori sono alla ricerca di reddito.
Basti pensare che lo scorso marzo Danske Bank A/S ha collocato sul mercato coco bond ricevendo offerte pari a 17 volte l'importo venduto.
Questi ultimi sono obbligazioni ibride convertibili che, in condizioni prefissate (per esempio quando il core tier 1 ratio, il maggiore indicatore della solidità patrimoniale delle banche, cade al di sotto di un livello predefinito), si trasformano in azioni, quindi in capitale della banca che li ha emessi, alleggerendone sostanzialmente l’esposizione debitoria: in cambio di questo maggiore rischio che l’investitore si assume sono previsti dei rendimenti più elevati.
"È il debito e bail-in e convertibile (ovvero il principio che coinvolge anche i soggetti privati nel fallimento di una banca)" che sono in questione” ha dichiarato Michael Dithmer, sotto segretario di stato che ha poi aggiunto: "I piccoli risparmiatori probabilmente non riuscirebbero a comprendere tutte le implicazioni dell’investimento in questi titoli che sono davvero troppo complicati". Anche nel Regno Unito, l'Autorità di gestione finanziaria hanno vietato le vendite dei CoCo bond agli investitori retail.
Questi titoli, messi a punto per assorbire le perdite patrimoniali permettendo alle banche di utilizzarli per riempire i buffer di capitale aggiuntivo per garantire i parametri richiesti dalla regolamentazione bancaria in caso di stress test di mercato, si stanno diffondendo sul mercato in quanto gli istituti di credito cercano di soddisfare requisiti patrimoniali più severi e gli investitori sono alla ricerca di reddito.
Basti pensare che lo scorso marzo Danske Bank A/S ha collocato sul mercato coco bond ricevendo offerte pari a 17 volte l'importo venduto.
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