Comitato etico
Comitato Etico di Etica Sgr, un presidio a 360 gradi
3 Marzo 2015 15:25
iare la reputazione della Sgr in materia di competenza nella selezione delle aziende responsabili. Distinguere tra operatività ordinaria e obiettivi strategici di più ampia portata. Garantire l’expertise anche in materie molto diverse tra loro come quelle della tutela del lavoro, dell’ambiente o della governance societaria. Sono alcuni degli obiettivi primari a cui si ispira l’attività del Comitato Etico di Etica sgr presieduto da Leonardo Becchetti, tra i primi 80 economisti del mondo come numero di pagine pubblicate su riviste scientifiche secondo la classifica mondiale REPEC.
Leonardo Becchetti, attualmente è coordinatore del Master MESCI (Development Economics and International Cooperation), coordinatore del corso di laurea European Economy and Business Law e Professore Ordinario di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dopo aver presieduto per diversi anni il Comitato Etico di Banca Popolare Etica, dal dicembre 2014 è Presidente del Comitato Etico di Etica Sgr. Il 27 marzo sarà tra i protagonisti del prossimo Salone del Risparmio, dove interverrà al convegno “Per uno sviluppo sostenibile: finanza etica e risparmio a sostegno dell’economia civile“.
Quali sono le principali attività svolte dal Comitato Etico? Che ruolo svolge nel processo di investimento dei fondi di Etica Sgr? "Una delle peculiarità e dei vantaggi competitivi dei fondi di Etica Sgr è quello di aggiungere alla tradizionale valutazione economica dei titoli da inserire in portafoglio quella di sostenibilità sociale ed ambientale. Per questo motivo il Comitato Etico ha un ruolo di rilievo perché deve lavorare assieme al management per presidiare la reputazione della Sgr in materia di competenza di selezione delle aziende responsabili. Poiché la valutazione della responsabilità delle imprese è molto complessa e coinvolge diverse dimensioni, il Comitato Etico deve necessariamente avere un assortimento di competenze che gli consenta di esprimersi in materie molto diverse tra loro come quelle della tutela del lavoro, dell’ambiente o della governance societaria".
L’attuale Comitato è in carica dall’ottobre 2014 e rimarrà in carica per tre anni. Quali sono gli obiettivi che vi siete dati per questo mandato? "Bisogna a mio avviso distinguere tra operatività ordinaria e obiettivi strategici di più ampia portata. Nel primo caso il lavoro del Comitato consiste nel valutare le situazioni contingenti e le variazioni di rating sociale ed ambientale delle diverse società inserite o inseribili nel portafoglio titoli. Valutando criticamente l’informazione di rating ricevuta da agenzie specializzate internazionali ed adattandola alla scala di valori di Etica Sgr e aggiornando le metodologie di inclusione / esclusione dei titoli sulla base della loro responsabilità sociale ed ambientale nel portafoglio investibile. Quanto agli obiettivi strategici il Comitato Etico può e deve approfondire in modo sistematico nuove problematiche che si determinano per l’evoluzione dei temi della sostenibilità nell’economia globale. Evoluzione che richiede un aggiornamento dei criteri di valutazione. Esso può anche lavorare assieme al management per affinare e definire con sempre maggior chiarezza lo specifico di Etica Sgr e il suo vantaggio competitivo che consiste appunto nella peculiarità dell’abbinamento della valutazione di redditività a quella di sostenibilità sociale ed ambientale della società".
Quali i vantaggi di questa sinergia? "Se la mission e il vantaggio competitivo sono definiti con sempre maggiore chiarezza e comunicati efficacemente, la mission di Etica Sgr potrà produrre più frutti. Un esempio di necessario aggiornamento e innovazione riguarda ad esempio i temi della sostenibilità fiscale delle imprese, aspetto tradizionalmente trascurato nelle valutazioni delle agenzie di rating “etico” internazionali che guardano ad ambiente, lavoro e governance. Il tema dei paradisi fiscali sta diventando sempre più centrale e istituzioni internazionali, stati e ong lavorano oggi assieme per evitare uno scenario di ricchezza senza nazioni e nazioni senza ricchezza che si trovano senza risorse per welfare e beni pubblici. È necessario fare uno sforzo per integrare sempre più la responsabilità fiscale ai tradizionali parametri di rating e su questo il Comitato Etico può lavorare assieme al management di Etica Sgr".
