Brembo

Cosa lega Brembo ai titoli del risparmio gestito e del lusso

17 Novembre 2014 16:10

financialounge -  Brembo consumi lusso
dicembre 2013 il prezzo del titolo Brembo chiudeva l’anno con una performance spettacolare: +99,93%. Negli stessi 12 mesi, il rialzo medio dei titoli del settore lusso quotati in Piazza Affari (Luxottica, Salvatore Ferragamo, Moncler, Tod’s e Brunello Cucinelli) segnava un + 52% mentre quello della media dei titoli relativi al risparmio gestito (Azimut, Banca Generali e Mediolanum) poteva vantare un +75,8%: l’indice Ftsemib aveva invece messo a segno un apprezzamento del 16,56%.

Quest’anno, dal primo gennaio al 14 novembre scorso, mentre il Ftsemib è sui livelli di inizio anno, il titolo Brembo segna un +36%, il settore del risparmio gestito (nel quale si sono aggiunte Anima e Fineco quotate nel corso del 2014) mostra una perdita media del 5,5% e quello del lusso un arretramento del 25,5%. La cosa che può disorientare i risparmiatori è che i bilanci del settore lusso anche nei primi nove mesi del 2014 evidenziano crescite tra l’1% e il 10% mentre i miglioramenti dei margini e dei profitti delle aziende dell’asset management sono abbondantemente a doppia cifra.

Allora come mai Brembo ha proseguito il rialzo e i titoli degli altri due settori sono in rosso, più o meno profondo, da inizio anno?
Semplicemente per le aspettative future. Al 31 dicembre 2013 il titolo Brembo quotava ad un prezzo/utili (p/e) di 16,7 mentre attualmente viaggia su un p/e di 14 in base agli utili attesi per l’intero 2014: l’azienda leader mondiale dei freni per auto ha infatti chiuso i primi nove mesi dell’anno con profitti netti in aumento del 48,9% con ottime prospettive per l’intero 2014 e anche il 2015.

I titoli dell’asset management, invece, ai prezzi correnti evidenziano un p/e in linea con quello della fine dello scorso anno (16,9) e quindi, secondo il mercato, sono ora correttamente valutati rispetto anche al trend di profitti che stanno generando. Le azioni del lusso, invece, pur passando da un p/e di 45,4 di fine 2013 a un p/e attuale di 29,4, evidenziano un rapporto prezzo utili che resta ancora molto superiore alla media di Piazza Affari (circa 16,0) che sarebbe giustificato soltanto nel caso in cui i bilanci societari del settore fossero in ottima salute come lo erano 12 – 18 mesi fa: le prospettive del settore, al contrario, risentono della contrazione dei consumi internazionali nel segmento di fascia alta.

Tuttavia, secondo alcuni analisti del settore, a questi prezzi (e, soprattutto, se ci fossero ulteriori correzioni) può tornare interessante investire nel lusso in ottica di medio termine scegliendo un buon fondo azionario specializzato che potrà selezionare le aziende con maggiori potenziali di ripresa.

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