Federal Reserve

Tutte le implicazioni sui mercati della «guerra delle valute»

24 Febbraio 2015 09:45

financialounge -  Federal Reserve mercati valutari Natixis Investment Managers quantitative easing Russia
in questi primi due mesi del 2015, come nel secondo semestre dello scorso anno, l’euro ha continuato a svalutarsi rispetto alle principali divise estere e anche nei riguardi di molte monete dei paesi in via di sviluppo. Secondo alcuni osservatori si tratta del fisiologico proseguimento della cosiddetta «guerra delle valute» iniziata nel 2009, quando la Fed ha lanciato il suo primo QE (quantitative easing).
“Tale iniziativa ha trascinato il dollaro statunitense verso il basso, contribuendo alla ripresa della crescita statunitense. Di conseguenza, il dollaro ha ripreso a rafforzarsi. Ora tocca alla BCE e alla Banca del Giappone: entrambe stanno svalutando le proprie valute, lanciando o aumentando i propri programmi di quantitative easing. Finora si è trattato di un compito relativamente facile poiché i movimenti sul mercato valutario sono grosso modo in linea con la divergenza economica delle relative aree” sottolinea Brigitte Le Bris, Head of Emerging Markets & Currency Natixis Asset Management secondo la quale tali movimenti non sono comunque tali da far deragliare l'economia globale poiché sono in linea coi fondamentali: l'unico fattore che, per Brigitte Le Bris, potrebbe far deragliare l'economia globale potrebbe essere un andamento valutario totalmente contrario alle aspettative e troppo rapido ed estremo.

“L'abbandono del cambio fisso del franco svizzero sull'euro da parte della Banca Nazionale Svizzera (BNS) costituisce un buon esempio in tal senso. La maggior parte delle aziende elvetiche sono state colte alla sprovvista. Potrebbe essere interessante esaminare lo stato dell'economia svizzera tra qualche mese. Tale mossa da parte della BNS dimostra ancora una volta che nessuna banca centrale al mondo può agire sulla propria moneta andando contro i fondamentali macroeconomici” spiega Brigitte Le Bris che poi passa a parlare della Russia che costituisce un altro buon esempio: “La Banca Centrale della Russia ha dato fondo a gran parte delle sue riserve valutarie per evitare in crollo del rublo, seppur invano. Se l'indebolimento dell'euro o dello yen è positivo per le economie locali a fronte di un aumento delle esportazioni e dell'inflazione importata, dobbiamo ammettere che ciò possa avere effetti negativi, in un primo momento, sulle economie di alcuni dei loro concorrenti: la Corea del Sud e l'Europa dell'Est costituiscono buoni esempi in tal senso. Tuttavia, più avanti, tali paesi dovrebbero trarre vantaggio dalla ripresa economica dei propri vicini. Una «guerra delle valute» che non poggi su giustificazioni economiche non è mai positiva. Per contro, un ritorno dei tassi di cambio ai propri valori di equilibrio, guidato dalle politiche monetarie e/o dal ciclo economico, è sempre positivo: ed è esattamente quello che sta succedendo ora" puntualizza Brigitte Le Bris.

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