PDVSA
Venezuela, il petrolio divorzia dalla politica
13 Marzo 2015 10:35
è l’equivalente venezuelano di Petrobras in Brasile, il colosso petrolifero di Stato su cui si basa l’economia del paese sull’orlo della bancarotta. Ma i suoi dipendenti non indossano più le magliette rosse simbolo del partito del presidente scomparso Chavez. Per anni la PDVSA aveva incoraggiato l’appartenenza politica e la fede rivoluzionaria.
Oggi non più. Il CEO Eulogio del Pino, un ingegnere laureato a Stanford, non si fa più vedere alle manifestazioni di piazza e ha chiesto ai dipendenti di vestirsi normalmente. Una mossa simbolica per il gruppo che controlla le riserve di greggio più grandi del mondo e genera qualcosa come $78 miliardi di esportazioni l’anno, ma non solo.
È anche il segno di un’operazione pulizia dopo anni di clientelismo e favori politici, diretta a incoraggiare le partnership e gli investimenti esteri. Sono perfino iniziati i licenziamenti tra i 150.000 dipendenti, mirati su quelli con spiccato ruolo politico, come le centinaia di persone distaccate (ma pagate) da PDVSA al ministero del petrolio. E sembra che i partner esteri stiano apprezzando.
Oggi non più. Il CEO Eulogio del Pino, un ingegnere laureato a Stanford, non si fa più vedere alle manifestazioni di piazza e ha chiesto ai dipendenti di vestirsi normalmente. Una mossa simbolica per il gruppo che controlla le riserve di greggio più grandi del mondo e genera qualcosa come $78 miliardi di esportazioni l’anno, ma non solo.
È anche il segno di un’operazione pulizia dopo anni di clientelismo e favori politici, diretta a incoraggiare le partnership e gli investimenti esteri. Sono perfino iniziati i licenziamenti tra i 150.000 dipendenti, mirati su quelli con spiccato ruolo politico, come le centinaia di persone distaccate (ma pagate) da PDVSA al ministero del petrolio. E sembra che i partner esteri stiano apprezzando.
Trending