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Borsa USA e dollaro, ecco le mosse da fare adesso

di Redazione 18 Febbraio 2015 10:20

financialounge -  Anima Sgr Armando Carcaterra gestione attiva profitti aziendali selezione
rto trimestre del 2014 ha mostrato risultati aziendali USA non eccessivamente brillanti. I profitti netti sono aumentati del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2013, proiettando gli utili dell’intero 2014 a +7,9%. Ma quello che ha pesato sugli investitori sono le stime per il primo trimestre di quest’anno (scivolate dal +5,3% previste il primo gennaio al -1,6% del 10 febbraio) e per l’intero 2015 (dal +8,1% del primo gennaio al +2,7% del 10 febbraio). Insomma, i profitti delle corporation USA non aumentano più e i margini sono sotto pressione.
Chi sottolinea la robustezza della crescita americana e la forza del mercato del lavoro deve ricordarsi che l’aumento della pressione fiscale sulle imprese e il fatto che il lavoro è anche un costo finisce con il ridurre i margini. Se poi si aggiunge la forza del dollaro, il quadro complessivo non depone certo a favore delle aziende statunitensi. Ecco perché diversi osservatori vedono per il 2015 un andamento laterale per la Borsa americana che ribadisce l’importanza delle gestione attiva del portafoglio e la selezione dei settori e dei singoli titoli.
“L’idea su Wall Street da neutrale è diventata negativa. Diverse le motivazioni alla base di questo sottopeso all’interno in generale dei portafogli dei fondi azionari. In primo luogo, per la considerazione che la Federal Reserve nell’arco del 2015 darà il via libera al rialzo dei tassi. In occasione dell’ultimo meeting dei giorni scorsi, la Banca centrale americana ha ribadito di essere «paziente» nell’iniziare ad alzare i tassi, mossa che non avverrà almeno fino a giugno. In secondo luogo, va detto, che a parte il ritorno di un po' di volatilità negli ultimi tempi, Wall Street ha raggiunto massimi storici; terzo: è attesa una recessione degli utili societari, nonostante la crescita economica stia correndo. In particolare, riguardo a questo ultimo punto, le revisioni negative degli utili del settore energetico, legate al calo del prezzo del petrolio, hanno pesato sulle stime degli utili dello S&P500 e anche gli altri settori del mercato americano hanno subito una drastica revisione” fa presente Armando Carcaterra, Direttore Investimenti di Anima Sgr che poi si esprime sul biglietto verde: “Gli acquisti di titoli di stato della BCE comportano una forte pressione al ribasso sul tasso di cambio euro/dollaro. Tra l’altro, pur non essendo ufficialmente un obiettivo di politica monetaria, l’indebolimento della moneta unica è centrale per far risalire il tasso di inflazione. La view resta a favore di un apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro, in particolare nell’arco dei primi sei mesi; probabilmente si assisterà a qualche pausa, ma il trend è verso la parità. Di qui il posizionamento lungo di dollaro all’interno dei nostri fondi, avviato dalla fine del mese di novembre. Giudizio invece neutrale su yen e sterlina”.

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