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Perchè puntare sui dollari USA e sulle rupie indiane

21 Gennaio 2015 09:10

financialounge -  mercati emergenti mercati valutari titoli di stato
te Le Bris, Managing Director, Global Bonds & Currency Natixis Asset Management è un altro dei gestori del gruppo Natixis Global Asset Management che ha partecipato al forum per segnalare e approfondire i temi e le idee di investimento 2015.
Due delle opportunità indicate dall’esperta sono di natura valutaria: il dollaro USA e la rupia indiana.
“L'India sta adottando una serie di importanti riforme. Ne prevedo ulteriori nei prossimi mesi come, per esempio l’acquisto di terreni e la fiscalità. Il crollo dei prezzi del petrolio dovrebbe essere positivo per l'India: riduce il disavanzo delle partite correnti (le importazioni nette di petrolio rappresentano il 5% del prodotto interno lordo), aumenta il potere d'acquisto dei consumatori e riduce il deficit di bilancio. Inoltre, l'inflazione è in calo, e il mercato obbligazionario indiano e la rupia offrono potenzialmente un carry (extra rendimento) interessante” spiega Brigitte Le Bris che poi suggerisce pure un posizionamento valutario lungo (rialzista) sul dollaro statunitense rispetto ad euro e yen.

“Sebbene il dollaro abbia già sovraperformato negli ultimi mesi, ritengo che tale rialzo possa continuare a causa della forte divergenza tra la Fed da un lato e la BCE e la Banca del Giappone (BOJ) dall'altro” commenta Brigitte Le Bris per la quale una buona idea per il portafoglio è anche quella di puntare sui titoli di stato statunitensi a breve termine.
“Nel 2015 saranno emessi oltre 500 miliardi di dollari di titoli di stato. Chi li acquisterà? Senza dubbio gli investitori europei e giapponesi acquisteranno questa tipologia di titoli al fine di ottenere rendimenti più elevati (dato il quantitative easing in atto in Europa e in Giappone), ma dubito che questo basterà a compensare l’assenza di acquisti da parte della Fed” sottolinea Brigitte Le Bris per la quale sul lungo termine, appaiono interessanti pure alcuni emittenti governativi high-yield dei mercati emergenti.

“Vi sono alcuni emittenti sovrani high-yield, compresi emittenti di frontiera (specialmente nell'Africa subsahariana), attualmente e ampiamente iper-venduti a seguito del crollo del prezzo del petrolio e degli ampi deflussi di capitale dai mercati obbligazionari emergenti. Anche i prezzi obbligazionari del Venezuela stanno diventando interessanti a lungo termine” sostiene il gestore che, infine, suggerisce di prepararsi ad affrontare più un contesto caratterizzato da una maggiore volatilità: “Alla luce dell'approccio divergente delle tre (o quattro se comprendiamo la Cina) banche centrali principali e dei livelli di consensus degli economisti che non sono mai stati così ristretti, temo che il 2015 potrebbe rivelarsi un altro anno difficile. Debbo aggiungere che ad oggi, i prezzi del petrolio sono in caduta libera e vi è una totale carenza di chiarezza. Se i prezzi globali del petrolio dovessero abbassarsi ulteriormente (ma non penso che ciò accadrà), lo scenario finanziario cambierebbe totalmente”.

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