Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 31 gennaio 2015

12 Febbraio 2015 14:00

financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund
i aspettavamo, nella seconda quindicina di gennaio sembra aver avuto inizio un rally di mercato legato alla reflazione. Il prezzo del petrolio Brent è salito dell’11,2% e le azioni globali hanno registrato un rialzo dell’1,8% (Msci Acwi in valuta locale), trainate dai settori dell’energia e dei materiali. Questa dinamica, che ha visto i titoli azionari dell’Eurozona guadagnare un ulteriore 6,2% (indice Eurostoxx), è per lo più ascrivibile all’allentamento monetario, ma vi hanno contribuito anche alcune sorprese economiche positive a livello globale in quasi tutte le aree del mondo.
Nonostante il contesto deflazionistico, il rally dei titoli di Stato del G-10 è proseguito. Negli Stati Uniti, il rendimento dei Treasury decennali ha raggiunto l’1,64%, e i nostri indicatori di fiducia segnalano un forte posizionamento lungo per i titoli governativi americani. Il dollaro Usa ha registrato un apprezzamento nei confronti di tutte le divise, anche se i dati sulla crescita statunitense indicano una riduzione del divario rispetto al resto del mondo. Come per i Treasury, le posizioni lunghe sul dollaro sono a livelli estremi.
Nelle ultime due settimane di gennaio il comparto ha guadagnato 98 pb. I contributi più brillanti sono giunti dalle esposizioni valutarie, in particolare la posizione lunga sul dollaro Usa rispetto al dollaro neozelandese e alle divise emergenti, e quella corta sul franco svizzero rispetto all’euro. Ulteriori apporti positivi sono attribuibili alla posizione lunga nelle azioni dell’Eurozona rispetto alle omologhe statunitensi e alle posizioni corte nelle azioni americane rispetto alle azioni globali.
Nelle ultime due settimane di gennaio abbiamo ridotto l’esposizione al tema del rafforzamento del dollaro Usa e ampliato quella al tema della reflazione, con la costituzione di posizioni lunghe nelle azioni globali e dell’Eurozona, in parte coperte da una posizione corta nelle azioni statunitensi. Separatamente, abbiamo avviato una posizione lunga nelle azioni dei mercati emergenti rispetto alle azioni delle piazze sviluppate, abbiamo ridotto l’esposizione corta al rame e accentuato la posizione lunga nei titoli di Stato decennali brasiliani.
Al di là dei cambiamenti legati ai nostri temi principali, abbiamo stabilito una posizione corta sul franco svizzero rispetto all’euro, e una lunga sul peso messicano rispetto al dollaro canadese. Abbiamo inoltre avviato una posizione lunga a due anni sui tassi britannici e una posizione corta a due anni sui tassi statunitensi.
Restiamo dell’idea che la paura della deflazione indotta dalla flessione dei prezzi del petrolio non sia giustificata. Nel complesso i suoi effetti sulla crescita si possono considerare moderatamente positivi, mentre la spinta deflazionistica ha lasciato più spazio a ulteriori misure di allentamento monetario. Siamo sempre alla ricerca di opportunità per ampliare la presenza in portafoglio delle posizioni legate a questo tema.

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