DBRS
Debito Italia, per i canadesi vale quanto la Spagna e l’Irlanda
20 Novembre 2014 15:00
enzia canadese di rating DBRS, la quarta per quota di mercato e per reputazione all’interno della comunità finanziaria internazionale, ha confermato il giudizio «A» al debito pubblico italiano, lo stesso livello di quello della Spagna e dell’Irlanda. Gli esperti di merito di credito canadesi hanno tuttavia mantenuto l’outlook negativo in quanto non hanno intravisto nessun significativo miglioramento strutturale.
Eppure, gli esperti della stessa DBRS hanno ammesso che alcuni indicatori del nostro paese sono nettamente migliori rispetto ad altri e, in particolare, a quelli di Spagna e Irlanda. Il debito del settore privato non finanziario, ad esempio, si attesta all’82% del pil contro il 283% dell’Irlanda e il 131% della Spagna. Oppure il debito delle famiglie che per l’Italia non va oltre il 45% della ricchezza annua nazionale contro il 101% dell’Irlanda e il 78% della Spagna.
Inoltre, grazie alle politiche di rigore adottate negli ultimi anni nelle leggi di stabilità, l’Italia può vantare un avanzo primario, al netto della quota interessi, di rilievo: per quest’anno si stima possa attestarsi all’1,7% del PIL. Anche la durata media della scadenza del debito, pari attualmente a 6,3 anni, tranquillizza gli analisti perché rappresenta un cuscinetto di tempo ragionevole per ammortizzare improvvisi e inattesi rialzi dei tassi di interesse.
Ma per DBRS, almeno per ora, prevalgono gli aspetti negativi che continuano a pesare sul presente e sull’immediato futuro del nostro paese: la rigidità del mercato del lavoro, le alte tasse a carico delle imprese, la burocrazia e il sistema giudiziario che rallentano l’attività imprenditoriale, la mancanza politica di accelerare le riforme strutturali necessarie e il difficile accesso al credito soprattutto per le piccole e medie imprese.
Eppure, gli esperti della stessa DBRS hanno ammesso che alcuni indicatori del nostro paese sono nettamente migliori rispetto ad altri e, in particolare, a quelli di Spagna e Irlanda. Il debito del settore privato non finanziario, ad esempio, si attesta all’82% del pil contro il 283% dell’Irlanda e il 131% della Spagna. Oppure il debito delle famiglie che per l’Italia non va oltre il 45% della ricchezza annua nazionale contro il 101% dell’Irlanda e il 78% della Spagna.
Inoltre, grazie alle politiche di rigore adottate negli ultimi anni nelle leggi di stabilità, l’Italia può vantare un avanzo primario, al netto della quota interessi, di rilievo: per quest’anno si stima possa attestarsi all’1,7% del PIL. Anche la durata media della scadenza del debito, pari attualmente a 6,3 anni, tranquillizza gli analisti perché rappresenta un cuscinetto di tempo ragionevole per ammortizzare improvvisi e inattesi rialzi dei tassi di interesse.
Ma per DBRS, almeno per ora, prevalgono gli aspetti negativi che continuano a pesare sul presente e sull’immediato futuro del nostro paese: la rigidità del mercato del lavoro, le alte tasse a carico delle imprese, la burocrazia e il sistema giudiziario che rallentano l’attività imprenditoriale, la mancanza politica di accelerare le riforme strutturali necessarie e il difficile accesso al credito soprattutto per le piccole e medie imprese.
Trending