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Lunedì prossimo sarà il giorno del giudizio sulla Grecia

13 Febbraio 2015 10:00

financialounge -  debito grecia Grexit Philippe Waechter
petto più preoccupante dell’incontro di ieri tra la Grecia e i suoi partner dell'Eurogruppo (rappresentati dai ministri delle finanze della zona euro) non è stato solo (o soltanto) il fallimento ma anche la capacità di scrivere un comunicato congiunto: in realtà uno era stato abbozzato ma il governo di Atene, con una decisione all’ultimo minuto, non avrebbe accettato di firmare. Ora tutto è rimandato a lunedì prossimo che si annuncia il «giorno del giudizio» per la Grecia ma anche per la zona euro.
“Il braccio di ferro tra il primo ministro greco Alexi Tsipras e tutti gli altri governi europei continua. La trattativa è sue due piani; su un livello si tratta sui finanziamenti europei alla Grecia ed è molto importante per Atene ma anche per la sopravvivenza dell'Eurozona; l'altra parte della trattativa è invece legata all'impegno tra il primo ministro e cittadini greci. Per essere forte sul fronte europeo Tsipras ha bisogno di un solido sostegno da popolo greco, ma per ottenere e mantenere il sostegno interno che deve riuscire a dimostrarsi fermo nella sua trattativa con l'Europa” fa presente Philippe Waechter, Capo economista di Natixis AM che poi aggiunge: “C'è un altro problema nel confronto: sono sicuro che il premier greco sia convinto che la zona euro non accetterà una Grexit (uscita della Grecia dall’euro) perché sarebbe troppo rischioso per tutti i paesi europei, dalla Germania alla Finlandia. Chi vuole davvero prendersi questo rischio dal momento che nessuno è in grado di stabilire veramente cosa potrebbe accadere? Tsipras probabilmente immagina che l'Europa ha più da perdere rispetto alla Grecia se alla fine della giornata il negoziato si è rivelato un vero e proprio fallimento”.
Per assicurare il funzionamento dell'area Euro, vi è però la necessità di trovare una soluzione rapidamente: la scadenza è il 28 febbraio quando cominceranno gli ingenti rimborsi dei titoli di stato della Grecia che sono piuttosto robusti per tutto il 2015. In tutto l'anno, infatti, Atene dovrà rimborsare circa 9,8 miliardi di euro al FMI (fondo monetario internazionale). L'importo, peraltro, è quasi omogeneo durante l'anno. La Grecia, dovrà inoltre rimborsare 6,7 miliardi di euro tra luglio e agosto alla BCE (portafoglio SMP). A conti fatti, il governo greco dovrà sborsare 14,5 miliardi di euro (tra 1,4 a 2 miliardi circa al mese). Questi titoli governativi sono in portafoglio alle banche elleniche e la Grecia deve trovare una soluzione per evitare un default: un problema non secondario visto anche che il gettito fiscale è inferiore al previsto e un fallimento potrebbe portare ad una corsa agli sportelli bancari.
“Una soluzione deve essere trovata entro il prossimo lunedì al fine di evitare una situazione di default per la Grecia e per scongiurare al contempo il rischio di uno shock persistente per l’Europa. E’ vero che è possibile minimizzare l'impatto della «Grexit» a causa delle dimensioni del paese, tuttavia possiamo immaginare che in questo scenario la credibilità della costruzione della zona euro sarebbe fortemente a rischio. Chi vuole assumersi questo tipo di rischio? E chi, al di fuori dell'Europa, avrebbe fiducia verso l’Europa? Insomma, lunedì 16 febbraio sarà una data importante per l'area euro: può essere un nuovo importante passo verso l’integrazione all'interno della zona euro, ma può rivelarsi pure la prima grande e profonda crepa della costruzione europea” conclude Philippe Waechter.

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