Etica Sgr
Settore chimico, meno emissioni CO2 più reddito
29 Ottobre 2014 10:20
sistema industriale spesso chiamato sul banco degli imputati per lo scarso impegno nel rispetto dell’ambiente, c’è un settore che, sotto traccia, si sta muovendo in controtendenza: la chimica.
Alcuni numeri possono aiutare a comprendere meglio il virtuoso fenomeno. Dal 1990 le emissioni inquinanti disperse nell’aria sono state abbattute del 95% mentre l’anidride carbonica (CO2), il gas ritenuto il principale responsabile nel cambiamento climatico della terra, è stata drasticamente ridimensionata del 68%: un risultato che, oltre che estremamente positivo per la salute di tutti noi, ha già più che triplicato l’obiettivo del -20% fissato per il 2020. Sempre dal ’90, gli scarichi industriali in acqua sono stati ridimensionati del 65%.
Sono alcuni dei dati contenuti nella XX edizione del Responsible Care presentato la scorsa settimana e relativo all’impatto ambientale dei 166 maggiori gruppi chimici operanti in Italia rappresentative di oltre la metà dei 52 miliardi di fatturato annuo del settore nel nostro paese. Informazioni utili a delineare meglio l’evoluzione positiva del settore ma che consentono anche di osservare come, in parallelo, siano cresciuti i redditi delle imprese chimiche ad un ritmo superiore a quello degli anni precedenti.
Merito anche alle ricadute positive delle risorse destinate a sicurezza, salute e rispetto dell’ambiente, pari a circa il 2% del fatturato, e agli investimenti (pari a circa il 20% del totale impiegato). Si può infatti dimostrare che una maggiore attenzione all’inquinamento e alla salute delle persone, favorisce sviluppo e crea lavoro, benessere e nuove risorse per finanziare l’innovazione: basti pensare dal ’90 l’industria chimica italiana ha tagliato i consumi energetici di oltre il 38 per cento.
“Scegliere di gestire in modo responsabile le risorse naturali paga anche in termini economici, specialmente per le imprese operanti in settori ad alto impatto ambientale come quello della chimica. Una condotta responsabile aiuta infatti ad incrementare l’efficienza dei processi e a ridurre i rischi legati alle esternalità, ed è soprattutto un fattore competitivo sempre più apprezzato dai clienti finali” dichiara infatti Federica Loconsolo, Responsabile Area Commerciale di Etica Sgr che poi aggiunge:
“Lo dimostrano i numeri: un recente studio condotto dal Carbon Disclosure Project (un’organizzazione non-profit che promuove la rendicontazione delle emissioni di CO2), mostra come le aziende americane che monitorano e comunicano in modo efficace il proprio impatto ambientale fanno registrare in media un ROE (return on equity, un indicatore sintetico dei risultati economici in azienda) il 67% più alto dei concorrenti che non monitorano le proprie emissioni.”
Alcuni numeri possono aiutare a comprendere meglio il virtuoso fenomeno. Dal 1990 le emissioni inquinanti disperse nell’aria sono state abbattute del 95% mentre l’anidride carbonica (CO2), il gas ritenuto il principale responsabile nel cambiamento climatico della terra, è stata drasticamente ridimensionata del 68%: un risultato che, oltre che estremamente positivo per la salute di tutti noi, ha già più che triplicato l’obiettivo del -20% fissato per il 2020. Sempre dal ’90, gli scarichi industriali in acqua sono stati ridimensionati del 65%.
Sono alcuni dei dati contenuti nella XX edizione del Responsible Care presentato la scorsa settimana e relativo all’impatto ambientale dei 166 maggiori gruppi chimici operanti in Italia rappresentative di oltre la metà dei 52 miliardi di fatturato annuo del settore nel nostro paese. Informazioni utili a delineare meglio l’evoluzione positiva del settore ma che consentono anche di osservare come, in parallelo, siano cresciuti i redditi delle imprese chimiche ad un ritmo superiore a quello degli anni precedenti.
Merito anche alle ricadute positive delle risorse destinate a sicurezza, salute e rispetto dell’ambiente, pari a circa il 2% del fatturato, e agli investimenti (pari a circa il 20% del totale impiegato). Si può infatti dimostrare che una maggiore attenzione all’inquinamento e alla salute delle persone, favorisce sviluppo e crea lavoro, benessere e nuove risorse per finanziare l’innovazione: basti pensare dal ’90 l’industria chimica italiana ha tagliato i consumi energetici di oltre il 38 per cento.
“Scegliere di gestire in modo responsabile le risorse naturali paga anche in termini economici, specialmente per le imprese operanti in settori ad alto impatto ambientale come quello della chimica. Una condotta responsabile aiuta infatti ad incrementare l’efficienza dei processi e a ridurre i rischi legati alle esternalità, ed è soprattutto un fattore competitivo sempre più apprezzato dai clienti finali” dichiara infatti Federica Loconsolo, Responsabile Area Commerciale di Etica Sgr che poi aggiunge:
“Lo dimostrano i numeri: un recente studio condotto dal Carbon Disclosure Project (un’organizzazione non-profit che promuove la rendicontazione delle emissioni di CO2), mostra come le aziende americane che monitorano e comunicano in modo efficace il proprio impatto ambientale fanno registrare in media un ROE (return on equity, un indicatore sintetico dei risultati economici in azienda) il 67% più alto dei concorrenti che non monitorano le proprie emissioni.”
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