Bill Nygren

Borsa, il settore finanziario può riservare opportunità

19 Gennaio 2015 15:15

financialounge -  Bill Nygren Natixis Investment Managers settore finanziario
gestori del gruppo Natixis Global Asset Management che hanno partecipato al forum per segnalare e approfondire i temi e le idee di investimento 2015, figura Bill Nygren, CFA, Partner, Equity Manager Harris Associates.
Tra le opportunità l’esperto segnala il settore finanziario, indicandolo come uno dei più interessanti in questo momento.

“Gli investitori non si sono certo dimenticati del ruolo centrale giocato dal settore finanziario prima e durante la crisi del 2008. Ma ritengo che i prezzi degli immobili non siano più a livelli eccessivi, che i criteri per la concessione di finanziamenti siano migliorati e che i coefficienti patrimoniali siano molto più elevati. Cosa ancora più importante, il prezzo di molti titoli finanziari appare piuttosto contenuto. Società di elevata qualità come Bank of America, Citigroup e AIG vedono i propri titoli scambiati a sconto rispetto al valore di libro e con valutazioni inferiori a 10 volte gli utili attesi che si prevede otterranno allorché le perdite ereditate dalla crisi cesseranno di erodere gli utili in bilancio” sottolinea Bill Nygren che, inoltre ritiene il mercato azionario statunitense non ancora troppo costoso.

“Oggi, gran parte degli investitori è convinta che le azioni siano troppo costose, essendo triplicate negli ultimi sei anni. Tuttavia tale convinzione è basata soltanto sull’«istinto»: i multipli di valutazione prezzo/utili (P/E) sono attualmente in linea con le medie storiche. I prezzi correnti non sono anomali. Credo piuttosto che l'anomalia si sia verificata nei primi mesi del 2009 con le incredibili opportunità d'acquisto riscontrabili in quel periodo” rileva Bill Nygren, per il quale, anche per questo, le obbligazioni potrebbero essere divenute più rischiose delle azioni.

“Poiché il rendimento delle obbligazioni detenute fino a scadenza è noto, al contrario del rendimento azionario, si ritiene generalmente che le obbligazioni rappresentino un investimento più sicuro. Ma qualora le obbligazioni siano detenute per un anno o due, il rendimento non è noto, e il prezzo pagato diventa un fattore determinante per il livello di rischiosità dell'obbligazione. I rendimenti obbligazionari sono attualmente molto bassi (e quindi i prezzi sono alti): ne deriva che le obbligazioni potrebbero non rappresentare più un «porto sicuro», come ancora ritengono molti investitori” dichiara Bill Nygren.

Il gestore concentra poi la sua attenzione su alcune ottime aziende che sono prezzate come se fossero soltanto lievemente superiori alla media. La distribuzione dei rapporti P/E è insolitamente «stretta», centrata su valori pari a 16 volte gli utili. Sono davvero poche le azioni prezzate a meno di 13 o più di 19 volte gli utili attesi per il 2015.

“Ciò significa che alcune aziende che beneficiano di notevoli vantaggio competitivi, come Google (in particolare grazie alla presenza sempre crescente della pubblicità on line) o MasterCard (con la progressiva sostituzione delle carte di credito al contante), stanno raggiungendo i valori medi dei multipli P/E molto più rapidamente del normale. In un periodo in cui il mercato prezza i titoli di molte società quasi allo stesso modo, le società che presentano importanti opportunità di crescita sul lungo termine diventano particolarmente interessanti” puntualizza Bill Nygren che conclude la propria disanima sui temi di investimento per il 2015 sui prezzi del petrolio: la diminuzione dei prezzi spot del greggio da oltre $100 a meno di $65 crea agitazione, ma il prezzo dei futures a lungo termine è stato molto meno volatile.

“I mercati azionari sembrano scontare nei prezzi di molti titoli azionari energetici uno scenario in cui il petrolio rimarrà attorno ai 65 dollari al barile. Tuttavia, sul mercato dei futures il petrolio con consegna nel 2018 è quotato in un range superiore a 70 dollari al barile. Il prezzo del petrolio a partire dal 2018 pesa maggiormente sul valore intrinseco dei titoli azionari delle compagnie petrolifere rispetto al prezzo spot. Tenendo a mente questo fatto, possiamo notare come Apache costituisca un esempio di azienda il cui titolo azionario ha reagito eccessivamente alla riduzione dei prezzi spot” conclude Bill Nygren.

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