BCE
Perché raccomandiamo di procedere con prudenza
5 Dicembre 2014 10:40
ati mondiali si sono ripresi rapidamente dai minimi di metà ottobre e il "sentiment" è tornato a essere toro: una situazione che, di solito, invita alla cautela sul breve termine.
Non a caso Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel dichiara di aver sfruttato il recente rimbalzo per ridurre lievemente l’esposizione alle azioni, avvicinandosi a livelli neutrali, anche se riconosce l’impatto positivo delle dichiarazioni del presidente della BCE Mario Draghi a sostegno dei mercati e il recente taglio dei tassi di interesse della People's Bank of China.
Ciò nonostante, lo strategist, preferisce restare fedele alla disciplina di Vontobel, orientata sempre all’attenta valutazione dei prezzi, e ad un atteggiamento di lieve controtendenza rispetto al consenso di mercato. In estrema sintesi, lo strategist pur convinto che l’economia globale possa serbare delle sorprese positive (contrariamente alle stime di consenso), raccomanda agli investitori di procedere con cautela.
“Per il 2015 prevediamo un ritmo di crescita dell’economia mondiale simile a quello di quest’anno, con gli Stati Uniti accreditati di una crescita intorno al 3 percento nel 2015. D’altro canto l’eurozona, il Giappone e la Cina sono alle prese con problemi strutturali e bassi saggi d’inflazione. L’eurozona e il Giappone dovrebbero essere sostenuti dalla solida crescita statunitense, da politiche monetarie accomodanti e da valute deboli. La situazione in Cina è invece diversa: il programma di riforme varato dalla leadership cinese implica una prolungata contrazione del ramo immobiliare e una riduzione della sovraccapacità in molti settori. Ciò sta erodendo i tassi di crescita del paese” fa notare Christophe Bernard per il quale la Fed dovrebbe iniziare ad alzare i tassi di interesse nel secondo trimestre 2015, sebbene abbia comunque un sufficiente margine di azione per rimandare tale manovra se i dati dell’inflazione dovessero risultare inferiori al suo obiettivo di lungo termine del 2 percento.
Al contempo la Banca centrale europea (BCE) e la Bank of Japan (BOJ) stanno spingendo la loro politica di espansione dei bilanci, per iniettare ingenti liquidità sui mercati finanziari.
“Nel complesso, l’ambiente rimane ampiamente favorevole alle attività
rischiose e in particolare ai mercati azionari, mentre i titoli di Stato
dei paesi «core» dell’eurozona e degli Stati Uniti dovrebbero accusare
lievi perdite. Il «credito», obbligazioni societarie e alcune categorie
di obbligazioni dei mercati emergenti, dovrebbe godere di un buon
supporto; i prezzi delle commodity, invece, dovranno restare bassi
ancora per un certo periodo per ridurre le capacità sui mercati dove
regna ancora un eccesso di offerta” spiega lo strategist secondo il
quale, la prospettiva di ottenere in futuro dei lauti rendimenti è
piuttosto scarsa perhé l’attivismo delle autorità monetarie ha spinto le valutazioni a livelli elevati.
Lo scenario base di Vontobel si fonda attualmente sull’ipotesi di una continua crescita dell’economia globale nonostante i persistenti venti avversi, costituiti non solo dall’aggravarsi dei conflitti armati, ma anche da una crisi politica in uno dei paesi chiave dell’eurozona. Questa probabilità è aumentata perché gli elettori si allontanano sempre più dai partiti tradizionali, considerati responsabili delle pessime condizioni in cui versano i mercati del lavoro. Inoltre, nonostante l’iperattivismo delle banche centrali, i problemi strutturali potrebbero rivelarsi un ostacolo insormontabile per il Giappone, l’eurozona e la Cina.
“Inversamente, è ipotizzabile che le economie dell’Europa e del Giappone accelerino il passo se la locomotiva USA dovesse raggiungere un ritmo del 4 percento. A nostro parere, la probabilità di un tale scenario è molto più elevata di quanto implicano attualmente le stime di consenso. Le nostre previsioni attribuiscono lo stesso peso a tale ipotesi rispetto a un indebolimento dell’economia globale. A seconda dei dati economici, sarà essenziale valutare quale scenario diventa più probabile perché ciò ha un forte influsso sulla performance delle varie classi di attività. Oggi noi gestiamo le nostre posizioni basandoci sul nostro scenario centrale, ma siamo pronti a correggere la nostra allocazione tattica nel caso in cui prevalga un altro scenario” conclude Christophe Bernard.
