Europa

È il momento sbagliato per vendere asset europei

15 Dicembre 2014 09:45

financialounge -  Europa Markus Stierli
li azionari europei quest’anno hanno deluso gli investitori. Tuttavia, secondo diversi asset manager, questo potrebbe essere il momento sbagliato per ridurre l'esposizione verso l'Europa per diversi motivi.

In primis il sentiment di mercato staziona su livelli decisamente bassi. I deflussi dagli ETF e dai fondi azionari europei hanno registrato volumi molto elevati; poi, il VSTOXX, l’indice che misura la volatilità dell’azionario europeo, viaggia ad un livello molto più sostenuti rispetto al VIX, l’indicatore delle oscillazioni di Wall Street; inoltre il recente aumento del volume degli scambi sulle piazze europee è coerente con quello registrato prima delle depressioni precedenti nella performance in Europa: punti dai quali l’azionario del Vecchio Continente è poi ripartito in quarta; infine la sottoperformance degli ultimi 6 mesi dell’equity Europa e la conseguente riduzione delle valutazioni di mercato verso il basso delle Borse mondiali è vicino ai minimi precedenti.

In questo contesto i dati macro sono precipitati sui minimi dal 2009 e i prezzi delle azioni stanno scontando lo scenario più cupo: crescita anemica per il 2015 con rischio deflazione. In realtà, il mercato non tiene quasi conto degli impatti favorevoli derivanti dalla forte svalutazione dell’euro, del crollo del prezzo del greggio e, soprattutto, delle revisioni degli utili che in Europa promettono di risultare rispetto alle corporation USA.

“La crescita nell’Eurozona ha avuto difficoltà nel corso del 2014 e, sebbene l’asticella per una sorpresa fosse bassa, i mercati azionari registrano un’underperformance da metà anno. Riteniamo che l’anno prossimo l’Eurozona dovrebbe registrare risultati migliori e che gli attuali prezzi delle azioni riflettano un giudizio eccessivamente pessimista. La propensione verso un maggiore quantitative easing dovrebbe favorire le azioni e la debolezza dell’euro fa leva sull’impatto della crescita globale. In questo quadro, favoriamo gli esportatori europei, ma anche le banche del Vecchio Continente, a fronte di un miglioramento del sentiment e di una crescita della domanda di credito” sottolinea Markus Stierli, Head of Fundamental Micro Themes Research di Credit Suisse che poi spiega come realizzare rendimenti il prossimo anno:
“Il nostro secondo tema generale riguarda la ricerca, sempre più difficile, del rendimento in un quadro caratterizzato da una politica monetaria divergente. Per gli USA, prevediamo che graduali rialzi dei tassi avranno inizio a metà 2015, mentre in Europa e Giappone la lenta crescita e il rischio di deflazione favoriscono una propensione a un ulteriore quantitative easing. Sebbene la resistenza politica nell’Eurozona sia forte, prevediamo che la BCE procederà agli acquisti di titoli di Stato nel primo trimestre del 2015.
In questo quadro, consigliamo agli investitori di focalizzarsi su tre direttrici per realizzare rendimenti: 1) un’attenta selezione di obbligazioni corporate e dei mercati emergenti, 2) titoli che pagano dividendi, e 3) strategie di esposizione neutra al mercato con investimenti sia long (rialzisti) che short (ribassisti)”.

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