Global Balanced Risk Control Fund

Global Balanced Risk Control Fund - 31 gennaio 2015

19 Febbraio 2015 12:00

financialounge -  Global Balanced Risk Control Fund
na di Mercato
A fine gennaio il Bureau of Economic Analysis ha stimato un’espansione annua dell’economia statunitense pari al 2,6% nel quarto trimestre del 2014. Secondo il BEA il recente rallentamento dell'attività economica in USA è imputabile al rallentamento della spesa pubblica federale e degli investimenti nonché ad un aumento delle importazioni. Il PMI relativo al settore manifatturiero statunitense è ulteriormente calato dal 55,5% di dicembre al 53,5% di gennaio 2015, indicando una continua decelerazione pur in un contesto di forte crescita. In termini destagionalizzati, le vendite al dettaglio nel mese di dicembre sono state pari a 442,9 miliardi di dollari, in calo dello 0,9% rispetto a novembre, ma in aumento del 4,1% rispetto allo stesso mese del 2013. Secondo i dati del Bureau of Labor Statistics, a novembre l’occupazione non agricola è salita di 252.000 unità e il tasso di disoccupazione è sceso al 5,6%. "Miglioramenti in termini di occupazione si sono avuti i nei settori dei servizi professionali e commerciali, edilizio, dei servizi di ristorazione e esercizi di somministrazione di bevande, della sanità e manifatturiero." Nei 12 mesi sino a dicembre l’inflazione dei prezzi al consumo è stata dello 0,8% in termini non destagionalizzati. Al netto dei prezzi dei generi alimentari ed energia, il dato corrispondente era pari all'1,6%. L’Msci Usa ha reso -2,85% in dollari e 4,14% in euro, a fronte del persistente apprezzamento del biglietto verde rispetto alla moneta unica.
Nella zona euro, numerosi indicatori suggeriscono un miglioramento delle condizioni generali. Il PMI composito elaborato da Markit, che valuta le condizioni del settore manifatturiero e dei servizi, è aumentato dai 51,4 punti di dicembre ai 52,6 di gennaio. L’attività produttiva è aumentata sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi, tuttavia questo leggero miglioramento è interamente attribuibile agli sviluppi nel settore dei servizi. Markit ha osservato una ripresa della crescita in Germania e un ritorno all'espansione in Italia. Tuttavia, l'attività economica complessiva in Francia ha registrato una contrazione per il nono mese consecutivo. A novembre nell’area euro e in tutta l’Unione europea, la produzione industriale è aumentata dello 0,2%. L’Eurostat ha reso noto inoltre che a dicembre l’inflazione annua dei prezzi al consumo nell’area euro è scesa a -0,2% dallo 0,3% di novembre. Tassi annui d'inflazione negativi sono stati osservati in 16 dei 28 Stati membri dell'Unione europea. L’indice Msci Europe ha evidenziato un aumento del 7,23% in euro e una flessione dello 0,03% in dollari Usa.
All’inizio di febbraio, Markit e JMMA hanno reso noto che i rispettivi indici PMI per il settore manifatturiero sono aumentati dai 52,0 punti di dicembre ai 52,2 di gennaio. Questo indicatore è rimasto in territorio positivo, cioè superiore ai 50 punti, per otto mesi consecutivi. Produzione, nuovi ordini e dati sull’occupazione continuano a crescere. Secondo l'istituto di statistica nazionale, nel corso del 2014, l'inflazione dei prezzi al consumo è stata pari al +2,7%. L'istituto di statistica nazionale ha riferito che la spesa media mensile al consumo per famiglia è stata pari a ¥ 332.363 in dicembre, in calo dello 0,6% in termini nominali e del 3,4% in termini reali rispetto allo stesso mese del 2013. Il Ministero dell’economia, del commercio e dell’industria nipponico ha reso noto che a novembre la produzione industriale è aumentata dell’1,0% in termini destagionalizzati e dello 0,3% su base annua. Nel mese di gennaio i titoli azionari giapponesi hanno segnato andamenti laterali; i dati hanno infatti continuato a indicare una debolezza dell'attività economica e pressioni deflazionistiche. L’Msci Japan ha generato un rendimento pari a 0,26% in yen e 9,69% in euro.

Attività del Portafoglio
A inizio gennaio abbiamo ridotto l'esposizione azionaria dal 66% al 57%, a causa di un aumento della volatilità dei mercati. L'indice VIX, il cosiddetto indicatore della paura, si è spinto oltre i 20 punti nella settimana del 5 gennaio, in un contesto d’incertezza per le elezioni in Grecia e di aumento del rischio di deflazione derivante dal calo dei prezzi delle materie prime. L'annuncio del programma di QE da parte della Banca centrale europea il 22 gennaio ha rafforzato la fiducia degli investitori, determinando un conseguente calo della volatilità. Verso fine gennaio abbiamo aumentato l'esposizione azionaria sino al 63%.

Strategia e Prospettive
Nel mese di febbraio continueremo a mantenere un sovrappeso verso la componente azionaria poiché riteniamo che il forte calo del prezzo del petrolio favorirà i paesi importatori di petrolio, sia sviluppati sia emergenti. Pertanto, secondo la nostra visione, tra i mercati dei paesi sviluppati, il Giappone e l'Europa sono quelli che ne trarranno maggior beneficio. Le politiche monetarie fortemente espansive della BCE e della BoJ, unitamente a una flessione delle valute e dei costi dell'energia dovrebbero imprimere una forte spinta alle attività delle imprese e agli utili in entrambe le regioni. A nostro avviso, è probabile che l'economia statunitense continui a rafforzarsi nel 2015, ma è anche probabile che i mercati azionari statunitensi siano caratterizzati da volatilità, sulla scia della normalizzazione dei tassi d’interesse da parte della Fed. Tra i mercati emergenti, vediamo positivamente quelli asiatici, poiché saranno quelli che beneficeranno maggiormente del calo dei prezzi dell'energia, mentre siamo leggermente negativi sui paesi emergenti dell'EMEA e dell'America Latina.


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