Lei è tra i principali sostenitori del cosiddetto “voto col portafoglio”. Di cosa si tratta e come può essere applicato al risparmio delle persone? "Il voto col portafoglio è uno strumento fondamentale per la democrazia economica nell’economia globale. Il vecchio modello a due mani (quella invisibile del mercato e quella visibile delle istituzioni) non è oggi in grado di portarci al bene comune come dimostrato dalla recente crisi finanziaria globale che mercato, istituzioni e regolatori non sono riusciti né a prevedere né a prevenire. È fondamentale pertanto migrare dal sistema a due mani verso un sistema a quattro mani dove le debolezze delle due mani tradizionali sono integrate dall’azione delle imprese responsabili e dei “consum-attori” che votano col portafoglio. Votare col portafoglio vuol dire capire che le nostre scelte di consumo e risparmio hanno un’incidenza politica enorme sul mercato. E imparare con esse a premiare quelle aziende che sono all’avanguardia nella capacità di creare valore economico in modo socialmente sostenibile dal punto di vista ambientale".
Quali sono le possibili implicazioni del cosiddetto “voto col portafoglio”? "Anche se in azione da relativamente poco tempo, il voto col portafoglio ha già dimostrato la sua capacità di leva e contagio. Proprio nel settore della finanza etica gli ultimi dati pubblicati da Eurosif indicano che circa il 40% dei fondi d’investimento “vota col portafoglio” ovvero seleziona l’universo delle imprese investibili oltre che sulla base della redditività guardando a criteri di responsabilità sociale e ambientale. Il voto col portafoglio ha una capacità di contagio molto forte. Quando le imprese tradizionali che prediligono la massimizzazione del profitto si accorgono che esistono consumatori e risparmiatori che adottano questa pratica la loro risposta ottimale è quella di spostarsi in direzione di una maggiore responsabilità sociale e ambientale. Il voto anche di piccole minoranze attive di consumatori e risparmiatori responsabili spinge le aziende a cambiare. L’impegno futuro più importante su questo tema è rendere sempre più consapevoli i cittadini del potere che hanno e di trovare nuove modalità per aggregare i consumatori responsabili, favorendo quella massa critica minima in grado di rendere il voto col portafoglio sempre più incisivo".
Per iscriversi alla conferenza visita il seguente link.
Leonardo Becchetti, attualmente è coordinatore del Master MESCI (Development Economics and International Cooperation), coordinatore del corso di laurea European Economy and Business Law e Professore Ordinario di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dopo aver presieduto per diversi anni il Comitato Etico di Banca Popolare Etica, dal dicembre 2014 è Presidente del Comitato Etico di Etica Sgr. Il 27 marzo sarà tra i protagonisti del prossimo Salone del Risparmio, dove interverrà al convegno “Per uno sviluppo sostenibile: finanza etica e risparmio a sostegno dell’economia civile“.
Quali sono le principali attività svolte dal Comitato Etico? Che ruolo svolge nel processo di investimento dei fondi di Etica Sgr? "Una delle peculiarità e dei vantaggi competitivi dei fondi di Etica Sgr è quello di aggiungere alla tradizionale valutazione economica dei titoli da inserire in portafoglio quella di sostenibilità sociale ed ambientale. Per questo motivo il Comitato Etico ha un ruolo di rilievo perché deve lavorare assieme al management per presidiare la reputazione della Sgr in materia di competenza di selezione delle aziende responsabili. Poiché la valutazione della responsabilità delle imprese è molto complessa e coinvolge diverse dimensioni, il Comitato Etico deve necessariamente avere un assortimento di competenze che gli consenta di esprimersi in materie molto diverse tra loro come quelle della tutela del lavoro, dell’ambiente o della governance societaria".
