BTP

Debito emergente, le ragioni dell'appeal ritrovato

17 Febbraio 2015 09:30

financialounge -  BTP fondamentali mercati emergenti Pictet
quista oggi sul mercato un BTP scadenza febbraio 2018 porta a casa un rendimento annuo dello 0,45%, mentre se sottoscrive un BTP scadenza febbraio 2020 ottiene uno 0,81%: per ricavare un rendimento annuo superiore ai due punti percentuali con i titoli di stato italiani occorre posizionarsi sul BTP settembre 2028 mentre per garantirsi il 2,50% all’anno è necessario spingersi almeno sul Btp scadenza agosto 2039. La sostanza non cambia molto nemmeno se si opta per i bond societari con rating più elevato i cosiddetti investment grade, cioè le emissioni con merito di credito fino al Baa3 nella scala di Moody’s, ovvero fino al BBB- in quella di Standard & Poor’s o fino al BBB- di Fitch. Con i titoli high yield le cedole sono leggermente più generose (a parità di durata dell’emissione) ma espongono il risparmiatore a una volatilità molto superiore e un rischio più elevato di insolvenza (default).
Un capitolo a parte merita invece il debito emerging markets che dal maggio 2013, quando hanno cominciato a circolare le prime indiscrezioni circa l’avvio del tapering della Fed (cioè della riduzione degli acquisti dei bond americani), hanno subito un consistente deflusso da parte degli investitori internazionali con prezzi in forte discesa. Ma i fondamentali dei paesi in via di sviluppo, in genere, sono buoni e i rendimenti attraenti rispetto a quelli dell’area euro e dollaro USA.
“Confermiamo il sovrappeso dei mercati obbligazionari emergenti, sia in dollari Usa che in valuta locale, a discapito di quelli sviluppati che, nel complesso, risultano onerosi. La progressiva decelerazione evidenziata negli ultimi mesi dalle economie in via di sviluppo rispetti agli Stati Uniti e al resto del mondo industrializzato è più che compensata dal rendimento offerto dalle piazze obbligazionarie emergenti. Per un certo tempo, inoltre, le aggressive misure di stimolo monetario varate nell’eurozona e in Giappone aumenteranno l’attrattiva degli asset ad alto rendimento e il debito emergente potrebbe beneficiarne in misura notevole. Un altro possibile fattore positivo è costituito dalle dinamiche di domanda e offerta: gli emittenti sovrani delle aree in via di sviluppo probabilmente raccoglieranno meno del’anno scorso; secondo alcune stime il volume di emissione lordo di debito sovrano dovrebbe diminuire del 25% rispetto al 2014” puntualizza la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity che poi aggiunge: “Anche il debito in valuta locale ha la sua attrattiva e potrebbe assistere ad un incremento della domanda da parte degli investitori la cui valuta di base è l’euro, soprattutto data la probabile traiettoria della moneta unica (che dovrebbe tendere a svalutarsi nei prossimi mesi). Detto ciò ci aspettiamo ancora una forte dispersione dei rendimenti fra i vari paesi e le diverse valute”.

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