Non a caso Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel dichiara di aver sfruttato il recente rimbalzo per ridurre lievemente l’esposizione alle azioni, avvicinandosi a livelli neutrali, anche se riconosce l’impatto positivo delle dichiarazioni del presidente della BCE Mario Draghi a sostegno dei mercati e il recente taglio dei tassi di interesse della People's Bank of China.
Ciò nonostante, lo strategist, preferisce restare fedele alla disciplina di Vontobel, orientata sempre all’attenta valutazione dei prezzi, e ad un atteggiamento di lieve controtendenza rispetto al consenso di mercato. In estrema sintesi, lo strategist pur convinto che l’economia globale possa serbare delle sorprese positive (contrariamente alle stime di consenso), raccomanda agli investitori di procedere con cautela.
“Per il 2015 prevediamo un ritmo di crescita dell’economia mondiale simile a quello di quest’anno, con gli Stati Uniti accreditati di una crescita intorno al 3 percento nel 2015. D’altro canto l’eurozona, il Giappone e la Cina sono alle prese con problemi strutturali e bassi saggi d’inflazione. L’eurozona e il Giappone dovrebbero essere sostenuti dalla solida crescita statunitense, da politiche monetarie accomodanti e da valute deboli. La situazione in Cina è invece diversa: il programma di riforme varato dalla leadership cinese implica una prolungata contrazione del ramo immobiliare e una riduzione della sovraccapacità in molti settori. Ciò sta erodendo i tassi di crescita del paese” fa notare Christophe Bernard per il quale la Fed dovrebbe iniziare ad alzare i tassi di interesse nel secondo trimestre 2015, sebbene abbia comunque un sufficiente margine di azione per rimandare tale manovra se i dati dell’inflazione dovessero risultare inferiori al suo obiettivo di lungo termine del 2 percento.
Al contempo la Banca centrale europea (BCE) e la Bank of Japan (BOJ) stanno spingendo la loro politica di espansione dei bilanci, per iniettare ingenti liquidità sui mercati finanziari.
“Nel complesso, l’ambiente rimane ampiamente favorevole alle attività
rischiose e in particolare ai mercati azionari, mentre i titoli di Stato
dei paesi «core» dell’eurozona e degli Stati Uniti dovrebbero accusare
lievi perdite. Il «credito», obbligazioni societarie e alcune categorie
di obbligazioni dei mercati emergenti, dovrebbe godere di un buon
supporto; i prezzi delle commodity, invece, dovranno restare bassi
ancora per un certo periodo per ridurre le capacità sui mercati dove
regna ancora un eccesso di offerta” spiega lo strategist secondo il
quale, la prospettiva di ottenere in futuro dei lauti rendimenti è
piuttosto scarsa perhé l’attivismo delle autorità monetarie ha spinto le valutazioni a livelli elevati.
Lo scenario base di Vontobel si fonda attualmente sull’ipotesi di una continua crescita dell’economia globale nonostante i persistenti venti avversi, costituiti non solo dall’aggravarsi dei conflitti armati, ma anche da una crisi politica in uno dei paesi chiave dell’eurozona. Questa probabilità è aumentata perché gli elettori si allontanano sempre più dai partiti tradizionali, considerati responsabili delle pessime condizioni in cui versano i mercati del lavoro. Inoltre, nonostante l’iperattivismo delle banche centrali, i problemi strutturali potrebbero rivelarsi un ostacolo insormontabile per il Giappone, l’eurozona e la Cina.
“Inversamente, è ipotizzabile che le economie dell’Europa e del Giappone accelerino il passo se la locomotiva USA dovesse raggiungere un ritmo del 4 percento. A nostro parere, la probabilità di un tale scenario è molto più elevata di quanto implicano attualmente le stime di consenso. Le nostre previsioni attribuiscono lo stesso peso a tale ipotesi rispetto a un indebolimento dell’economia globale. A seconda dei dati economici, sarà essenziale valutare quale scenario diventa più probabile perché ciò ha un forte influsso sulla performance delle varie classi di attività. Oggi noi gestiamo le nostre posizioni basandoci sul nostro scenario centrale, ma siamo pronti a correggere la nostra allocazione tattica nel caso in cui prevalga un altro scenario” conclude Christophe Bernard.