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Obbligazionario, meglio svincolato dal benchmark

12 Marzo 2015 08:45

financialounge -  benchmark Fondi obbligazionari mercati obbligazionari Unconstrained Bond
vestimenti obbligazionari sono profondamente cambiati. Per anni sono stati considerati soprattutto un’alternativa a basso rischio o complementare agli investimenti in titoli azionari. Oggi, tuttavia, sia i gestori che gli investitori manifestano un interesse crescente nei confronti di nuove e più flessibili strategie obbligazionarie, grazie alle opportunità offerte da una più ampia gamma di segmenti e tecniche che consentono di ricercare premi superiori contenendo il rischio.
Non è un caso che questo approccio più flessibile si stia sviluppando proprio ora, in un momento in cui l’economia negli Stati Uniti guadagna terreno, sollevando qualche timore riguardo alle eventuali ripercussioni che l’aumento dei tassi potrebbe avere sui prezzi dei titoli obbligazionari. Tutto nasce dai vincoli che il rispetto di un benchmark comporta.
Le strategie obbligazionarie di tipo unconstrained sono benchmark-agnostic: anziché tentare esclusivamente di equiparare la performance di un indice obbligazionario, i gestori che seguono un approccio di tipo unconstrained prendono decisioni d’investimento sulla base di altri criteri, come la massimizzazione del total return. Si tratta di un parametro di rilievo soprattutto quando il contesto non è particolarmente roseo, ad esempio durante un ciclo di aumento dei tassi.
Benchmark obbligazionari di riferimento come il Barclays Global Aggregate mostrano infatti alcune caratteristiche che a nostro avviso potrebbero renderli più vulnerabili all’aumento dei tassi d’interesse; frequentemente comprendono infatti titoli a più lunga scadenza, sempre più sensibili all’ascesa dei tassi d’interesse ed includono grandi emittenti, in genere più indebitati e che risultano maggiormente penalizzati da un aumento dei tassi, in quanto costretti a sostenere un rincaro dei costi di finanziamento. Inoltre, dipendono maggiormente dal merito di credito e devono oggi affrontare una perdita di credibilità dopo che le agenzie di rating non sono riuscite a valutare correttamente il rischio degli asset tossici che hanno contribuito ad alimentare la crisi del credito. Da ultimo, possono risultare molto concentrati in alcune società, settori o Paesi, e, pertanto, non abbastanza diversificati; il mercato è infatti privo di un benchmark in grado di coprire un’ampia varietà di asset class, simile all’universo di una strategia unconstrained. Per esempio le punte di diamante del benchmark Barclays Global Aggregate Index sono i settori: industriali, finanziari e utility.
“È anche per questo che è emersa una nuova generazione di strategie obbligazionarie in rapida espansione che esplorano un più ampio universo investibile e si presentano significativamente più aperte all’uso di tecniche complesse volte a gestire il rischio cercando di amplificare le prospettive di rendimento” fanno sapere gli esperti di Legg Mason Global Asset Management, che suggeriscono agli investitori alla ricerca di income, ma che non vogliono compromettere potenziali plusvalenze, l’adozione di un approccio flessibile di tipo unconstrained: una soluzione in grado di navigare anche in un contesto di rialzo dei tassi e in cui la crescita economica globale appare ancora traballante.
“L’accesso ad un ampio ventaglio di opportunità e a potenziali plusvalenze, indipendentemente dallo scenario di mercato, richiede infatti che i gestori flessibili abbiano a disposizione gli strumenti idonei a realizzare le proprie idee d’investimento. Una flessibilità ampia di movimento che permette di coprire l’intero universo investibile in ambito obbligazionario assicurando, al contempo, un rigoroso controllo della volatilità e del rischio” concludono i professionisti di Legg Mason Global Asset Management.
Ad una precisa condizione: che i sottoscrittori siano pienamente consapevoli delle tecniche sottostanti tali strategie e i rischi che ne derivano, dal momento che tali approcci svincolati da benchmark fanno ricorso a strumenti complessi che possono potenziare i guadagni, ma anche le perdite.

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