Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 30 novembre 2014

15 Dicembre 2014 09:10

financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund
voluzione delle ultime due settimane ha confermato la nostra impressione che la situazione attuale rappresenti una versione estrema dello scenario di fine anni novanta.

2. La crescita in Cina ha subito un ulteriore rallentamento, come emerge dai deludenti sondaggi. Ciò sta portando a misure di stimolo più aggressive, che crediamo saranno in ultima analisi inefficaci. Più in generale, sembra che il malessere della Cina si stia diffondendo: la crescita globale è rimasta sottotono, come emerso dai sondaggi e dai dati sulla produzione.

3. I prezzi delle materie prime hanno subito un ulteriore calo. Nelle ultime due settimane il petrolio ha perso un ulteriore 12% segnando un crollo del 40% rispetto al picco di giugno. Il settore energetico ha sottoperformato (-6% in valuta locale per l'MSCI ACWI Energy Index), le valute legate alle materie prime si sono deprezzate (rublo -6%, dollaro australiano -3%) e anche le altre materie prime hanno registrato risultati negativi (rame -6%). Il dollaro statunitense ha riportato un rialzo dell'1%.

4. I titoli azionari globali hanno evidenziato un rialzo dell'1,4% (MSCI ACWI in dollari statunitensi), i rendimenti dei Treasuries statunitensi decennali hanno perso 16 punti base scendendo al 2,16% e l'inflazione di break-even a 10 anni ha subito un'ulteriore contrazione all'1,8%. In altre parole, i mercati hanno interpretato questi sviluppi come un'estensione dello scenario di crescita economica in stallo.

5. Il comparto ha registrato un aumento di 25 punti base. La nostra posizione lunga su titoli azionari della zona euro ha fornito il maggior contributo alla performance, così come le posizioni corte su attivi legati a materie prime e mercati emergenti. Le posizioni corte su obbligazioni statunitensi e tassi hanno penalizzato la performance, come anche il nostro tentativo fallito di acquistare attivi ipervenduti sensibili all'energetico.

6. Abbiamo ricostituito la posizione lunga su titoli azionari e bancari della zona euro sulla base delle attese di una maggiore crescita nella regione e del supporto della politica monetaria. Abbiamo eliminato le posizioni corte sui Treasuries statunitensi decennali e su tassi a 2 anni in seguito al raggiungimento dei limiti di stop-loss. Abbiamo acquistato titoli azionari sensibili all'energetico e future sul greggio, chiudendo la posizione entro pochi giorni. Abbiamo coperto la posizione corta su società di beni di lusso una volta raggiunto l'obiettivo di performance.

7. Sospettiamo che il mercato azionario abbia peccato di eccessivo ottimismo nell'interpretare i recenti sviluppi. Restano poche armi di stimolo della crecita globale, considerato livello dei tassi d'interesse già ai minimi e l'espansione della politica fiscale politicamente indigesta. In teoria, il prezzo del petrolio più basso dovrebbe risollevare la crescita, ma il recente crollo dei prezzi petroliferi è principalmente dovuto a una domanda deludente, non alla mancata azione dell'OPEC. Non si tratta quindi di una chiara "riduzione fiscale" per i consumatori. I titoli azionari statunitensi sono iperacquistati e costosi e prevediamo che il prossimo anno la crescita degli utili potrebbe deludere a causa della minore crescita globale, di un dollaro statunitense forte e dell'aumento dei salari.



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