Global Balanced Risk Control Fund

Global Balanced Risk Control Fund - 31 dicembre 2014

16 Gennaio 2015 12:00

financialounge -  Global Balanced Risk Control Fund
na di Mercato
L’economia statunitense ha continuato a mostrare un andamento positivo. Il Bureau of Economic Analysis ha rivisto al rialzo il tasso annuo di crescita del Pil del 3° trimestre 2014 al 5,0% rispetto al 3,9% stimato in precedenza. Quasi tutte le componenti del Pil hanno contribuito all’espansione. A inizio gennaio l’Institute for Supply Management ha rilevato un ulteriore calo del Pmi per il settore manifatturiero statunitense, passato dal 58,7% di novembre al 55,5% di dicembre, un segnale di decelerazione della solida crescita. Il Census Bureau ha reso noto che a novembre le vendite al dettaglio hanno totalizzato 449,3 miliardi di dollari su base destagionalizzata, in aumento dello 0,7% rispetto a ottobre e del 4,7% rispetto allo stesso mese del 2013. Il Bureau of Labor Statistics ha affermato che a novembre l’occupazione non agricola è aumentata di 321.000 unità e che il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 5,8%. Nei 12 mesi sino a novembre l’inflazione dei prezzi al consumo è stata dell’1,3% in termini non destagionalizzati. L’Msci Usa ha reso -0,26% in dollari e +2,50 % in euro, a fronte del persistente apprezzamento del biglietto verde rispetto alla moneta unica.

In Europa l’attività economica è rimasta sorprendentemente debole. L’indicatore Pmi composito elaborato da Markit è avanzato dai 51,1 punti di novembre ai 51,4 di dicembre, tuttavia questo leggero miglioramento è interamente attribuibile agli sviluppi nel settore dei servizi. Markit ha rilevato segnali di debolezza nelle tre grandi economie di Francia, Italia e Germania. A ottobre nell’area euro e in tutta l’Unione europea la produzione industriale e` aumentata dello 0,1% ed è risultata anche superiore dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2013. L’inflazione dei prezzi al consumo annuale nell’Eurozona è scesa dallo 0,4% di ottobre allo 0,3% di novembre. Nel Regno Unito il quadro economico e le condizioni operative delle imprese restano nel complesso positivi. L’indice Msci Europe ha evidenziato una flessione dell’1,36% in euro e del 4,02% in dollari Usa.

A dicembre i dati diffusi in Giappone sono leggermente migliorati rispetto al mese precedente. Il Pmi flash del settore manifatturiero pubblicato da Markit per il mese di dicembre è rimasto invariato rispetto al dato definitivo di novembre di 52,1. L’attività produttiva è cresciuta al ritmo più rapido da settembre, a indicazione di una ripresa dell’economia dalla recessione del terzo trimestre. La produzione industriale ha sorpreso al ribasso, scendendo dello 0,6% rispetto a ottobre. Tuttavia, secondo l’indagine Meti, a dicembre l’attività produttiva dovrebbe recuperare del 3,2% e addirittura del 5,7% a gennaio 2015. A novembre le vendite al dettaglio hanno registrato un incremento dello 0,4% rispetto a un anno prima. L’inflazione dei prezzi al consumo giapponese è scesa dello 0,4% su base mensile a novembre, attestandosi al 2,4% in termini annui. L’Msci Japan ha generato un rendimento pari a -0,41% in yen e +1,22% in euro.

Attività del Portafoglio
All’inizio e a metà dicembre abbiamo ridotto la nostra esposizione azionaria dal 77% al 45%, in quanto il calo dei prezzi del petrolio, i timori sulla debolezza dell’economia globale, in particolare in Europa e in Asia, e l’incertezza sugli aumenti dei tassi da parte della Fed hanno determinato reazioni negative dei mercati azionari più ampi. Nella settimana dell’8 dicembre l’indice Vix, un indicatore della volatilità di mercato a breve termine, è schizzato del 78%, passando da quota 12 a 21. I mercati hanno iniziato a recuperare terreno dopo la riunione del Fomc, in cui la Fed ha promesso “pazienza” relativamente all’aumento dei tassi, e sono stati in seguito rasserenati da dati sulla crescita statunitense superiori alle attese. Successivamente l’indice Vix è tornato a un livello più normale. Abbiamo aumentato gradualmente la nostra esposizione azionaria riportandola al 66% a fronte del calo della volatilità e del nostro generale ottimismo sulle prospettive di breve termine.

Strategia e Prospettive
Nell’ultima riunione del Fomc del 2014 la Fed ha smesso di fare riferimento a tassi d’interesse bassi per un periodo di tempo “considerevole”, promettendo invece di essere “paziente” per quanto riguarda la tempistica del primo rialzo dei tassi. Sebbene il calendario del processo di normalizzazione dei tassi dipenda dai dati, nella conferenza stampa Yellen ha affermato che difficilmente sarà avviato prima delle due prossime riunioni di gennaio e marzo. Riteniamo pertanto più basso il rischio di un inasprimento a sorpresa nel 1° trimestre del 2015. I titoli azionari europei hanno risentito dell’incertezza politica in Grecia e del nuovo calo del prezzo del petrolio nel mese di dicembre.

Restiamo comunque ottimisti circa i mercati europei; il forte ribasso dei costi energetici dovrebbe infatti stimolare l’attività economica e prevediamo che di conseguenza la crescita sarà leggermente più robusta il prossimo anno.

Continuiamo a preferire il mercato giapponese; la schiacciante vittoria elettorale del primo ministro Abe dovrebbe aprire la strada alle necessarie riforme strutturali. Per il 2015 è prevista una crescita dei profitti societari, unitamente a un miglioramento dell’economia e a un deprezzamento dello yen.



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