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Idee di investimento - Azioni - 15 dicembre 2014

15 Dicembre 2014 10:10

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ispetto degli anni scorsi, le attese di consenso per il 2015 sono di una crescita degli utili delle società europee mediamente attorno al 10%, prestando naturalmente attenzione alle caratteristiche delle diverse aree economiche del Vecchio Continente. Per la prima volta in due anni inoltre si leggono aggiustamenti verso l’alto delle stime sugli utili per il 2015 e il 2016. A livello macro il PIL tedesco nel terzo trimestre è stato di +0,1% (+1,2% anno su anno) e finalmente si è registrato un dato positivo nei consumi privati, +0,7% dopo il gramo +0,1% del secondo trimestre” ricorda Carlo Benetti nell’articolo “Le prospettive di breve e le speranze di lungo periodo” sostenendo in tal modo le ragioni in base alle quali preferisce schierarsi tra coloro che ribadiscono la fiducia ai listini europei.

Fiducia, ma con riserva, sull’equity europeo anche da parte di Chiara Bellon, Head of Portfolio Management Italy di Vontobel.
“Siamo moderatamente positivi sull’Europa che potrebbe rappresentare la sorpresa positiva del 2015. Gli attuali prezzi scontano infatti gran parte degli ostacoli ai listini della zona euro (crescita economica anemica, disinflazione, pericolo deflazione) mentre non tengono ancora del tutto conto della debolezza dell’euro (che dovrebbe agevolare le esportazioni), e del crollo del prezzo del petrolio (che avrà impatti positivi su molte aziende industriali europee)” fa notare Chiara Bellon nell’articolo “Moderatamente positivi su Europa e mercati emergenti“ per la quale ci sono poi almeno altri due fattori di supporto all’equity europeo: il cambiamento di strategia del fondo pensione governativo giapponese (che alleggerirà le posizioni obbligazionarie domestiche a favore anche di azioni estere tra le quali, si spera, quelle europee) e la scarsa esposizione all’azionario Europa nei portafogli degli investitori internazionali.

Ma l’Europa resta, in fondo, ancora un territorio «domestico»: ecco perché è necessario evitare la cosiddetta «Home Bias» la tendenza, secondo la finanza comportamentale, a investire nei titoli «familiari» perché percepiti come non rischiosi o solo perché si crede di conoscerli. “Puntare solo ed esclusivamente sul mercato locale significa ancorare i propri risparmi all’evoluzione del Paese. Il portafoglio diviene così iper-sensibile a ciò che succede in «casa», come le vicende politiche o il dinamismo dell’economia domestica, che inevitabilmente influenzano il mondo finanziario. Allargare gli orizzonti, valicando i confini nazionali, è invece fondamentale per dare più equilibrio al portafoglio” sottolinea Luca Tenani, Country Head Italy Asset Management di Schroders nell’artiolo “La tendenza, sbagliata, ad investire nei titoli "familiari".
Ma dove ricercare le opportunità nel caso si intenda allargare i propri orizzonti di investimento a livello globale?

Russ Koesterich, Strategist Global Chief Investment di BlackRock, nell’articolo “Azioni, più ciclici USA ed emergenti asiatici” sintetizza in quattro mosse i suggerimenti: un dollaro più forte anche nel 2015, diffidenza sulle obbligazioni a breve termine degli Stati Uniti, e una preferenza per i titoli ciclici degli Stati Uniti e per i mercati emergenti in Asia.

Fidelity Worldwide Investment, dal canto suo, nell’articolo “Pechino continua a favorire riforme per una crescita sostenibile“ argomenta le ragioni in base alle quali il mercato azionario cinese rappresenta un’interessante opportunità a medio lungo termine.
La Cina, infatti, per favorire una crescita dell’economia maggiormente sostenibile, sta sviluppando con successo importanti riforme: da quella delle imprese di stato a quella della giustizia fino a quella, non meno importante, soprattutto a lungo termine, della Shanghai-Hong Kong Stock Connect, che prevede l’accesso comune al mercato per gli investitori di Hong Kong e della Cina continentale. Una strategia governativa che ha aperto numerose opportunità di investimento nelle aziende legate ai settori favoriti dai cambiamenti in corso, cioè i settori della «Nuova Cina» nei quali investe con successo il FF China Consumer Fund di Fidelity.

Chiudiamo infine su un settore che resta certamente uno tra i più promettenti in un'ottica di medio-lungo termine: la tecnologia. “Anche in questo settore è assolutamente necessaria un'attenta selezione che sappia individuare non solo le specifiche opportunità di investimento dislocate in tutto il mondo, ma che sia in grado di riconoscere e prevedere i temi chiave che potranno svilupparsi e fiorire nel prossimo futuro. Ecco perché è indispensabile avere a disposizione degli esperti del settore che monitorino costantemente andamento e prospettive dei singoli segmenti e delle varie società attive" puntualizza Antonio Bottillo, Amministratore Delegato per l’Italia di Natixis Global Asset Management. Proprio in quest’ottica, tre analisti del settore tecnologico di Natixis Global Asset Management hanno approfondito questi temi nell’articolo “Hi tech in Borsa, ecco come muoversi in vista del 2015” discutendo sulle prospettive del settore tecnologico negli Stati Uniti, in Europa ed Asia, e segnalando, in ognuno dei propri mercati di riferimento, come muoversi e su quali segmenti e tipologie di aziende puntare.

Anche Markus Stierli, Head of Fundamental Micro Themes Research di Credit Suisse, ha inserito il settore della tecnologia tra le migliori idee d’investimento per il 2015:
“ll nostro quarto tema d’investimento per il 2015 coglie infatti l’enorme potenziale degli utili del settore tecnologico. Sospinti dall’innovazione e dai ritardi negli investimenti di capitali, i titoli tecnologici dovrebbero trarre vantaggio dalla continua crescita degli utili. Le aziende stanno cominciando a spendere e siamo dell’idea che i solidi fondamentali del settore non trovino ancora adeguatamente riflesso nelle valutazioni. Presentiamo un giudizio complessivamente positivo sul settore, ma apprezziamo particolarmente le società esposte alla domanda industriale e dei consumatori, oltre che gli innovatori, come gli enabler dell’Internet of Everything e il nuovo modello di business della sharing economy. Riteniamo altresì che alcuni dei giganti affermati del settore tecnologico offrano del valore essendo sottoposti a consistenti ristrutturazioni” tiene infatti a precisare Markus Stierli nell’articolo “Verso un nuovo settore da megatrend, il luxury-hi tech”.

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