mercati obbligazionari

Debito dei paesi emergenti, l’esposizione in Russia e Venezuela

23 Dicembre 2014 09:10

financialounge -  mercati obbligazionari Pictet Emerging Local Currency Debt Pictet Global Emerging Debt
ente flusso di vendita di rublo russo sul mercato che non ha trovato freni nemmeno di fronte al un robusto aumento dei tassi, dal 10,5% al 17%, da parte della banca centrale russa. Il collasso dei prezzi del petrolio, con il WTI a 56 dollari USA al barile, che ha registrato una caduta del 15% negli ultimi 5 giorni e del 41% negli ultimi 3 mesi. Le preoccupazioni sulla forza del biglietto verde ed il possibile rialzo dei tassi nel mercato americano il prossimo anno. Il continuo rallentamento della Cina con dati sull'inflazione deludenti la scorsa settimana e una contrazione della produzione industriale cinese per la prima volta in sette mesi. L'aumento delle preoccupazioni su un possibile default per Venezuela e Ucraina.

Sono questi i cinque principali fattori che, secondo il Team di gestione Emerging Market Debt di Pictet Asset Management, hanno contribuito a determinare la debolezza dei mercati obbligazionari emergenti.

Nel fondo Pictet - Global Emerging Debt la Russia rappresenta il 3.9% del benchmark ma, al momento, il portafoglio ha un sottopeso del 2,4% con una esposizione in termini assoluti dell'1,5%.
“Mentre il benchmark ha l'1% in titoli quasi-governativi come Russian Agricultural Bank e Russian Railways, il nostro portafoglio non ha esposizione su questi titoli, così come non abbiamo esposizioni in titoli societari russi, nè in titoli emessi in rublo” fanno presente gli esperti del Team.

Nel comparto Pictet - Emerging Local Currency Debt, invece, la Russia al momento rappresenta il 4,2% del benchmark, rispetto ad un peso del 10% di un anno fa.
“Abbiamo gestito in modo attivo il nostro sottopeso sulla Russia e sul rublo russo in vari momenti di quest'anno, operazioni che hanno contribuito positivamente alla nostra performance da inizio anno. In Settembre abbiamo deciso di prendere profitto dal nostro sottopeso dato che ritenevamo che la caduta fosse ormai arrivata a livelli molto accentuati e che ci fosse la possibilità di un recupero della divisa che in realtà non c'è stato. Oggi rimaniamo neutrali sulla posizione valutaria al 4,2%, in virtù del fatto che gli alti tassi d'interesse aiutano a recuperare parte del valore perso con il deprezzamento della valuta. Date le attuali condizioni sulla liquidità, sarebbe molto costoso, a nostro parere, implementare ora un sottopeso sulla valuta” puntualizzano i professionisti del Team che poi però precisano: “Continuiamo ad osservare la situazione da vicino e continuiamo ad avere un'esposizione al 100% in titoli governativi (quelli più liquidi), così da poter ridurre l'esposizione con velocità, se necessario. Crediamo che esista un 50% di probabilità che la Russia subisca un ulteriore downgrade nei prossimi mesi, anche se crediamo che il rischio di default rimanga molto contenuto e che la maggior parte della svalutazione del rublo sia già avvenuta, creando al momento un forte rischio di rimbalzo. Nel caso peggiore, come l'implementazione di rigidi controlli sui capitali oppure un default, pensiamo di poter riuscire ad avere una performance superiore a quella del mercato grazie al nostro posizionamento in titoli di migliore qualità”.

Tornando al fondo Pictet - Global Emerging Debt, al momento figurano in portafoglio anche titoli venezuelani in valuta forte, con un peso neutrale rispetto al benchmark del 2%, dato che Pictet Am ritiene sia troppo costoso essere sottopesati in presenza di rendimenti superiori al 30% (dati al 16 dicembre 2014).

“Da inizio anno, il nostro sovrappeso tattico in alcune fasi ha portato ad avere una performance superiore al benchmark; ad ogni modo abbiamo ridotto l'esposizione alle obbligazioni venezuelane in ottobre, in linea con la discesa dei prezzi del petrolio (il petrolio conta per il 98% dell'export del Venezuela ed è il fattore chiave del Paese per onorare i propri debiti). Il Presidente Maduro ha recentemente rassicurato la comunità internazionale sul fatto che il suo Paese ripagherà ogni dollaro dovuto e che la volontà del governo di ripagare i debiti rimane forte, anche grazie ai buoni fondamentali economici del paese (il debito pubblico ammonta a circa il 38% del PIL, con un avanzo pubblico di circa il 3% del PIL). Tuttavia, il surplus sta diminuendo in linea con la diminuzione delle entrate causate dalla diminuzione del prezzo del petrolio, al momento sotto il livello di pareggio di bilancio, fattore che renderà ancora più difficile poter ridurre le spese, in una situazione molto delicata sia dal punto di vista politico che sociale, soprattutto in una fase di avvicinamento all'Assemblea Nazionale del 2015 per le nuove elezioni. Anche considerando i rischi attuali, pensiamo che il potenziale di un default per i prossimi mesi sia relativamente basso, pur se nei prossimi 2 anni potrebbe aumentare in modo significativo” conclude il Team.

Trending