crescita economica
QE della BCE, stimolo all’economia con l’euro debole
5 Marzo 2015 09:30
finalità del QE (quantitavie easing) promosso dalla BCE sono sostanzialmente differenti rispetto a quello messo in pratica dalla Fed. Mario Draghi mira infatti a modificare l’ambiente dell’eurozona per stimolare l’economia tramite un euro debole” riferisce - durante il Simposio annuale di Natixis Global AM - Philippe Waecther, Chief Economist di Natixis Asset Management che, alla domanda su quale potrebbe essere il tasso di cambio euro / dollaro USA a fine anno risponde: “Sappiamo che i tassi di interesse della zona euro sosterranno su livelli minimi, prossimi allo zero, per parecchio tempo mentre la Fed potrebbe agire sui saggi di interesse USA nel corso dell’anno. Ma è anche vero che non sappiamo con certezza quando e in che termini ciò si concretizzerà e, inoltre, siamo convinti che la ripresa europea prederà corpo. Per tutte queste ragioni credo che il dollaro USA si potrà rafforzare senza però necessariamente vedere un cambio euro/USD intorno alla parità”.
In ogni caso, per Philippe Waecther, una moneta unica svalutata, tassi d’interesse bassi per un lungo periodo e riduzione del prezzo del petrolio rappresentano fattori di supporto al contesto europeo. Inoltre, per lo strategist, il rafforzarsi della spinta verso la crescita determinerà una diminuzione del disavanzo di bilancio. Uno scenario di fondo nel quale gli USA continuano a esprimere una crescita solida mentre Cina e paesi emergenti mostrano segnali di rallentamento.
“Negli Stati Uniti la crescita, supportata dalla domanda interna, rappresenterà ancora la principale fonte di espansione mentre la Cina, a fronte di un rallentamento degli scambi commerciali, alimenta in modo più limitato il percorso comune di crescita tra i paesi emergenti. Inoltre, l’indebolimento della domanda cinese incide negativamente sui ricavi di numerosi produttori di materie prime” sostiene Philippe Waecther.
Secondo lo strategist, il tasso d’inflazione non rappresenta una minaccia nell’immediato: il basso prezzo del petrolio e l’assenza di pressioni sul mercato del lavoro manterranno nel corso del 2015 il tasso d’inflazione intorno allo zero nei paesi industrializzati. Inoltre le politiche monetarie non diverranno restrittive nel breve periodo: le principali banche centrali si sono impegnate a mantenere politiche monetarie accomodanti finché il tasso d’inflazione rimarrà basso.
Infine, relativamente al possibile rialzo dei tassi d’interesse in un contesto in cui le prospettive di crescita restano deboli e il debito si mantiene ai massimi storici Philippe Waecther afferma: “Le attuali dinamiche interne sono disomogenee. Dalla Germania alla Grecia, le curve di crescita sono molto diverse: nell’Eurozona sono presenti almeno cinque traiettorie distinte. D’altra parte domanda privata interna non è più l’elemento trainante della crescita: in realtà, si fatica a capire quale sia il vero fattore trainante della crescita nell’Eurozona. Affinché il contesto cambi, è necessario un impulso esterno alla crescita. È questo l’obiettivo della Bce”.
In ogni caso, per Philippe Waecther, una moneta unica svalutata, tassi d’interesse bassi per un lungo periodo e riduzione del prezzo del petrolio rappresentano fattori di supporto al contesto europeo. Inoltre, per lo strategist, il rafforzarsi della spinta verso la crescita determinerà una diminuzione del disavanzo di bilancio. Uno scenario di fondo nel quale gli USA continuano a esprimere una crescita solida mentre Cina e paesi emergenti mostrano segnali di rallentamento.
“Negli Stati Uniti la crescita, supportata dalla domanda interna, rappresenterà ancora la principale fonte di espansione mentre la Cina, a fronte di un rallentamento degli scambi commerciali, alimenta in modo più limitato il percorso comune di crescita tra i paesi emergenti. Inoltre, l’indebolimento della domanda cinese incide negativamente sui ricavi di numerosi produttori di materie prime” sostiene Philippe Waecther.
Secondo lo strategist, il tasso d’inflazione non rappresenta una minaccia nell’immediato: il basso prezzo del petrolio e l’assenza di pressioni sul mercato del lavoro manterranno nel corso del 2015 il tasso d’inflazione intorno allo zero nei paesi industrializzati. Inoltre le politiche monetarie non diverranno restrittive nel breve periodo: le principali banche centrali si sono impegnate a mantenere politiche monetarie accomodanti finché il tasso d’inflazione rimarrà basso.
Infine, relativamente al possibile rialzo dei tassi d’interesse in un contesto in cui le prospettive di crescita restano deboli e il debito si mantiene ai massimi storici Philippe Waecther afferma: “Le attuali dinamiche interne sono disomogenee. Dalla Germania alla Grecia, le curve di crescita sono molto diverse: nell’Eurozona sono presenti almeno cinque traiettorie distinte. D’altra parte domanda privata interna non è più l’elemento trainante della crescita: in realtà, si fatica a capire quale sia il vero fattore trainante della crescita nell’Eurozona. Affinché il contesto cambi, è necessario un impulso esterno alla crescita. È questo l’obiettivo della Bce”.