Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 15 febbraio 2015

27 Febbraio 2015 10:00

financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund
ultime due settimane è proseguita la politica di reflation trade. I rendimenti dei titoli di Stato si sono spinti al rialzo con una correzione di 38 punti base dei rendimenti dei Treasury quinquennali statunitensi e l’ampliamento dell’inflazione di break-even Usa. I dati positivi sull’occupazione negli Stati Uniti a gennaio e il rialzo delle quotazioni petrolifere (il Brent è salito del 16%) hanno contribuito favorevolmente.
I titoli azionari globali hanno guadagnato il 4,1% (Msci Acwi in valuta locale), facendo archiviare il risultato più brillante al listino Usa con un apprezzamento del 5,3% (S&P 500). Il mercato ha tratto un respiro di sollievo a seguito delle significative revisioni al ribasso sulle stime degli utili per azione dell’S&P 500 del quarto trimestre; ora sembra che gli utili statunitensi avanzeranno del 5% rispetto a un anno fa, nonostante le difficoltà rappresentate dal rafforzamento del dollaro Usa, dall’indebolimento della crescita estera e dal calo dei prezzi del petrolio. La performance peggiore è stata registrata dal Giappone (Topix) con il 2,4%.
Come prevedibile, il recupero delle quotazioni petrolifere ha risollevato il settore energetico (+8% in valuta locale per l’Msci Acwi Energy Index) e vari attivi legati al petrolio quali il rublo (in aumento dell’11%).
I notevoli movimenti valutari registrati nel corso degli ultimi sei mesi stanno portando a una ridistribuzione della crescita globale e sono divenuti un’importante copertura per l’analisi del ciclo economico. Negli Stati Uniti, il rafforzamento del biglietto verde sembra smorzare la crescita con una frenata delle esportazioni, degli utili aziendali e, infine, della spesa per investimenti. L’indebolimento dell’euro sta sostenendo la crescita nell’Eurozona, l’unica regione in cui i dati sulla crescita si sono rivelati sorprendentemente positivi. Le svalutazioni monetarie e le altre forme di stimoli monetari invece non sono riuscite nell’intento di favorire la crescita nelle economie emergenti e in Giappone, due aree che continuano a deludere le aspettative.
Nella prima quindicina di febbraio il comparto ha lasciato sul terreno l’1%. A pesare maggiormente sono state una posizione lunga nei titoli di Stato brasiliani, una posizione corta nelle azioni statunitensi rispetto ai listini globali e una posizione lunga nelle azioni europee rispetto a quelle Usa. Contributi positivi sono giunti dalle posizioni corte sui tassi statunitensi e da una posizione lunga nei mercati azionari globali. Il risultato è stato sostenuto anche da una posizione corta nei Cds russi e da una posizione lunga coperta nelle azioni dei beni di consumo discrezionali statunitensi.
Nelle prime due settimane di febbraio abbiamo ridotto l’esposizione lunga sul dollaro Usa. Nell’ambito del nostro tema reflazionistico, abbiamo chiuso posizioni corte legate alle materie prime nel comparto rame e nei titoli delle società di estrazione di rame e minerale di ferro, inoltre abbiamo avviato una posizione lunga nei titoli energetici statunitensi. Nell’ambito del tema di normalizzazione dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, abbiamo accentuato la nostra posizione ribassista nei tassi di interesse statunitensi a 5 anni e abbiamo stabilito una posizione corta sui Reit statunitensi rispetto alle azioni Usa. Abbiamo inoltre accentuato la posizione lunga nelle azioni dell’Eurozona rispetto a quelle Usa, e abbiamo avviato una posizione corta coperta nelle azioni turche.
Benché nei media sembri aggravarsi l’inquietudine riguardo alle tormentate vicende politiche, il mercato pare aver già ampiamente scontato la maggior parte di questi problemi. Alla fine di gennaio le azioni e le obbligazioni elleniche hanno toccato il punto minimo, nonostante il mancato raggiungimento di un accordo. Le azioni russe hanno messo a segno la migliore performance dell’anno, a dispetto di tutti i segnali sul conflitto ucraino che sembra diventare irrisolvibile. Al contempo, nelle ultime settimane la crescita globale e le prospettive inflazionistiche, complessivamente, sembrano essere migliorate e prevediamo che per il momento questo trend resti immutato.

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