Apple
Apple e Nokia, destini incrociati ma opposti
24 Ottobre 2014 15:40
arto trimestre del 2007, Nokia si confermava leader mondiale nella classifica di vendita dei telefonini con una quota di mercato del 40% e con 133,5 milioni di esemplari venduti in tutto il mondo, cioè più di tutti i dispositivi telefonici mobili venduti dai tre principali concorrenti di settore (Samsung, Motorola e SonyEricsson).
Nel frattempo, era entrato in circolazione il primo iPhone, il cellulare di Apple, che Steve Jobs, fondatore della casa, aveva presentato durante la conferenza di apertura del Macworld il 9 gennaio 2007. L’altro ieri, esattamente sette anni dopo, Microsoft, che ha rilevato la divisione di telefonia mobile della compagnia finlandese, ha annunciato che i nuovi smartphone si chiameranno Microsoft Lumia, andando quindi a sostituire il brand Nokia Lumia, con il quale sono stati commercializzati finora, e archiviando di fatto l’esperienza del marchio finlandese nel segmento dei telefonini.
Sempre il 22 ottobre, il titolo Apple ha fissato il suo nuovo record storico a Wall Street toccando i 104,1 dollari per azione e segnando una capitalizzazione di Borsa pari a 607 miliardi di dollari. Il balzo sul listino è stato ottenuto in corrispondenza della diffusione dei dati del quarto trimestre fiscale (che per il gruppo di Cupertino si chiude il 30 settembre), nel quale Apple ha segnato utili netti per 8,47 miliardi di dollari (+13% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente) e la vendita di oltre 39 milioni di iPhone.
I destini opposti di Nokia e Apple stimolano una riflessione.
È molto difficile riuscire ad affermarsi e a costruire nel tempo un brand di successo riconosciuto in tutto il mondo. Ma lo è ancora di più consolidarlo nel tempo, in particolare nel settore tecnologico. Un settore dove, oltre agli elevati standard qualitativi e reputazionali della società e dei relativi prodotti, sono determinanti i gusti e le necessità dei consumatori che sono più soggetti a repentini cambiamenti con impatti imprevedibili sul fronte della domanda. Anche per questo, l’unica possibilità di sopravvivenza di questi grandi brand, oltre che alla qualità del top management ,sta negli investimenti in R&S che consentono di conservare il vantaggio competitivo, migliorare l’offerta e stimolare nuove necessità nei consumatori.
Nel frattempo, era entrato in circolazione il primo iPhone, il cellulare di Apple, che Steve Jobs, fondatore della casa, aveva presentato durante la conferenza di apertura del Macworld il 9 gennaio 2007. L’altro ieri, esattamente sette anni dopo, Microsoft, che ha rilevato la divisione di telefonia mobile della compagnia finlandese, ha annunciato che i nuovi smartphone si chiameranno Microsoft Lumia, andando quindi a sostituire il brand Nokia Lumia, con il quale sono stati commercializzati finora, e archiviando di fatto l’esperienza del marchio finlandese nel segmento dei telefonini.
Sempre il 22 ottobre, il titolo Apple ha fissato il suo nuovo record storico a Wall Street toccando i 104,1 dollari per azione e segnando una capitalizzazione di Borsa pari a 607 miliardi di dollari. Il balzo sul listino è stato ottenuto in corrispondenza della diffusione dei dati del quarto trimestre fiscale (che per il gruppo di Cupertino si chiude il 30 settembre), nel quale Apple ha segnato utili netti per 8,47 miliardi di dollari (+13% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente) e la vendita di oltre 39 milioni di iPhone.
I destini opposti di Nokia e Apple stimolano una riflessione.
È molto difficile riuscire ad affermarsi e a costruire nel tempo un brand di successo riconosciuto in tutto il mondo. Ma lo è ancora di più consolidarlo nel tempo, in particolare nel settore tecnologico. Un settore dove, oltre agli elevati standard qualitativi e reputazionali della società e dei relativi prodotti, sono determinanti i gusti e le necessità dei consumatori che sono più soggetti a repentini cambiamenti con impatti imprevedibili sul fronte della domanda. Anche per questo, l’unica possibilità di sopravvivenza di questi grandi brand, oltre che alla qualità del top management ,sta negli investimenti in R&S che consentono di conservare il vantaggio competitivo, migliorare l’offerta e stimolare nuove necessità nei consumatori.
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