dollaro
La forza del dollaro e la resistenza del renminbi cinese
7 Gennaio 2015 11:10
zio anno al 22 dicembre scorso il cambio euro/dollaro USA ha accusato un calo dell’11% mentre quello euro/renminbi cinese ha registrato un arretramento di oltre otto punti percentuali. Una dinamica che, secondo diversi analisti valutari, dovrebbe proseguire anche nel 2015. Secondo il consenso, infatti, il cambio euro/dollaro USA dovrebbe scivolare fino a 1,15 entro nei prossimi 12 mesi mentre il fixing euro/renminbi potrebbe spostarsi in area 7,0 – 7,2 (dall’attuale 7,6).
"Il denaro è in movimento nei portafogli globali, guidato dal rally del dollaro statunitense. La forza del biglietto verde è indicativa dei continui cambiamenti nelle politiche delle banche centrali, la fine del super-ciclo delle commodity e della riduzione circa le aspettative di crescita dei paesi emergenti. Tali dinamiche hanno fatto parte del nostro scenario base per qualche tempo” dichiara Tom Fahey, senior global macro strategist di Loomis, Sayles & Company (gruppo Natixis Global Asset Management) che poi indica cosa lo abbia invece sorpreso:“La gravità dei movimenti di prezzo (soprattutto per quanto attiene al petrolio) e il rally del dollaro contro alcune divise emergenti a più alto beta e collegate al greggio. Molti analisti stanno rivedendo al ribasso le loro previsioni dei prezzi delle materie prime e al rialzo quelli della moneta americana. Stime che stanno portando ad una certa ansia circa le aspettative della crescita globale” sottolinea Tom Fahey mentre il suo collega Joshua Demasi, portfolio manager and emerging markets strategist, pur non escludendo che il 2015 possa mostrare un indebolimento del renminbi rispetto alla forza dollaro, ritiene probabile che tale svalutazione non si rivelerà drammatica.
“La leadership cinese e la Banca popolare di Cina (la banca centrale di Pechino) vogliono infatti un renminbi stabile al fine di facilitare gli investimenti e il commercio. Un indebolimento deciso della divisa cinese potrebbe causare fuoriuscite di capitali stranieri, cosa che la Cina non vuole. L’obiettivo delle autorità di Pechino è infatti quello di ridurre il sistema bancario ombra utilizzando gli investimenti stranieri” spiega Joshua Demasi.
"Il denaro è in movimento nei portafogli globali, guidato dal rally del dollaro statunitense. La forza del biglietto verde è indicativa dei continui cambiamenti nelle politiche delle banche centrali, la fine del super-ciclo delle commodity e della riduzione circa le aspettative di crescita dei paesi emergenti. Tali dinamiche hanno fatto parte del nostro scenario base per qualche tempo” dichiara Tom Fahey, senior global macro strategist di Loomis, Sayles & Company (gruppo Natixis Global Asset Management) che poi indica cosa lo abbia invece sorpreso:“La gravità dei movimenti di prezzo (soprattutto per quanto attiene al petrolio) e il rally del dollaro contro alcune divise emergenti a più alto beta e collegate al greggio. Molti analisti stanno rivedendo al ribasso le loro previsioni dei prezzi delle materie prime e al rialzo quelli della moneta americana. Stime che stanno portando ad una certa ansia circa le aspettative della crescita globale” sottolinea Tom Fahey mentre il suo collega Joshua Demasi, portfolio manager and emerging markets strategist, pur non escludendo che il 2015 possa mostrare un indebolimento del renminbi rispetto alla forza dollaro, ritiene probabile che tale svalutazione non si rivelerà drammatica.
“La leadership cinese e la Banca popolare di Cina (la banca centrale di Pechino) vogliono infatti un renminbi stabile al fine di facilitare gli investimenti e il commercio. Un indebolimento deciso della divisa cinese potrebbe causare fuoriuscite di capitali stranieri, cosa che la Cina non vuole. L’obiettivo delle autorità di Pechino è infatti quello di ridurre il sistema bancario ombra utilizzando gli investimenti stranieri” spiega Joshua Demasi.
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