L’attuale Comitato è in carica dall’ottobre 2014 e rimarrà in carica per tre anni. Quali sono gli obiettivi che vi siete dati per questo mandato? "Bisogna a mio avviso distinguere tra operatività ordinaria e obiettivi strategici di più ampia portata. Nel primo caso il lavoro del Comitato consiste nel valutare le situazioni contingenti e le variazioni di rating sociale ed ambientale delle diverse società inserite o inseribili nel portafoglio titoli. Valutando criticamente l’informazione di rating ricevuta da agenzie specializzate internazionali ed adattandola alla scala di valori di Etica Sgr e aggiornando le metodologie di inclusione / esclusione dei titoli sulla base della loro responsabilità sociale ed ambientale nel portafoglio investibile. Quanto agli obiettivi strategici il Comitato Etico può e deve approfondire in modo sistematico nuove problematiche che si determinano per l’evoluzione dei temi della sostenibilità nell’economia globale. Evoluzione che richiede un aggiornamento dei criteri di valutazione. Esso può anche lavorare assieme al management per affinare e definire con sempre maggior chiarezza lo specifico di Etica Sgr e il suo vantaggio competitivo che consiste appunto nella peculiarità dell’abbinamento della valutazione di redditività a quella di sostenibilità sociale ed ambientale della società".
Quali i vantaggi di questa sinergia? "Se la mission e il vantaggio competitivo sono definiti con sempre maggiore chiarezza e comunicati efficacemente, la mission di Etica Sgr potrà produrre più frutti. Un esempio di necessario aggiornamento e innovazione riguarda ad esempio i temi della sostenibilità fiscale delle imprese, aspetto tradizionalmente trascurato nelle valutazioni delle agenzie di rating “etico” internazionali che guardano ad ambiente, lavoro e governance. Il tema dei paradisi fiscali sta diventando sempre più centrale e istituzioni internazionali, stati e ong lavorano oggi assieme per evitare uno scenario di ricchezza senza nazioni e nazioni senza ricchezza che si trovano senza risorse per welfare e beni pubblici. È necessario fare uno sforzo per integrare sempre più la responsabilità fiscale ai tradizionali parametri di rating e su questo il Comitato Etico può lavorare assieme al management di Etica Sgr".
Lei è tra i principali sostenitori del cosiddetto “voto col portafoglio”. Di cosa si tratta e come può essere applicato al risparmio delle persone? "Il voto col portafoglio è uno strumento fondamentale per la democrazia economica nell’economia globale. Il vecchio modello a due mani (quella invisibile del mercato e quella visibile delle istituzioni) non è oggi in grado di portarci al bene comune come dimostrato dalla recente crisi finanziaria globale che mercato, istituzioni e regolatori non sono riusciti né a prevedere né a prevenire. È fondamentale pertanto migrare dal sistema a due mani verso un sistema a quattro mani dove le debolezze delle due mani tradizionali sono integrate dall’azione delle imprese responsabili e dei “consum-attori” che votano col portafoglio. Votare col portafoglio vuol dire capire che le nostre scelte di consumo e risparmio hanno un’incidenza politica enorme sul mercato. E imparare con esse a premiare quelle aziende che sono all’avanguardia nella capacità di creare valore economico in modo socialmente sostenibile dal punto di vista ambientale".
Quali sono le possibili implicazioni del cosiddetto “voto col portafoglio”? "Anche se in azione da relativamente poco tempo, il voto col portafoglio ha già dimostrato la sua capacità di leva e contagio. Proprio nel settore della finanza etica gli ultimi dati pubblicati da Eurosif indicano che circa il 40% dei fondi d’investimento “vota col portafoglio” ovvero seleziona l’universo delle imprese investibili oltre che sulla base della redditività guardando a criteri di responsabilità sociale e ambientale. Il voto col portafoglio ha una capacità di contagio molto forte. Quando le imprese tradizionali che prediligono la massimizzazione del profitto si accorgono che esistono consumatori e risparmiatori che adottano questa pratica la loro risposta ottimale è quella di spostarsi in direzione di una maggiore responsabilità sociale e ambientale. Il voto anche di piccole minoranze attive di consumatori e risparmiatori responsabili spinge le aziende a cambiare. L’impegno futuro più importante su questo tema è rendere sempre più consapevoli i cittadini del potere che hanno e di trovare nuove modalità per aggregare i consumatori responsabili, favorendo quella massa critica minima in grado di rendere il voto col portafoglio sempre più incisivo".
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