mercati emergenti
Prezzi del petrolio, tutti gli impatti sui bond dei produttori
10 Febbraio 2015 11:10
to di vista di Koon Chow, Senior Macro e FX Strategist EMD di Union Bancaire Privée (UBP) sui produttori di petrolio dei Mercati Emergenti è ricco di sfumature: ha infatti una view positiva sui bond dei Paesi produttori di petrolio che hanno bilanci solidi sia verso l’estero sia a livello nazionale (Messico, Colombia, Indonesia e Emirati Arabi Uniti).
Per contro, lo strategist resta ancora molto cauto su quelle economie, in particolare quella russa e venezuelana, dove è necessario in verità un aumento dei prezzi del petrolio per migliorarne la situazione macro economica.
“A nostro avviso, i prezzi del petrolio sono inferiori rispetto al punto di equilibrio di lungo periodo e, entro la fine dell’anno, dovrebbe verificarsi una leggera ripresa. Il motivo è che i prezzi attuali sono al di sotto di quei livelli che gli esperti individuano come equilibrio di lungo termine, quando cioè domanda e offerta si incontrano” fa sapere Koon Chow per il quale i produttori di greggio statunitensi, che devono far fronte ad alti costi, stanno già segnalando che taglieranno la produzione, mentre sono sempre di più le notizie di un forte calo del numero di impianti di trivellazione: questo dovrebbe indicare che non ci si trovi ancora in una condizione di equilibrio.
Nel frattempo, negli Stati Uniti e nelle aree meno deboli del Vecchio Continente, la fiducia dei consumatori sta risalendo, segnalando che i prezzi più bassi stanno stimolando gli acquisti di automobili e, quindi, a consumare più petrolio.
“La ripresa dei prezzi del greggio probabilmente sarà graduale, tuttavia dovrebbe implicare un supporto per gli esportatori di petrolio più forti dal punto vista dei fondamentali all’interno dei Mercati Emergenti e per i prezzi dei loro asset” conclude Koon Chow.
Per contro, lo strategist resta ancora molto cauto su quelle economie, in particolare quella russa e venezuelana, dove è necessario in verità un aumento dei prezzi del petrolio per migliorarne la situazione macro economica.
“A nostro avviso, i prezzi del petrolio sono inferiori rispetto al punto di equilibrio di lungo periodo e, entro la fine dell’anno, dovrebbe verificarsi una leggera ripresa. Il motivo è che i prezzi attuali sono al di sotto di quei livelli che gli esperti individuano come equilibrio di lungo termine, quando cioè domanda e offerta si incontrano” fa sapere Koon Chow per il quale i produttori di greggio statunitensi, che devono far fronte ad alti costi, stanno già segnalando che taglieranno la produzione, mentre sono sempre di più le notizie di un forte calo del numero di impianti di trivellazione: questo dovrebbe indicare che non ci si trovi ancora in una condizione di equilibrio.
Nel frattempo, negli Stati Uniti e nelle aree meno deboli del Vecchio Continente, la fiducia dei consumatori sta risalendo, segnalando che i prezzi più bassi stanno stimolando gli acquisti di automobili e, quindi, a consumare più petrolio.
“La ripresa dei prezzi del greggio probabilmente sarà graduale, tuttavia dovrebbe implicare un supporto per gli esportatori di petrolio più forti dal punto vista dei fondamentali all’interno dei Mercati Emergenti e per i prezzi dei loro asset” conclude Koon Chow.
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