Banca Centrale Svizzera

Ecco le prossime possibili sorprese del 2015

3 Febbraio 2015 09:28

financialounge -  Banca Centrale Svizzera mercati valutari Morgan Stanley petrolio tassi di interesse
ma clamorosa sorpresa di quest’anno si è materializzata giovedi 15 gennaio quando la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha annunciato di sganciare il franco svizzero dal cambio ?fisso con l’euro a 1,20 fissato dallo stesso istituto centrale nel 2011, nel pieno della crisi del debito sovrano della zona euro.
Una decisione che ha preso in contropiede il mercato con il cambio euro / Chf attestatosi intorno alla parità e il listino azionario di Zurigo in calo del 15% in poche sedute di Borsa.
Ma quali potrebbero essere le altre sorprese nei prossimi mesi capaci di generare importanti implicazioni sui mercati e sui portafogli dei risparmiatori?
Secondo gli esperti ce ne sono almeno tre.

La prima potrebbe essere un aumento più sostenuto e ravvicinato, di quanto attualmente stimato dal mercato, dei tassi della Federal Reserve americana.
La Fed potrebbe optare per questa soluzione qualora si delineasse un’accelerazione imprevista del calo della disoccupazione e affiorassero segnali sul fronte degli aumenti salariali: una Fed più aggressiva potrebbe rendere più fragile, in particolare, il segmento del credito e del debito e delle valute emergenti.

La seconda sorpresa potrebbe riguardare il dollaro USA. Sebbene sia diffusa la convinzione che il biglietto verde sia destinato ad apprezzarsi ancora rispetto all’euro e alle principali divise internazionali nei prossimi mesi, una crescita degli USA meno sostenuta o un’accelerazione imprevista del pil in Europa e in Giappone potrebbero provocare una imprevista inversione di tendenza con ripercussioni importanti sui mercati valutari e, a cascata, sui portafoglio degli investitori di tutto il mondo.

La terza sorpresa, invece, prevede un significativo recupero dei prezzi del petrolio.
Se il conflitto in Medio Oriente dovesse propagarsi, metterebbe in serio pericolo la produzione di petrolio e le esportazioni (eventualità già sperimentata negli scorsi anni, per esempio, in Libia): ciò produrrebbe un balzo dei prezzi del petrolio facendo aumentare le incertezze non soltanto a livello regionale ma anche su scala globale (facendo lievitare i premi di rischio a livello mondiale), provocando ingenti tensioni sui mercati finanziari.

Anche il Global Fixed Income Team di Morgan Stanley Investment Management si è chiesto cosa potrebbe sorprenderci nel 2015 nel report "Prospettive d’investimento 2015" ed ha individuato tre potenziali sorprese: “Le materie prime toccano un nuovo minimo: riteniamo che il petrolio, o forse altre materie prime, possano toccare un nuovo minimo (ad esempio il petrolio a 35 dollari il barile o l’oro sotto i 1.000 dollari l’oncia). In secondo luogo, gli Stati Uniti sono considerati come un faro di stabilità: una preoccupante impennata dell’incertezza geopolitica potrebbe aumentare lo scompiglio tra i Treasury statunitensi mentre gli investitori cercano la stabilità, riducendo sensibilmente i rendimenti. Infine, un focus su inflazione e crescita sostenute negli Stati Uniti: visto l’eccesso di liquidità nei mercati statunitensi, temiamo che, quando la Fed si decida per una politica restrittiva, possa riscontrare difficoltà nel ridurre la liquidità del mercato in modo graduale ed efficiente”.

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